milano
3:13 pm, 19 Settembre 22 calendario

Genovese condannato a 8 anni e 4 mesi per due violenze sessuali

Di: Redazione Metronews
condividi

Il gup di Milano Chiara Valori ha condannato a 8 anni e 4 mesi Alberto Genovese, l’imprenditore accusato di due episodi di violenze sessuali. Al termine del processo con rito abbreviato, quindi con sconto di pena di un terzo, il 45enne – presente nell’aula del settimo piano del Palazzo di giustizia – è stato ritenuto colpevole sia dello stupro nei confronti di una 18enne avvenuto il 10 ottobre 2020 nel suo attico Terrazza sentimento in centro a Milano sia di quello di una 23enne abusata il 10 luglio 2020 a Villa Lolita a Ibiza, sempre dopo averle rese incoscienti con un mix di droghe. Condannata a 2 anni e 5 mesi, invece, l’ex fidanzata Sarah Borruso imputata in concorso con l’ex re delle start up solo per l’episodio spagnolo.

Bocciata la linea difensiva centrata sul vizio parziale di mente

Il verdetto accoglie in pieno la richiesta della pubblica accusa, rappresentata dall’aggiunto Letizia Mannella e dai pm Rosaria Stagnaro e Paolo Filippini, che durante la requisitoria avevano parlato di un quadro di «devastazione e degrado umano» e avevano chiesto otto anni di reclusione e 80mila euro di multa. Bocciata la linea difensiva che chiedeva l’assoluzione «per insussistenza del fatto» per l’episodio di Ibiza e il vizio parziale di mente, e dunque il minimo della pena, per l’episodio di Terrazza Sentimento. Secondo la difesa, l’abuso di sostanze illecite e alcol, insieme a un «disturbo dello spettro autistico di livello moderato» diagnosticato dalla psicologa di parte, avrebbe compromesso la possibilità di riconoscere il mancato consenso.

Genovese si era detto pentito

Una difficoltà che nell’udienza dello scorso 27 giugno cercò di rendere a parole lo stesso Genovese, parlando per circa 5 ore davanti al giudice, aveva provato a rendere mettendo ordine tra il prima e il dopo della sua vita: da un lato la droga che annebbia e annienta, la caccia spasmodica a donne giovani con cui ricercare il piacere estremo, poi il carcere, il trasferimento in una comunità di recupero, la perdita dell’etichetta di imprenditore di talento. Dopo aver rivisto le immagini di quelle serate, catturate dal sistema di video sorveglianza, Genovese si era detto pentito per la sua vita dissoluta e sfrenata. Oggi il giudice non ha creduto alla sua difesa. Le motivazioni saranno rese note tra 90 giorni.

Danni permanenti ad una vittima

Il legale della ragazza abusata alla Terrazza Sentimento aveva chiesto un risarcimento di oltre 1,96 milioni di euro. L’avvocato Liguori ha sottolineato come la sua assistita, dopo le violenze subite, abbia riportato un’invalidità del 40% e stia seguendo una terapia per superare il trauma dal punto di vista psicologico per poi poter tornare a lavorare come modella. Soddisfatta, invece, l’avvocato Gaia Inverardi, che rappresentala seconda vittima di Genovese, la 23enne che avrebbe subito violenze ad Ibiza, perché l’impianto accusatorio a carico dell’imprenditore del settore digitale «ha retto».

La soddisfazione di Di.Re.

«Siamo in una fase di cambiamento culturale con questa sentenza. Adesso aspettiamo che escano le motivazioni, attese tra 90 giorni, ma si tratta di une sentenza importante che rende giustizia alle donne che non vengono ancora una volta vittimizzate per aver subito un reato e questo ci rende soddisfatte». Lo ha detto la presidente di Rete nazionale Di.Re. – Centri Anti Violenza Antonella Veltri, che si era costituita parte civile nel processo a carico di Alberto Genovese. L’associazione Di.Re era rappresentata anche dall’avvocato Francesca Garisto:«In aula Genovese ha espresso pentimento rispetto al suo stile di vita dissennato, all’abuso di droghe, all’utilizzo del denaro in un modo del tutto sbagliato. Non ho sentito però, a differenza di quanto mi aspettassi, parole di pentimento per il dolore che ha causato». Oltre a Di.Re. si era costituita parte civile anche l’associazione Bon’t Worry, rappresentata dall’avvocato Caterina Biafora. Per le due associazioni il gup non ha disposto alcun risarcimento.
Una sentenza che non piace all’avvocata Elisabetta Aldrovandi, presidente dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime: «Da anni ci battiamo perché sia impedito a chi commette reati con pena massima uguale o superiore a dodici anni di accedere al rito abbreviato, perché sconti di pena automatici per delitti come pedofilia o violenza sessuale non sono eticamente accettabili né aiutano la riabilitazione del colpevole. Auspico, a questo punto, che Genovese si renda davvero conto della gravità di quanto contestato e della sofferenza fisica e psicologica causata alle sue vittime, e che intraprenda un serio percorso di riabilitazione non solo per le sue dipendenze ma soprattutto per le sue condotte, che purtroppo denotano un assoluto spregio del corpo e della dignità delle donn2».

Genovese uscito senza commentare

Alberto Genovese non ha commentato la sentenza di condanna. L’ex imprenditore del web con un’espressione imperturbabile e abbracciato dalla sorella ha lasciato l’aula al settimo piano del palazzo di giustizia di Milano senza dire nulla nonostante le insistenti domande dei cronisti. Neanche i suoi i legali (gli avvocati Luigi Isolabella, Davide Ferrari e Stefano Solida), che hanno cercato di fargli scudo dai microfoni e dalle telecamere, hanno voluto rilasciare dichiarazioni. «Aspettiamo di leggere le motivazioni», si è limitato a dire uno di loro prima che il gruppo si infilasse in ascensore. L’ex fidanzata Sarah Borruso, uscita pochi minuti dopo Genovese, è parsa visibilmente scossa per la condanna a 2 anni e 5 mesi ricevuta. Anche lei ha scelto di restare in silenzio scortata all’uscita dall’avvocato Gianmaria Palminteri.

19 Settembre 2022
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo