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6:07 pm, 8 Novembre 22 calendario

Sei pezzi facili di Mattia Torre diretti da Sorrentino su Rai3

Di: Patrizia Pertuso
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TV Mattia Torre manca. Da quel 19 luglio 2019 manca molto a tanti: attori, registi, gente comune. Lui che sapeva raccontare le pieghe della vita e le sue stranezze. Lui che ha lasciato un segno importante in televisione, nel cinema e nel teatro. Lui che, assieme ai suoi amici di sempre, riusciva a far sorridere anche quando sotto la lente d’ingrandimento ci finivano certe debolezze troppo umane.

Sei pezzi facili di Mattia Torre diretti da Sorrentino

Dal 19 novembre, per cinque sabati consecutivi, alle 22, il suo teatro arriverà (finalmente) su Rai3 e saranno disponibili su Rai Play. E a firmare la regia di questo Sei pezzi facili sarà Paolo Sorrentino. Gli amici attori del 47enne scomparso troppo presto sono tutti in prima fila: da Valerio Mastandrea a Valerio Aprea passando per  Paolo Calabresi, Geppi Cucciari, Giordano Agrusta, Massimo De Lorenzo, Cristina Pellegrino e Carlo De Ruggieri. Sono tornati tutti in scena per riproporre Migliore, Gola, Perfetta, Qui e ora, 465 e In mezzo al mare.

I Sei pezzi facili, come spiega Lorenzo Mieli, amministratore delegato The Apartment, «sono stati girati tutti all’Ambra Jovinelli che era il suo teatro, e ringraziamo perché hanno spostato date e lasciato il teatro libero per consentirci di girare queste puntate» mentre Silvia Calandrelli, direttrice Rai Cultura ed Educational, aggiunge: «Abbiamo l’ambizione che Mattia venga visto e rivisto in tv. Nei suoi racconti non c’è mai moralismo, c’è il racconto dei vizi ma mai un giudizio».

Osservare senza giudicare le miserie quotidiane, era questa la grandezza di Mattia Torre che Sorrentino riconosce.

Sorrentino: «Mattia Torre è un classico come Eduardo»

«Mattia Torre è un autore contemporaneo ed è un classico come Eduardo – dice il regista premio Oscar – . Non serviva reinventare nulla perché quando le cose non funzionano supporti con la fantasia ma se funzionano non serve sennò si rischia di essere ridondanti e retorici. Se i testi sono deboli e gli attori così così allora devi reinventare qualcosa: invece qui è l’opposto, i testi sono forti e gli attori straordinari. Quindi non per pigrizia ma io ho solo trovato angoli, inquadrature e il ritmo televisivo».

«Mi manca molto Mattia – dice ancora Sorrentino – e c’è una ragione sentimentale perché attraverso questi spettacoli e sentendo gli attori mi sembrava di risentire lui. E poi perché il teatro di Mattia aveva bisogno di un’amplificazione che solo la Rai poteva dare. Non era ambizione, ma una necessità»

«Se bucherà lo schermo vedremo – aggiunge Sorrentino – quello di Mattia Torre è un teatro comico ma si muove su temi profondi, delicati e anche paurosi. Tra l’altro è stato scritto molti anni fa ed è molto “libero”, non è schiavo di certe derive degli ultimi tempi. Libero nell’uso delle parole e coerente. Un grandissimo indagatore di certe miserie nostre, amandole. E anche questo si sta perdendo perché le miserie ora sono solo miserie e invece con Mattia no».

Mastandrea: «Faceva parte della miseria e la raccontava»

Valerio Mastandrea è d’accordo: «Lui della miseria faceva parte e la raccontava, la sintonia era sul sentirsi fragili e contraddittori. Lui non giudicava da lontano, ma da dentro e ne rideva, con grande autoironia. Era un pensatore velocissimo e la sua originalità sta nel raccontare la situazione degli esseri umani di cui, anche se non aveva colpa, si sentiva responsabile. Per questo è un classico contemporaneo».

