Danza
12:22 pm, 9 Gennaio 23 calendario
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Diafanie Materia e luce si danza tra Palladium e Quarticciolo

Di: Redazione Metronews
Diafanie Materia e luce
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Realizzata dal Centro Nazionale di Produzione della Danza Orbita Spellbound, nasce a Roma la prima stagione organica – Diafanie Materia e luce – dedicata alla danza contemporanea. Dal 10 gennaio al 17 maggio 2023 al Teatro Palladium e al Teatro Biblioteca Quarticciolo, Orbita presenta le creazioni più significative dei grandi e riconosciuti autori italiani come Virgilio Sieni, Abbondanza Bertoni, Roberto Castello, Michela Lucenti, Michele Di Stefano e Mauro Astolfi. Al fianco di incursioni alla scoperta dei nuovi protagonisti della danza contemporanea internazionale. Come Bassam Abou Diab dal Libano, Masoumeh Jalalieh dall’Iran, Michael Getman da Israele e Caroline Shaw con Vanessa Goodman dal Canada. Presentano i loro lavori per la prima volta in Italia e a Roma. Ma anche il debutto nazionale del nuovo spettacolo dello spagnolo Marcos Morau e il ritorno a Roma di Un poyo rojo, lo spettacolo “fenomeno” franco-argentino che dal 2008 ha conquistato tutto il mondo.

20 spettacoli per Diafanie Materia e luce

Venti spettacoli, di cui cinque in prima romana e quattro in prima nazionale. Quattro focus autoriali, fra cui quello su Virgilio Sieni realizzato con Fondazione Musica per Roma nell’ambito del festival Equilibrio. E che si aggiunge a quelli su Compagnia Abbondanza Bertoni, Bassam Abou Diab e su Poyo Rojo, il collettivo che ha dato il titolo al celebre spettacolo. A completare il quadro, 3 residenze artistiche e un film, oltre a una serie di incontri con gli autori prima e dopo la visione degli spettacoli.

Diafanie Materia e luce. Questo il titolo, evocativo e puntuale al tempo stesso, della stagione disegnata da Valentina Marini – già direttrice generale di Spellbound Contemporary Ballet e direttrice artistica del festival Fuori Programma – che cura l’intera programmazione di Orbita. Al centro di questa coesistenza di materia e luce, il corpo in scena come materia attraversata da questioni geopolitiche, sociali, pulsioni desideranti e ribelli. Materia da cui traspaiono, dunque, pungoli del nostro presente.

Tra nuovo e antico

Fuori dall’eventismo festivaliero e dal fanatismo delle prime assolute, la stagione Orbita “miscela volutamente le scoperte della scena internazionale con la grande autorialità italiana. Il nuovo e il consolidato. Da un lato suggerendo una serie di approfondimenti che non siano soltanto di natura tecnico-estetica ma in grado di aprirsi a discorsi sociali e culturali più ampi, dando spazio, ad esempio, a proposte provenienti dal bacino del Mediterraneo e del Medio Oriente.

Come nel caso di Masoumeh Jalalieh, artsita visiva e performer iraniana rifugiata in Europa o in quello delle sei donne messe in scena dall’israeliano Michael Getman per dare voce alle loro storie di confini religiosi, culturali e storici e alle produzioni ai margini del mainstream europeo. Dall’altro, rivendicando il diritto di riprogrammare titoli di successo e creazioni significative con l’obiettivo di strutturare un repertorio di nuovi classici che il pubblico possa riconoscere in un rinnovato patto di fiducia fra artisti, pubblico e programmatori” come afferma Valentina Marini.

Orbita, come stagione e come centro di produzione, si configura così come una casa aperta dove costruire momenti condivisi aperti al pubblico, anche attraverso un programma di residenze artistiche e di incontri con gli autori, ma soprattutto un archivio mobile, un atlante di riflessioni che esplodono per mettere in luce i conflitti, le diversità, le complessità e tratteggiare una sorta di manifesto utopico sul corpo di domani. Tutto, tenendo insieme piacere estetico e necessità di approfondimento culturale e teorico.

Il programma di Diafanie Materia e luce

La stagione si apre il 10 gennaio al Teatro Palladium con la prima romana di Nothing. Una rilettura dello shakespeariano Re Lear, fra le ultime creazioni di Michela Lucenti. Con Balletto Civile, formazione che da anni si distingue nel panorama nazionale e internazionale per la forte dimensione etica.

Le serate del 20, 21 e 22 gennaio inaugurano il primo focus autoriale, dedicato a Compagnia Abbondanza Bertoni, fra le più prolifiche realtà artistiche italiane per le loro creazioni, per l’attività pedagogica e per il forte impegno nella divulgazione dei linguaggi del teatrodanza. Al Teatro Palladium presentano in prima romana lo spettacolo Premio Ubu 2021 Doppelgänger. Lavoro sul tema del doppio che vede sul palco l’attore con disabilità Francesco Mastrocinque e il danzatore Filippo Porro. Mentre al Teatro Biblioteca Quarticciolo andrà in scena C’è vita su Venere, un solo sulla relazione fra il corpo femminile e il tempo.

