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1:18 pm, 31 Marzo 23 calendario

“Via Rasella? Uccisa banda musicale di pensionati, non nazisti SS”. Bufera su La Russa

Di: Redazione Metronews
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«Via Rasella è stata una pagina tutt’altro che nobile della Resistenza, quelli uccisi furono una banda musicale di semi pensionati e non nazisti delle SS».

Lo ha dichiarato Ignazio La Russa, Presidente del Senato ospite di Terraverso, il podcast di Libero Quotidiano.

La Russa e via Rasella

«Quando Meloni dice uccisi perché italiani» riferendosi ai martiri delle Fosse Ardeatine, «nella sua testa lo sa che questi italiani erano antifasciti, ebrei, detenuti politici, qualcuno chi lo sa pure fascista, ma se li deve racchiudere in una sola parola, dice perché italianì. Farne uno scandalo significa voler fare polemica non avendo argomenti», aggiunge La Russa.
Meloni «sa benissimo che quegli italiani che furono uccisi per rappresaglia dopo quello che i partigiani avevano fatto a Via Rasella sapendo che ne sarebbe derivata appunto una rappresaglia – ha aggiunto La Russa – anche perchè quelli che vennero uccisi non erano biechi nazisti delle Ss, ma una banda musicale di semi pensionati altoatesini».

Poco dopo La Russa ha precisato: «Confermo parola per parola la mia condanna durissima dell’eccidio delle Fosse Ardeatine che solo pochi giorni fa ho definito una delle pagine più brutali della nostra storia. Confermo, altresì, che a innescare l’odiosa rappresaglia nazista fu l’uccisione di una banda di altoatesini nazisti e sottolineo che tale azione non è stata da me definita ingloriosa bensì tra le meno gloriose della resistenza».

Via Rasella, età media dei morti fu di 33 anni

A proposito dellabanda musicale di semi pensionati” così definita da La Russa, l’età media dei 33 nazisti uccisi in via Rasella fu di 33 anni. Il più anziano, Jakob Erlacher, classe 1901, ne aveva 42. Il più giovane, Paulinus Palla, classe 1915, ne aveva 28.

Ruth Dureghello: “Nazisti, non musicisti”

«Non erano musicisti, ma soldati delle SS che occupavano il Paese con la complicità dei fascisti e che deportavano gli ebrei nei campi di sterminio». Lo scrive su twitter Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma commentando le parole del presidente del Senato Ignazio La Russa, a proposito dei fatti di Via Rasella.
«Viva i partigiani che hanno messo a rischio la loro vita per restituire libertà e sovranità all’Italia», ha concluso Dureghello.

“La Russa riscrive la storia, c’è sentenza della Cassazione”

«Il Pd chieda le dimissioni di Ignazio La Russa. La seconda carica dello Stato non può insultare la Lotta di Liberazione che permette a lui di sedere su quello scranno, e non può permettere che da quell’incarico così alto si neghi la storia». Così l’ex deputato del Partito Democratico, Emanuele Fiano.

«Il presidente del Senato insiste nell’operazione di voler riscrivere la storia, con grave danno per la credibilità dell’Italia e delle sue istituzioni delle quali, è bene ricordarlo, egli è espressione rilevante. Con sentenza del 7 agosto 2007 la Corte di Cassazione ha chiarito che i militari nazisti uccisi in via Rasella erano «soggetti pienamente atti alle armi, tra i 26 e i 43 anni, dotati di sei bombe e Maschinenpistolen” e non dei musicanti pensionati alto-atesini, come sostiene La Russa». E’ quanto si legge in una nota di Osvaldo Napoli, della segreteria nazionale di Azione. «Nella stessa sentenza, quei fatti sono stati definiti come «legittimo atto di guerra» e non un attentato ad opera di civili privi di legittimità ad agire in quel modo. La storia non si scrive nei tribunali, è ovvio, ma i tribunali si pronunciano su fatti ed eventi quando qualcuno li porta alla loro attenzione. Quanto alla storia, La Russa la lasci agli storici. Veda, piuttosto, di assolvere con più equilibrio all’ufficio di presidente del Senato della Repubblica», aggiunge.