«E’ stato un viaggio sentimentale – aggiunge Mastandrea -. Io che verso il teatro ho amore e repulsione – Mattia mi ha fatto venire questo binomio di sentimenti – non facevo questo spettacolo da 5 anni ed è la prima volta che lo faccio senza di lui, ci ha generato angoscia pura, in ognuno a modo suo. Ringrazio Sorrentino perché ha portato la sua emozione vicino alla nostra, un approccio sano senza essere invasivo».

Aprea: «Mattia starà godendo come un pazzo»

Valerio Aprea, dal canto suo, non ha dubbi: «Ho provato la più grande emozione della mia vita professionale, ma anche umana perché tutto questo è il coronamento del lavoro di Mattia con questi testi che sono nati quasi 20 anni fa, in sordina, nelle cantine; recitavamo al Cometa Off di Testaccio con 100 posti e per avere il pubblico lo dovevamo chiamare noi per telefono, quello fisso. E ora il suo lavoro viene ripreso da un premio Oscar. Io dico che Mattia sta godendo come un pazzo di tutto questo. Noi sul palco abbiamo percepito un unico intento: quello di fare un teatro arricchito dal cinema che si mette al servizio della tv, una mistura che spero si vedrà».

Calabresi: «Prima ci fa ridere poi ci infila temi universali e terribili»

Per Paolo Calabresi, «Mattia ci fa ridere molto su cose anche stupide e concrete, poi a tradimento infila temi universali e terribili. Mi sono accorto solo di recente che alla fine tutti gli spettacoli parlano di morte e pensare che questo sia il pedale che ha tenuto premuto nella scrittura ben prima che lui sapesse di avere poco tempo a disposizione credo sia per tutti noi abbastanza lancinante».

Cucciari: «Mattia può ambire all’immortalità andando in tv»

A Geppi Cucciari invece il compito di portare in scena di Mattia Torre: «Ora, grazie a Sorrentino, Mattia può ambire all’immortalità andando in tv. Ho avuto e ho ancora il privilegio di portare in teatro Perfetta, l’ultimo monologo scritto da Mattia, quello di una donna che non sono io ma che mi somiglia più di ogni altro personaggio che ho mai interpretato. In questo modo il teatro entra nella casa delle persone».

Francesca Rocca: «La cultura alta l’ha riconosciuto poco»

Infine, le parole della moglie di Torre, Francesca Rocca, prima promotrice dell’idea, che suonano come un monito da tenere a mente: «La cultura alta l’ha riconosciuto poco; invece essere qui è dare legittimità alla sua regia e alla sua poetica. Io sono la moglie ma sono anche la testimone di quello che lui è ed è stato: Mattia nasce con il teatro, era un regista molto rigoroso e dirigeva come una prosecuzione della sua scrittura. I teatri con i suoi spettacoli erano sempre sold out e per questo lui usava il mezzo televisivo che aveva un bacino enorme. Questo progetto sposa il teatro, che era la sua casa, con la tv che gli ha dato più visibilità e con Paolo Sorrentino che è il cinema. Un regalo per i suoi 50 anni, e anche se non sono credente sento che lui aleggia ed è felice».

«Come mai ho pensato a Sorrentino? Ho capito solo ieri questa intuizione – continua Francesca Rocca – quando Paolo ha letto un pezzo scritto per Mattia e ha fotografato perfettamente chi era Mattia pur non conoscendolo da molto tempo, ho pensato che lui era giusto per riportare Mattia a un pubblico più ampio possibile».

Mattia Torre tra tv, cinema e teatro

E’ ancora la moglie a raccontare che «Mattia non è noioso. Quando io lo trascinavo a teatro mi chiedeva sempre “quanto dura?”, perché secondo lui non doveva durare troppo sennò rischiava di essere noioso. E infatti i suoi spettacoli durano al massimo 75 minuti, e poi torni a casa più ricco. Mattia aveva fatto studi sociologici, e si vede. Diceva sempre che la comicità è portare a bordo tutti per farli stare male».

Sei pezzi facili è prodotto da Lorenzo Mieli, Gabriele Immirzi, Simone Gattoni, una produzione Fremantle in collaborazione con The Apartment.

PATRIZIA PERTUSO

 

 

 

 

 

8 Novembre 2022
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