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Luka Modric, fenomenologia di un campione silenzioso

Di: Redazione Metronews
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Essere Luka Modric nel calcio di oggi è essere uno, nessuno e centomila, come scriveva Pirandello. Le cose certe su di lui sono in tutto tre o quattro, il resto fa parte di quell’estasi sportiva che prova chi lo vede giocare o allenarsi. Intanto sfatiamo un mito: se a 37 anni Modric dispensa ancora lezioni di calcio non è solo perchè si mantiene benissimo (dieta, vita regolare, Lukino -come lo chiamano a casa – ha una attenzione maniacale per il suo fisico) ma perchè lui si diverte ancora a giocare a calcio. Si diverte proprio, ed ogni tanto gli scappa anche il sorriso, come quando correva dietro ad un pallone tra i residuati bellici della sua Zara.

Luka Modric come Cruyff? No

Lo hanno paragonato a Johan Cruyff ma la cosa ha un senso solo per quelle guance scavate e quell’aria un pò spiegazzata. Tutto qui. Per il resto per definire Modric bisogna vedere alla voce “architetti”, perchè è questo che lui è, un architetto del calcio. Più che a Cruyff o ad un altro grande attaccante lui da questo punto di vista somiglia a Xavi ed Iniesta. Si tratta di un giocatore che taglia il campo con il pallone ai piedi e che disegna calcio.

Un atleta minuscolo, una specie di elfo che in campo si fa gigante. Pensi ad un grande campione e ti vengono in mente le Ferrari, le donne siliconate aspiranti wags, ma in realtà la sua forza è la normalità. Se non fosse una stella del calcio mondiale la sua vita potrebbe definirsi ordinaria. Moglie conosciuta durante l’adolescenza, timidezza, neanche un tatuaggio addosso, nemmeno un chiacchiericcio sulla sua vita fuori dal campo, niente Ferrari.

Lui, Modric il normale,  è stato “solo” il miglior giocatore di Russia 2018, cosa che gli è valsa un pallone d’oro portato a casa nell’epoca dove o lo vinceva messi o lo vinceva Ronaldo (altre ipotesi non erano contemplate da France Football). Un signore capace di sparare dei traccianti da una parte all’altra del campo con una precisione chirurgica, di aprire difese come scatole di tonno e di sorprendere tutti. Sempre. Poi quando esce dal campo se gli dici qualcosa abbassa gli occhi e sembra quasi ritroso, intimidito.

Un giocatore che ha già trascinato la Croazia ad una finale dei mondiali e che si propone adesso di fare lo stesso. Solo che stavolta potrebbe essere l’ultima. Già. Per Lukino infatti contro l’Albiceleste  potrebbe essere l’ultima delle sue 161 partite con la maglia a scacchi della Croazia. Sarebbe una ingiustizia, se consideriamo quanto Luka ancora si diverte dietro al pallone, no?

 

13 Dicembre 2022
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