Ucraina
3:38 pm, 23 Febbraio 23 calendario
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Un anno di guerra. Kiev: “La Russia prepara un nuovo attacco”

Di: Redazione Metronews
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La Russia sta rafforzando le sue posizioni sul fronte, l’Ucraina si aspetta una nuova ondata di attacchi mentre si avvicina il primo anniversario dell’inizio della guerra, iniziata con l’invasione ordinata da Vladimir Putin il 24 febbraio 2022.

Lo stato maggiore ucraino osserva l’attività del nemico e in particolare sottolinea che le forze russe hanno concentrato i loro sforzi per “operazioni offensive nelle direzioni di Kupiansk, Lyman, Bakhmut, Avdiivka e Shakhtarsk”. In particolare, proseguono i combattimenti intensi intorno a Bakhmut. E con aerei da ricognizione, le forze di Mosca stanno cercando di rendere più precisi i loro attacchi di artiglieria. Attacchi russi sono stati respinti dagli ucraini vicino ad Avdiivka e Shakhtarsk.

Kiev attende la fornitura di caccia

Kiev si prepara alla fase cruciale della guerra e continua ad aspettare la svolta con la fornitura di caccia. “Non escludo che la Gran Bretagna possa diventare il primo Paese a sbloccare la fornitura di aerei da combattimento all’Ucraina”, ha detto su Telegram il capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak. “Ci sono ancora questioni che devono essere concordate. Stiamo lavorando”, ha aggiunto Yermak.

Gli aiuti militari che la Gran Bretagna intende fornire all’Ucraina sono stati al centro di un nuovo colloquio telefonico tra il presidente Volodymyr Zelensky ed il primo ministro britannico Rishi Sunak. Il presidente ucraino su Twitter ha definito Sunak “un vero amico” dell’Ucraina e ha spiegato di apprezzare la comprensione del governo britannico sul fatto che dalla velocità “delle forniture di aiuti militari” dipenda “il successo” di Kiev campo di battaglia. “Insieme stiamo avvicinando la nostra vittoria comune!”, ha aggiunto Zelensky.

Fiducia degli ucraini nella vittoria

Nel paese, soprattutto dopo la visita del presidente americano Joe Biden, rimane alta la fiducia nel successo finale. Il 95% degli ucraini crede nella vittoria del proprio Paese contro la Russia, come emerge da un sondaggio condotto all’inizio di febbraio dall’istituto ucraino Rating Group e diffuso a due giorni dal primo anniversario dell’invasione.

Sempre secondo lo stesso sondaggio, il 97% degli ucraini intervistati afferma di avere fiducia nel proprio esercito (rispetto al 65% nel 2019) e il 90% nel proprio presidente, Volodymyr Zelensky (erano il 36% nel gennaio 2022). Mentre il 17% della popolazione ha dichiarato di aver perso una persona cara in guerra, più della metà (58%) ha ritenuto “impossibile” ristabilire rapporti amichevoli con russi e bielorussi.

Intanto, il procuratore generale ucraino ha annunciato che il suo ufficio ha identificato 91 soldati russi responsabili di crimini di guerra a Bucha. “Durante l’occupazione l’esercito russo ha commesso più di 9mila crimini di guerra nel distretto di Bucha, nella regione di Kiev, e più di 1.700 civili sono stati uccisi”, ha dichiarato il procuratore, citato dai media locali. “Finora sono stati identificati 91 militari russi implicati in questi crimini”, ha aggiunto, precisando che l’obiettivo è “assicurare alla giustizia tutte le persone coinvolte”.

Un anno fa lo scoppio della guerra

La sera del 21 febbraio, poco dopo le 20 ora italiana, il presidente russo Vladimir Putin pronunciò un discorso che gettava le basi alla guerra, anzi: all’Operazione speciale» come continua a chiamarla lui e tutti quelli che non vogliono finire nei guai con la giustizia russa. Al termine del discorso-fiume alla nazione, Putin firma il decreto di riconoscimento delle due repubbliche separatiste dell’Est ucraino, Donetsk e Lugansk, alla presenza dei due leader ribelli. «La leadership ucraina dice costantemente che non vuole applicare pienamente gli Accordi di Minsk», ha detto poco prima parlando alla nazione, «a loro non interessa una soluzione pacifica del conflitto e continuano a colpire i civili nel Donbass». E ha spiegato che «aumentano atteggiamenti neo-nazisti» da parte dell’Ucraina: «Non cambia l’atteggiamento aggressivo e nazionalista del regime ucraino che non vede che soluzione col sangue del conflitto».
“Per quanto la Russia deve sopportare?», si è chiesto con tono retorico. Di qui la conclusione: è «necessario» riconoscere Donetsk e Lugansk. Al confine con l’Ucraina sono ammassati oltre 180.000 soldati russi, con artiglieria e carri armati.
Immediata, via Twitter, la reazione di Bruxelles: «Il riconoscimento dei due territori separatisti in Ucraina è una palese violazione del diritto internazionale, dell’integrità territoriale dell’Ucraina e degli accordi di Minsk. L’Ue e i suoi partner reagiranno con unità, fermezza e determinazione in solidarietà con l’Ucraina» hanno scritto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen aprendo la strada alle reazioni via social di tutti i Paesi occidentali.

E il 22 e 23 febbraio sono giorni di frenetiche consultazioni e del varo delle prime sanzioni contro la Russia.
Un approccio comunque ‘soft’ e destinato, nelle intenzioni degli occidentali, a tenere aperta la porta del negoziato.
Diametralmente opposta, l’interpretazione di Putin che vede nelle sanzioni una provocazione fatta da un branco di pavidi e decide di passare all’azione. Il 24 febbraio, l’attacco.
Alle 3, fu chiuso lo spazio aereo per voli civili in Ucraina a causa di possibili minacce per l’aviazione civile, secondo il sistema di allerta internazionale per il personale aereo NOTAM. «I voli di aerei civili entro i confini delle regioni di Kiev, Dnipro, Lvov, Odessa, Simferopol sono limitati a causa di una potenziale minaccia per l’aviazione civile»
Alle 3 e mezzo, il presidente russo Vladimir Putin annuncia in televisione un’operazione militare in Ucraina per difendere i separatisti nell’est del Paese. «Ho preso la decisione per un’operazione militare» nel Donbass, ha detto in una dichiarazione a sorpresa in televisione. Nel giro di pochi minuti comincia la pioggia di missili: su Kiev, Kharkhiv, Odessa e altre città sono bersaglio degli attacchi.
Un gruppo di paracadutisti tenta di conquistare l’aeroporto di Kiev ma non ci riesce: i difensori sono organizzati e pronti a respingere i russi. E’ il primo segnale che non si tratterà di quell’operazione-lampo progettata al Cremlino.

 

23 Febbraio 2023 ( modificato il 24 Febbraio 2023 | 0:39 )
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