Elezioni Lombardia 2023
4:04 am, 9 Febbraio 23 calendario

Moratti: «Una gara per treni più efficienti e risorse nella sanità pubblica»

Di: Redazione Metronews
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Letizia Maria Brichetto Arnaboldi, vedova Moratti, 74 anni, già sindaca di Milano e ministra dell’Istruzione, è candidata civica alla presidenza della Regione Lombardia, sostenuta dal Terzo Polo (Azione-Italia Viva) e dalla lista civica Letizia Moratti Presidente.

La vita dei pendolari lombardi non è facile , Trenord è perennemente nell’occhio del ciclone e da anni si attende una svolta. Negli anni si è parlato di mettere a gara il servizio o di sinergie per esempio con Atm: quale la soluzione?
«Quando le cose non funzionano, bisogna cambiare e il servizio offerto da Trenord non funziona. I treni non rispettano gli orari e i pendolari ogni giorno scoprono in stazione che il loro treno è in ritardo o peggio cancellato. In Germania, Francia e in Veneto hanno messo a gara con un  netto miglioramento del servizio e la riduzione dei costi fino al 30%. Intendo procedere sulla stessa strada. Abbiamo bisogno di un trasporto pubblico efficiente anche nella prospettiva di incentivare una mobilità sostenibile».

E’ ipotizzabile, come avvenuto in altri Paesi, un’offerta gratuita del servizio di trasporto pubblico locale, almeno per alcune categorie?
«Ci sono esperienze significative in Europa di trasporto pubblico gratuito  per tutti i cittadini come avviene a Tallin in Estonia. Sono certamente realtà da guardare con grande attenzione, anche perché sono convinta che la transizione alla mobilità sostenibile passi anche da lì.  Però prima bisogna recuperare efficienza. Treni sporchi, affollati, insicuri e che non rispettano gli orari, sono comunque un’opzione poco interessante per chi ha bisogno di arrivare ad un appuntamento di lavoro, deve andare a prendere il bambino che esce da scuola, deve seguire una lezione in università».

La Lombardia più di altre Regioni ha dovuto affrontare il ciclone Covid, che ha amplificato i difetti del modello sanitario lombardo. Quale lezione ne abbiamo tratto?
«La lezione è che se non investiamo più soldi nella sanità paghiamo un conto drammatico in termini di perdita di vite umane, ma anche  salato dal punto di vista economico come è avvenuto con il lockdown. Abbiamo bisogno di una medicina più preparata ad affrontare le emergenze. Per questo ho voluto la costituzione in Lombardia dell’Agenzia nazionale per il contrasto alle malattie infettive, per aumentare la  preparazione del sistema».

Come deve cambiare la sanità lombarda nel rapporto tra pubblico e privato e nel rapporto con il territorio. Cosa fare sulle liste d’attesa?
«La sanità lombarda deve essere più forte sul territorio, bisogna completare la messa a terra del PNRR e la costruzione delle Case, degli Ospedali di Comunità, degli ambulatori territoriali e potenziare l’assistenza domiciliare integrata. Dobbiamo riorganizzare le cure primarie e integrare di più i medici di famiglia con il resto del sistema sanitario regionale. Sulle liste d’attesa ho avviato un percorso, introducendo un sistema di tagli dal 5% al 50% dei rimborsi alle strutture ospedaliere private per ogni prestazione fornita oltre i tempi previsti, un allargamento degli orari di apertura degli ambulatori, la presa in carico del paziente oncologico, con prenotazione automatica, che non deve più andare dal medico a fare la ricetta per visite ed esami di controllo, una mappatura, che prima non c’era, che ha permesso di individuare le 50 prestazioni più critiche su cui intervenire. Sono misure su vari aspetti del problema che iniziano progressivamente a dare risultati.  Bisogna insistere e investire risorse nel sistema sanitario pubblico che deve rimanere centrale, con il privato convenzionato con un ruolo di supporto. Le persone devono avere accesso alle cure nei tempi  giusti e in modo gratuito, è una questione di equità sociale».