“La seconda carica dello Stato avvia così le celebrazioni per il 25 Aprile, con un mix di falso storico e mancanza di senso dello Stato e senso della democrazia. Non sono le celebrazioni ufficiali, certo, e neanche lui dovrebbe essere la seconda carica ufficiale del nostro Paese“,  scrive su Twitter il segretario di +Europa, Riccardo Magi.

«La Russa presidente del Senato anche grazie ai partigiani Ignazio La Russa, con le sue idee, oggi è Presidente del Senato anche grazie a tutti i partigiani di qualsiasi orientamento e ai comunisti italiani che hanno combattuto per la libertà e hanno contribuito a costruire la democrazia. Se avessero vinto i nazisti e Benito Mussolini, di cui conserva a casa il busto, chi non la pensa come La Russa sarebbe in carcere o ucciso. Questa è la semplice verità. Bisogna ribadirlo perchè la giusta lotta partigiana contro l’occupazione nazista non può essere oggetto di revisionismo. La destra italiana con dichiarazioni come quelle del senatore La Russa, anche con false ricostruzioni, vuole riscrivere la storia d’Italia. Non lo permetteremo, insieme ai tanti italiani di qualsiasi orientamento politico che credono nella Costituzione e amano la democrazia. L’Italia deve andare avanti, la destra vuole portarla indietro». Lo dichiara il deputato del Pd Nicola Zingaretti.

«E’ grave che il Presidente del Senato, seconda carica di uno Stato nato dalla Resistenza e dalla guerra di liberazione, parli di via Rasella e della lotta partigiana nel modo in cui lo ha fatto nell’intervista a Libero. Siamo di fronte ad un esempio di revisionismo storico che, inoltre, sposa il punto di vista dei fascisti. Mi dispiace per La Russa ma non è accettabile mettere sullo stesso piano i partigiani che combattevano per liberare l’Italia e i nazifascisti». Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia.

“Alle forze politiche che organizzarono la Resistenza, e tra esse ai comunisti italiani, tutti noi dobbiamo la conquista della libertà e della democrazia, che la tirannide fascista aveva uccise, e la fondazione della nostra Repubblica”. Così il senatore Francesco Verducci, della Commissione Cultura del Senato. “La Costituzione italiana è firmata, insieme ai Presidenti De Gasperi e Einaudi, da un comunista italiano, il Presidente Umberto Terracini. Il Presidente La Russa porti rispetto alla storia di chi ha fondato la Repubblica. È in base al sacrificio dei partigiani, e tra loro tanti comunisti, che lui oggi può sedere ai vertici della nostra Repubblica”.

«E’ molto grave che il Presidente del Senato, seconda carica dello Stato, si esibisca in esercizi strumentali di fazioso revisionismo storico allo scopo di diffamare la Resistenza. Furono proprio le lotte e i valori della Resistenza antifascista, nel loro insieme, la radice da cui sorse la Costituzione cui anche La Russa ha giurato fedeltà. L’anti-antifascismo purtroppo ha sempre attraversato la peggiore destra italiana. Che se ne faccia alfiere il Presidente del Senato è avvilente», dichira il senatore del Pd Dario Parrini, vicepresidente della commissione Affari costituzionali.

Anpi: “Parole indegne per l’alta carica che ricopre

«Le parole di La Russa sono semplicemente indegne per l’alta carica che ricopre e rappresentano un ennesimo, gravissimo strappo tesa ad assolvere il fascismo e delegittimare la Resistenza. Il terzo battaglione del Polizeiregiment colpito a via Rasella mentre sfilava armato fino ai denti stava completando l’addestramento per andare poi a combattere gli Alleati e i partigiani, come effettivamente avvenne». Lo afferma Gianfranco Pagliarulo, presidente di Anpi.
«Gli altri due battaglioni del Polizeiregiment – prosegue – erano da tempo impegnati in Istria e in Veneto contro i partigiani. L’attacco di via Rasella, pubblicamente elogiato dai comandi angloamericani, fu la più importante azione di guerra realizzata in una capitale europea. Dopo la Presidente del Consiglio, anche il Presidente del Senato fa finta di ignorare che non furono i soli nazisti a organizzare il massacro delle Fosse Ardeatine, perchè ebbero il fondamentale supporto di autorità fasciste italiane».

 

31 Marzo 2023
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