Il 21 e 22 gennaio, nello stesso teatro, Unknown woman e Trust, due pezzi firmati da Mauro Astolfi/Spellbound Contemporary Ballet. Il primo è una sorta di racconto della relazione artistica ventennale fra il coreografo e la danzatrice Maria Cossu, il secondo è un duetto che nasce dal concetto di fiducia reciproca, interpretato dalla stessa Cossu e da un’altra storica interprete della compagnia, Giuliana Mele.

Tra Palladium Teatro Biblioteca Quarticciolo

Sempre il Teatro Biblioteca Quarticciolo ospita il secondo focus autoriale, dedicato al coreografo libanese Bassam Abou Diab che, al termine di una residenza artistica, presenterà il 3 e 4 febbraio due coreografie. Pina My Love, un’indagine sui meccanismi di difesa messi in atto da un corpo sottoposto a torture e prigionia. E Under the Flesh, che solleva la questione del corpo in un contesto di guerra. Il focus si completa con la proiezione del film The Odor of the Elephants After Rain di Omar Rajeh, direttore artistico del Maqamat Dance Theatre in Libano.

Il terzo focus autoriale è dedicato a uno dei grandi maestri della danza contemporanea italiana, Virgilio Sieni. Un focus ideato grazie alla collaborazione fra Orbita/Spellbound e Fondazione Musica per Roma. E che presenta il 9 febbraio in Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone” nell’ambito del festival Equilibrio lo spettacolo L’avventura. Con le musiche eseguite dal vivo da Michele Rabbia mentre il giorno successivo 10 febbraio, al Teatro Palladium andrà in scena l’ultima creazione del coreografo toscano, Satiri. Con la musica eseguita dal vivo dalla violoncellista e cantautrice irlandese Naomi Berrill.

Il 17 febbraio si torna al Teatro Biblioteca Quarticciolo per assistere alla prova aperta di Sfera, fra le ultime creazioni del gruppo mk guidato dal Leone d’Argento alla Biennale di Venezia Michele Di Stefano, in residenza nei 4 giorni precedenti.

Focus su Poyo Rojo a Diafanie. Materia e luce

L’ultimo focus autoriale di questa prima stagione di Orbita è dedicato a Poyo Rojo. Il collettivo che ha creato Un poyo rojo, lo spettacolo esplosivo che unisce comicità e commozione. Nato nel 2008 nella periferia di Buenos Aires. Da allora, la coproduzione franco-argentina firmata da Alfonso Baron, Hermes Gaido, Nicols Poggi e Luciano Rosso non ha mai smesso di incantare il pubblico di tutto il mondo. Grazie alle oltre 1400 repliche in più di 30 paesi con una media di 120 repliche l’anno. Lo spettacolo sarà in scena al Teatro Palladium il 7 marzo. Mentre il giorno seguente 8 marzo, sempre al Palladium, il focus prosegue con la prima romana di  Dystopia, altra creazione di Poyo Rojo che ci trascinerà in un mondo dolciastro e ansiogeno alla Truman Show.

Il 18 e 19 marzo al Teatro Palladium due repliche di Shoes On dell’artista napoletana Luna Cenere, associata al Centro Coreografico Korper. Nuova promessa della danza contemporanea europea. Mentre il 31 marzo imperdibile doppio appuntamento ancora una volta al Palladium con la prima nazionale di Los Perros del coreografo spagnolo Marcos Morau, interpretato dal collettivo Led Silhouette, una riflessione sui corpi fragili di fronte all’iper-digitalizzazione del mondo contemporaneo; e con If You Were a Man di Mauro Astolfi/Spellbound Contemporary Ballet, uno studio per quatto corpi maschili su una profonda riprogrammazione dell’ascolto.

Roberto Castello e i suoi lavoro

Fra i padri della danza contemporanea italiana, più volte Premio Ubu, Roberto Castello arriva al Teatro Palladium il 21 aprile per presentare uno dei suoi lavori più celebri. In Girum imus nocte et consumimur igni, creazione del 2015 firmata insieme al collettivo ALDES. Uno “spettacolo peripatetico notturno” a cavallo fra danza, teatro e cinema.

A maggio per Diafanie Materia e luce si torna al Teatro Biblioteca Quarticciolo per tre appuntamenti consecutivi. Dopo la prova aperta il 5 maggio di Lingua_da Claude Cahun di Alessandra Crsitiani al termine di una residenza artistica, il 6 maggio sarà la volta della prima nazionale di B-Or Der della coreografa e artista multidisciplinare iraniana Masoumeh Jalalieh, una performance che vuole riflettere sui concetti di confine e di libertà. In prima nazionale è anche, il 7 maggio, Songs &Borders dell’israeliano Michael Getman, un lavoro frutto della collaborazione internazionale fra diversi artisti e intellettuali di diversa estrazione culturale e religiosa provenienti da Israele, Siria, Libano, Germania e Norvegia.

A chiusura di Diafanie Materia e luce prima stagione, il 17 maggio al Teatro Palladium ospita la prima nazionale di Graveyards and Gardens, performance installativa collaborativa ideata, creata ed eseguita dalla compositrice canadese Caroline Shaw e dalla coreografa Vanessa Goodman che ha al centro una riflessione sulla memoria come processo di ricostruzione dell’identità e del corpo.

9 Gennaio 2023
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