musei vaticani
5:00 am, 6 Giugno 23 calendario

Le guide in rivolta contro i Musei Vaticani: “Sono una bolgia infernale”

Di: Lorenzo Grassi
Le guide
condividi

Le guide turistiche di Roma alzano la voce e denunciano quelle che sono diventate vere e proprie “missioni impossibili” del loro lavoro quotidiano, con carichi aggravati dal rimbalzo dei flussi dopo la fine della pandemia. Nel mirino delle critiche – anche in considerazione dei grandi eventi in arrivo, come il Giubileo del 2025 e il possibile Expo 2030 – ci sono le situazioni «insostenibili e caotiche» di due mete turistiche di primissimo piano a livello internazionale: ovvero i Musei Vaticani (per l’eccessivo affollamento) e il Colosseo (per il “bagarinaggio” sui biglietti). Le fotografie scattate dall’archeologa e guida di lunga esperienza Lucia Prandi e i video – anche ironici – caricati su Facebook da altre sue colleghe e colleghi nelle sale, nei corridoi e nelle gallerie dei Musei Vaticani sono davvero impressionanti. Mostrano uno scenario da inferno dantesco, simile ad un vagone della metropolitana nell’ora di punta, con enormi folle sospinte e pigiate in percorsi veloci e obbligati con possibilità ridotte al minimo di poter vedere in modo adeguato i capolavori artistici e architettonici. Ma oltre alla impossibilità di poter godere di un’esperienza culturale all’altezza delle aspettative, viene anche qualche pensiero sul piano della sicurezza e della conservazione delle opere. A giudicare dalle immagini, infatti, anche una piccola emergenza potrebbe rivelarsi di difficile e complicata gestione.

Le guide: “Folle pigiate e sospinte”

«Prima del Covid la situazione era abbastanza umana almeno nei mesi di gennaio, febbraio e novembre – segnalano le guide – ma dopo la pandemia è come se non esistesse più una bassa stagione e nei momenti di picco tutto è diventato, se possibile, anche peggio di prima». A differenza dei Musei statali italiani, dove gli ingressi sono contingentati a norma di legge, la Santa Sede non sembra preoccuparsi più di tanto dell’affollamento, giustificandosi anche con la necessità di non voler negare a nessuno – magari giunto sino a Roma dall’altra parte del mondo – la possibilità di ammirare la Cappella Sistina. Anche se il verbo ammirare, in quella ressa, appare un eufemismo. Metro ha chiesto una spiegazione e una replica alla direttrice dei Musei Vaticani, la dott.ssa Barbara Jatta, che però non ha risposto. E a nulla sono valsi i ripetuti appelli, che sono stati indirizzati persino a Papa Francesco per metterlo al corrente della situazione. Così ora la protesta si fa più concreta. La rinomata agenzia “A Friend in Rome” ha annunciato che dal 2024 non farà più tour in Vaticano. «Ormai è chiaro che l’amore per l’arte, l’arricchimento personale e la fede non fanno più parte del quadro – ha spiegato la guida Silvia Prosperi con un post su Facebook – ci sono giorni in cui ai Musei Vaticani si raggiungono le 30.000 presenze, con grandi gruppi che ostacolano il percorso di altri visitatori e diventano irritabili e scortesi. Gli apparecchi radio obbligatori sono forniti da una sola società interna scelta dal Vaticano. Ciò porta a problemi tecnici, come interferenze e scarsa qualità dell’audio».

«Frustrazione e confusione»

«Nei Musei Vaticani c’è un percorso obbligato: non si può tornare indietro e non si può saltare una sezione. Insomma, si sa a che ora si entra ma non si sa a che ora si uscirà – prosegue la responsabile di “A Friend in Rome” – inoltre prenotare un biglietto ufficiale sul sito del Vaticano sta diventando una lotteria: le vendite aprono a mezzanotte 60 giorni prima della data richiesta e 5 minuti dopo tutti i biglietti sono esauriti. Ciò si traduce in tutti i tipi di trucchi possibili per trovare i biglietti e in programmazioni acrobatiche per adattare i tour. Sono sorte molte società di “biglietteria secondaria”, che aggiungono ulteriore frustrazione e confusione: acquistano tutti i biglietti non appena sono disponibili e così siamo costretti a prenotare tramite loro a prezzi più alti. Per questo da gennaio 2024 non offriremo più tour del Vaticano – conclude la guida – vogliamo continuare ad avere un sorriso sui nostri volti durante i tour, vogliamo essere parte della bella esperienza dell’arte e della storia senza dover nascondere frustrazione e risentimento ad ogni passo». Sotto il post di Silvia Prosperi tanti commenti di turisti stranieri che concordano sulla decisione e testimoniano le brutte esperienze vissute in prima persona.

I biglietti introvabili del Colosseo

Non sembra andare meglio al Colosseo, che almeno però può offrire alle folle ampi spazi all’aria aperta. Qui il problema, oltre al degrado della zona circostante, è quello del “bagarinaggio” sui biglietti. «La situazione si è aggravata negli ultimi mesi, in particolare dall’inizio di quest’anno per l’esplosione della ripartenza del turismo – spiega Isabella Ruggiero, archeologa e presidente dell’Associazione guide turistiche abilitate Roma – i grandi tour operator si accaparrano migliaia di biglietti appena escono sul sito gestito dal concessionario per conto del Parco del Colosseo. Si innesca così un sistema di secondary ticketing” che porta a guadagni esponenziali. Il sovrapprezzo varia tantissimo – prosegue Isabella Ruggiero – il biglietto ufficiale base del Colosseo, che comprende anche Foro Romano e Palatino, costa 18 euro. Sale a 24 euro se si aggiungono arena e sotterranei. Sul “secondary ticketing”, invece, si vola subito rispettivamente a 25 e 35 euro, che lievitano sino a 55 e più di 100 euro con il tour guidato. Ma c’è chi arriva a far pagare giri “speciali” addirittura 600 euro a persona».

«Intervenga il ministero della Cultura»

«Ora che è stata aperta la nuova cassa al Colosseo, il rilascio dei biglietti delle 12 ore prima non avviene più. Quindi o si riescono a prendere 30 giorni prima o 7 giorni prima o non c’è nulla da fare – sottolinea la presidente di Agtar – da tempo abbiamo un dialogo aperto con la direzione del Parco del Colosseo, ma per il momento non si vedono all’orizzonte soluzioni pratiche. Una potrebbe essere quella di applicare al Colosseo il modello già in uso agli Uffizi di Firenze, ovvero quello di mettere in vendita i biglietti con tre modalità: online, attraverso la vendita telefonica e con la vendita alle casse. Però questi tre canali devono avere tre gruppi di biglietti diversi. Il ministero della Cultura dovrebbe occuparsi di più anche della qualità della fruizione dei monumenti, cioè del modo in cui vengono resi agibili ai turisti e ai visitatori». Un monito in vista dei grandi eventi in arrivo nella Capitale. Metro ha chiesto una spiegazione e una replica anche alla direttrice del Parco Archeologico del Colosseo, dott.ssa Alfonsina Russo, senza ricevere alcuna risposta.

6 Giugno 2023 ( modificato il 30 Settembre 2023 | 9:08 )
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo