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12:40 pm, 3 Agosto 22 calendario

Pelosi lascia Taiwan, ira della Cina: “Usa saranno puniti”

Di: Redazione Metronews
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La speaker della Camera Usa, Nancy Pelosi, ha lasciato Taipei, al termine della visita a Taiwan che ha fatto infuriare la Cina e che è durata, complessivamente, poco più di 19 ore.

«Coloro che offendono la Cina saranno puniti», ha assicurato il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, denunciando la visita a Taiwan della speaker della Camera Usa, Nancy Pelosi. «Questa è una farsa completa. Gli Usa stanno violando la sovranità cinese con il pretesto della cosiddetta democrazia», ha affermato il capo della diplomazia di Pechino, in Cambogia per un vertice dell’Asean.

La Shandong

Pelosi via da Taiwan

L’aereo con a bordo la delegazione del Congresso Usa da lei guidata è ripartito dall’aeroporto Songshan di Taipei alle 18.02, le 12.02 in Italia. Alla ripartenza c’erano il ministro degli Esteri di Taiwan, Joseph Wu, e la direttrice dell’American Institute in Taiwan, la de facto ambasciata Usa sull’isola, Sandra Oudkirk, che hanno salutato Pelosi poco prima che l’aereo cominciasse a rollare sulla pista.

“Manovre militari della Cina necessarie”

“Una misura necessaria e legittima”. La portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Hua Chunying, parla così delle manovre militari nei pressi di Taiwan dopo le ire del gigante asiatico per la visita di Nancy Pelosi a Taiwan, che Pechino considera una “provincia ribelle” da “riunificare”. Facendo riferimento alla visita della speaker della Camera sull’isola, Hua ha affermato che “gli Stati Uniti sono i provocatori e la Cina è la vittima”. “Prima è arrivata la provocazione di Usa e Taiwan – ha detto in dichiarazioni riportate dalla Rthk – e la giusta difesa della Cina arriva dopo”.

Pechino ieri sera ha convocato l’ambasciatore Usa Nicholas Burns per una “ferma condanna” della visita della speaker della Camera a Taiwan, considera la missione una “mossa provocatoria” e una “brutta farsa politica”, come ha ribadito Hua citata dalla Cgtn.

Un caccia cinese J-16

Caccia cinesi nella nella zona di identificazione di Taiwan

Ventisette aerei dell’Esercito popolare Cinese di Liberazione sono entrati nella zona di identificazione della difesa aerea di Taiwan (un’area molto più ampia del suo spazio aereo e non esclusiva): lo ha reso noto il ministero della Difesa dell’isola.
In particolare all’operazione hanno preso parte 6 caccia J-11, 5 caccia multiruolo J-16 e 16 caccia multiruolo SU-30.

Taiwan ha inviato una pattuglia aerea per monitorare la situazione e ha anche dispiegato sistemi missilistici antiaerei. Nella notte tra ieri e oggi erano stati segnalati altri 21 aerei cinesi.

La presidente di Taiwan

La presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, ha ringraziato la speaker della Camera dei Rappresentanti Usa, Nancy Pelosi, per la visita a Taiwan al momento della sua ripartenza dall’isola verso la Corea del Sud. «Lietissimi di aver ospitato la speaker Pelosi e la delegazione della Camera Usa», scrive Tsai su Twitter, mentre l’aereo di Pelosi stava decollando dall’aeroporto Songshan di Taipei. «Grazie per il sostegno di principio per legami bilaterali più stretti fondati sui nostri valori condivisi di democrazia, libertà e rispetto per i diritti umani», ha aggiunto la presidente di Taiwan. Per la presidente di Taiwan, che oggi ha incontrato la Pelosi, invece “le esercitazioni militari sono risposte non necessarie”.

Anche la guerra dei chip oltre la geopolitica

Ma dietro la tensione su Taiwan, riaccesa dalla visita lampo della speaker della Camera dei Rappresentanti Nancy Pelosi, non ci sono solo questioni di geopolitica. Per la Repubblica popolare cinese l’isola di Formosa è una «provincia separatista» – riconosciuta come stato indipendente solo da 14 Paesi – e il suo ritorno nella madrepatria sarebbe l’ultimo tassello sulla strada del «ringiovanimento nazionale». Però Taiwan è anche il più grande produttore al mondo di semiconduttori, li assembla e li esporta. L’altro leader del mercato è la Corea del Sud.

Silicio, germanio e gallio sono alla base dei microchip che consentono il funzionamento di circuiti e display che caratterizzano le automobili moderne, gli smartphone, le tv così come i notebook. Una fetta immensa dell’economia globale e del comparto hi-tech è appesa a componenti grandi poco più di un bottone.
Con gli Stati Uniti, un tempo leader del settore della produzione di chip, che oggi vedono i grandi colossi dell’hi-tech importare da Taiwan i pezzi per i loro prodotti. Basti ricordare la Tsmc di Hsinchu, a Taiwan, è la maggior fornitrice di componenti di Apple. L’azienda di Cupertino nel 2025 farà realizzare al colosso di Taipei anche i nuovi chip a 2 nanometri per i suoi Iphone.
Tsmc è la leader indiscussa sul mercato dei semiconduttori, gli ultimi dati indicano che ne realizza il 53% di quelli globali. Nel secondo semestre 2022 l’azienda ha registrato numeri record: un fatturato di 18,16 miliardi di dollari, con un aumento del 43,5% su base annua e un utile netto in crescita del 76,4% su base annua, superiore alle stime.

3 Agosto 2022
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