La Lombardia continua ad essere la regione più inquinata d’Europa,  quest’anno c’è stata anche la crisi idrica: cosa fare per la transizione energetica e per combattere il cambiamento climatico?
«Il contrasto al cambiamento climatico è forse la sfida più importante e difficile che dobbiamo affrontare. Per vincerla abbiamo bisogno di una classe politica capace di una visione di lungo periodo che faccia scelte nell’interesse generale. Non possiamo più permetterci politici che non vedono al di là del proprio naso, concentrati a raccogliere  consenso in vista delle successive elezioni. Mobilità sostenibile, energia da fonti rinnovabili, incentivare le comunità energetiche, bonificare i siti inquinati, ridurre le emissioni di inquinanti, riutilizzo delle acque, bacini idrici per la raccolta dell’acqua piovana sono solo alcune delle proposte del mio programma. Ma prima di tutto, ci vuole una grande alleanza tra lavoratori, artigiani, imprese, agricoltori, terzo settore, università, centri di ricerca, cittadini e istituzioni per costruire le basi di uno sviluppo sostenibile, che non deve essere imposto dall’alto, ma nascere dalla collaborazione tra tutte le componenti della società».

 Due questioni: i ritardi per le infrastrutture delle Olimpiadi invernali, e le garanzie per la sostenibilità ambientale di tutta l’operazione: quali saranno i suoi impegni?
«Il mio impegno è di accelerare nella realizzazione delle infrastrutture. Siamo in grave ritardo. Bisogna adottare il modello Expo sia per quanto riguarda la sostenibilità ambientale sia nella sicurezza dei lavoratori impegnati. Grazie a un patto con sindacati e imprese con Expo abbiamo avuto zero infortuni mortali sul lavoro durante la costruzione delle opere. Sviluppo sostenibile significa anche garantire la sicurezza dei lavoratori».

Il Governo ha in agenda l’Autonomia rafforzata per le Regioni. Quali sono rischi e vantaggi?
«Il Governo ha approvato il recente disegno di legge per sostenere Fontana, sventolando la bandiera dell’autonomia, una promessa lungamente disattesa dalla Lega e poi completamente abbandonata da Salvini. Adesso se ne ricorda in periodo elettorale. Il provvedimento non contiene i finanziamenti ai livelli essenziali delle prestazioni, si prospettano trasferimenti delle competenze alle regioni, ma senza trasferimento delle risorse economiche. È una norma pasticciata, frutto della fretta per avere qualcosa da spendere in campagna elettorale. Non merita un’analisi, è un provvedimento vuoto».

Si parla di elezione diretta dei vertici da estendere a Governo e Quirinale. Ma l’esperienza del presidenzialismo regionale ha funzionato?
«Per troppo tempo si è parlato di riforme costituzionali in Italia senza approdare a niente. Questo argomento è diventato ormai un ritornello che ricompare ogni volta  per distogliere l’attenzione dai problemi. L’esperienza del presidenzialismo regionale è positiva, quello che non funziona è il sistema elettorale in Lombardia senza doppio turno, che di fatto serve a bloccare l’alternanza. Le elezioni lombarde, una regione di 10 milioni di abitanti, hanno lo stesso meccanismo adottato per l’elezione del sindaco di un comune con meno di 15 mila abitanti. È un’assurdità».

Nella regione più ricca d’Italia aumenta drammaticamente la povertà: cosa farà per ridurre la forbice?
«Il rischio povertà spesso è legato a bassa professionalizzazione, disabilità, età (anziani e bambini). In Italia, poi, il rischio povertà aumenta all’aumentare del numero dei figli, raddoppia con il secondo figlio e triplica con il terzo. Bisogna agire sulle cause. Formazione professionale, agevolazioni abitative, sostegno agli anziani, integrazione lavorativa dei disabili, investimento sui nuovi nati, asili e scuole dell’infanzia gratuiti, sostegno al lavoro femminile, sono le leve su cui la Regione deve agire. Per dare sempre più risposte al tema delle povertà bisogna aiutare Regione Lombardia a crescere».

 

 

 

9 Febbraio 2023 ( modificato il 8 Febbraio 2023 | 17:05 )
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