Covid
7:52 pm, 1 Marzo 23 calendario

Covid, la Procura di Bergamo indaga Conte, Speranza e Fontana

Di: Redazione Metronews
Covid Procura Bergamo
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Dopo tre anni, la Procura di Bergamo chiude l’indagine sulla gestione del Covid nei primi mesi della pandemia nella provincia più colpita. Tra gli indagati figurano l’ex premier Giuseppe Conte, l’ex ministro della Salute Roberto Speranza, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e l’ex assessore al Welfare Giulio Gallera.

Giuseppe Conte, leader M5S

Nell’atto che chiude le indagini ci sono anche il presidente dell’Istituto Superiore della Sanità Silvio Brusaferro, l’allora capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, il presidente dell’Istituto Superiore della Sanità Franco Locatelli e il coordinatore del Comitato tecnico scientifico nella prima fase dell’emergenza Agostino Miozzo. In tutto gli indagati sono una ventina. La Guardia di finanza ha avviato le notifiche per i reati di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, rifiuto di atti di ufficio. Per l’ex premier Conte e l’ex ministro Speranza si prepara la trasmissione degli atti al Tribunale dei ministri.

Il presidente lombardo, Attilio Fontana

«Anticipo subito la mia massima disponibilità e collaborazione con la magistratura – ha commentato Giuseppe Contesono tranquillo di fronte al Paese e ai cittadini italiani per aver operato con il massimo impegno e con pieno senso di responsabilità durante uno dei momenti più duri vissuti dalla nostra Repubblica».

L’ex ministro Speranza

«Piena fiducia nella magistratura» è stata espressa anche da Roberto Speranza: «Ho sempre pensato che chiunque abbia avuto responsabilità nella gestione della pandemia debba essere pronto a renderne conto. Io sono molto sereno e sicuro di aver sempre agito con disciplina e onore nell’esclusivo interesse del Paese». A sua volta la Procura di Bergamo ha ricordato che «la conclusione delle indagini, com’è noto, non è un atto d’accusa».

Indagine Covid durata tre anni

Un’indagine tanto lunga quanto breve e crudele fu quella primavera del 2020 che si trascinò via più di tremila uomini e donne nella provincia fino a quando i morti non ci stavano più nemmeno nei camposanti e toccò ai soldati caricarseli sui camion nel deserto umano. Ora dopo tre anni di lavoro e le ultime riunioni la Procura di Bergamo ha tirato le conclusioni dell’inchiesta. Durante la relazione di apertura dell’anno giudiziario a febbraio, il procuratore Antonio Chiappani aveva fatto riferimento a «gravi omissioni accertate da parte delle autorità sanitarie nel valutare i rischi epidemici e nella gestione complessiva della pandemia» parlando della «scoperta di forte impatto ed eclatante» a proposito del presunto mancato aggiornamento del piano pandemico rimasto fermo al 2006.

«Ci sono molte difficoltà tecniche ma il mio obiettivo è che la gente sappia quello che è successo» ha sempre ripetuto il procuratore impegnato a lungo con la collega Maria Cristina Rota a studiare cosa potesse essere reato, cosa comportamento censurabile ma non compreso nel codice penale e cosa fosse semplicemente l’impossibilità oggettiva di affrontare quel drago che si inghiottì una provincia intera, e Nembro e Alzano in particolare, i paesi dove nemmeno più le campane a morto avevano la forza di suonare. I magistrati si sono mossi su tre piani: locale, sulla fulminea chiusura e riapertura dell’ospedale di Alzano, nazionale con la questione della “zona rossa“, e mondiale fino ad arrivare all’Organizzazione Mondiale della Sanità. Tra fine febbraio e aprile 2020 venne registrato un eccesso di mortalità di 6.200 persone nella provincia rispetto agli anni precedenti. Le parole di Chiappani avevano subito fatto pensare ad un epilogo diverso rispetto alle inchieste finora archiviate in tutta Italia su eventuali responsabilità giudiziarie nella gestione della pandemia.

Audizioni per Commissione di inchiesta

Domani, intanto, la commissione Affari sociali della Camera svolgerà delle audizioni nell’ambito dell’esame delle proposte di legge per l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. I primi ad essere ascoltati saranno l’Associazione “Familiari delle vittime Covid-19”, Cittadinanzattiva e l’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro (Inail).

1 Marzo 2023
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