Torino
4:56 pm, 15 Febbraio 23 calendario

Allarme siccità in Piemonte e senza pioggia tornano lo smog e i divieti

Di: Redazione Metronews
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La prolungata siccità fa scattare l’allarme smog nelle città della pianura padana, tanto che a Torino è scattato il livello 1 (arancio) del semaforo anti-smog: fino a venerdì 17 febbraio (prossimo giorno di controllo) resterà in vigore il livello 1 (arancio) delle limitazioni anti-smog, con lo stop ai diesel fino a Euro 5. I dati previsionali forniti oggi da Arpa Piemonte evidenziano infatti il superamento del valore di 50 mcg/mc di concentrazione media giornaliera di PM10 nell’aria per tre giorni consecutivi. Nella stessa giornata di venerdì è previsto uno sciopero nazionale del trasporto pubblico locale, per cui saranno sospese automaticamente tutte le limitazioni della circolazione.

La siccità preoccupa gli agricoltori

Ma la situazione di prolungata siccità mette a rischio anche la preparazione dei terreni per le semine, quando le coltivazioni avranno bisogno di acqua per crescere. E’ quanto afferma Coldiretti Piemonte in riferimento agli effetti del vasto campo di alta pressione che rimarrà stazionaria sull`Europa con almeno una settimana senza pioggia. Dopo un 2022 che ha registrato il 40% di pioggia in meno al Nord, la preoccupazione ora è per il riso poichè si stima che, a causa della siccità, verranno coltivati quest’anno in Italia quasi 8mila ettari di riso in meno per un totale di appena 211mila ettari, ai minimi da trenta anni. «A pesare su questa situazione, nel complesso, è anche la carenza di verde urbano, basti pensare che a Torino ci sono a disposizione appena 22 metri quadrati per ogni abitante, tanto che si stima che una pianta adulta sia capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili mentre un ettaro di piante è in grado di aspirare dall’ambiente ben 20mila chili di anidride carbonica (CO2) all’anno – spiegano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. In questo scenario, quindi, è il riso, coltura che per crescere e garantire l’equilibrio ambientale e faunistico di interi territori ha bisogno di acqua, a rischiare, tanto che si è già avuto un crollo di oltre il 30% della produzione. Di fronte, quindi, al cambiamento climatico è necessario realizzare un piano invasi per contrastare la siccità ed aumentare la raccolta di acqua piovana oggi ferma ad appena l’11%».

Come l’anno scorso

Secondo il segretario generale dell’Autorità distrettuale del Fiume Po, Alessandro Bratti, è necessario intervenire perché la «situazione è molto preoccupante». Il rischio è quello di ritrovarsi nella stessa situazione dell’estate scorsa. «Quest’anno si prefigura una situazione altrettanto grave, ma la differenza rispetto all’anno scorso, che sembrava appunto tutta generalizzata è che si verifica in aree più specifiche, localizzate nella parte nord ovest del bacino, quindi, Piemonte, grandi laghi lombardi e se non nevicherà in questo periodo anche in Trentino. Nella parte appenninica, al momento, ci sono state numerose nevicate e piogge per cui la situazione sembrerebbe migliore» Il segretario generale avverte inoltre di non dimenticare il tema legato alla manutenzione dei territori perché «fondamentale per prevenire situazioni di emergenza».

 

15 Febbraio 2023
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