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2:44 pm, 2 Agosto 22 calendario

Taiwan, Pelosi atterra. “Esercito Cina in massima allerta”, atteso lancio missili

Di: Redazione Metronews
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Mentre l’aereo della speaker della Camera dei Rappresentanti Usa, Nancy Pelosi, si avvicinava a Taipei, caccia  Su-24 e Su-35 dell’aeronautica militare cinese hanno attraversato lo Stretto di Taiwan.

Navi da guerra di Pechino sono presenti non lontano dalla linea di separazione, in Cina risuonano sirene dell’antiaerea.

L’aereo di Nancy Pelosi, un Boeing C-40C, è atterrato all’aeroporto di Songshan, sull’isola di Taiwan.

Non solo: mobilitate anche le due portaerei cinesi, la Liaoning e la Shandong, che hanno recentemente lasciato i porti delle città di Qingdao (provincia orientale dello Shandong) e Sanya (provincia meridionale dell’isola di Hainan). Il quotidiano taiwanese Zhongguo Shibao, che cita una fonte militare anonima, non dice quando esattamente queste portaerei hanno lasciato i porti e dove si stanno dirigendo precisamente.

Lancio missili

L’esercito popolare di liberazione è in stato di massima allerta e lancerà operazioni militari mirate per contrastare la visita della speaker della Camera Usa, Nancy Pelosi, ha annunciato il ministero della Difesa cinese. “Questa mossa degli Stati Uniti ha inviato un segnale gravemente sbagliato alle forze separatiste” di Taiwan, “aumentando ulteriormente le tensioni nello Stretto”, si legge in una nota del ministero della Difesa cinese. Pechino, inoltre, accusa le autorità di Taiwan che, «colludendo con forze esterne per provocare il caos, hanno insistito per invitare Pelosi a Taiwan». Le loro azioni sono «molto pericolose e porteranno inevitabilmente a gravi conseguenze», continua la nota.

Il Comando Orientale dell’esercito cinese condurrà esercitazioni militari nella zona di Taiwan, testerà missili convenzionali nel mare a est dell’isola e proiettili veri a lunga gittata nello Stretto. Le operazioni dureranno quattro giorni, a partire da stanotte, dopo la partenza della speaker della Camera Usa, Nancy Pelosi, dall’isola.

Pechino: “Grave violazione di sovranità della Cina”

La visita della speaker della Camera Usa, Nancy Pelosi, a Taiwan «è una grave violazione della sovranità e dell’integrità territoriale della Cina». Lo ha denunciato il ministero degli Esteri di Pechino in una nota subito dopo l’arrivo di Pelosi a Taipei.

La «riunificazione» della Cina è entrata in un processo «irreversibile» e la speaker della Camera dei Rappresentanti Usa, Nancy Pelosi, non la può fermare. E’ l’avvertimento lanciato dall’Ufficio per gli Affari di Taiwan del governo cinese, poco dopo l’atterraggio di Pelosi a Taipei. «La madrepatria deve essere unificata ed è destinata a essere unificata», si sottolinea in una nota. «Non importa come Pelosi e altri sostengano Taiwan e contengano la Cina, non possono fermare il processo storico di riunificazione della Cina», si legge nel comunicato diffuso dai media cinesi.

Pechino ha più volte avvertito che una eventuale visita di Pelosi all’isola sarebbe vissuta come una provocazione e che vi sarebbe una risposta con misure severe. L’agenzia russa Tass riferisce che l’esercito cinese ha iniziato le esercitazioni nel Mar Cinese Meridionale. Secondo la China Maritime Security Administration, l’esercitazione durerà fino al 6 agosto.
Queste non sono le unici esercitazioni che la Cina sta conducendo in mare in questi giorni. Venerdì scorso sono infatti iniziate altre esercitazioni in quattro aree del Mar Cinese Meridionale, nelle acque delle province di Guangdong e Hainan. Sabato si sono svolte esercitazioni a fuoco vivo nelle acque della provincia orientale del Fujian, che è condivisa dallo stretto con Taiwan.

La Liaoning
La Shandong

Decine di voli cancellati

La compagnia aerea cinese Xiamen Airlines (XiamenAir) ha annunciato modifiche con ripercussioni per decine di voli da e per gli aeroporti nella provincia cinese del Fujian, di fronte a Taiwan. Lo riporta il Global Times, secondo cui nella maggior parte dei casi – una cinquantina, stando al giornale – non si tratta di voli cancellati, ma di orari di arrivo e partenza cambiati.  Il Global Times scrive che restano ignote le “ragioni specifiche” per i cambiamenti annunciati dalla Xiamen Airlines, con la motivazione ufficiale del “controllo del traffico aereo”, e cita le tensioni per la visita della Pelosi a Taiwan, che scatena le ire di Pechino. I cambiamenti riguardano per lo più voli in arrivo e in partenza dalle città della Cina nordorientale per Fuzhou e Xiamen, nel Fujian. Modifiche anche per i collegamenti da Chongqing, Tianjin e Urumqi, quest’ultima nello Xinjiang.

Un caccia J-15

La Shandong

La Shandong è in grado di ospitare 36 caccia J-15, contro i 24 della Liaoning, e in totale si stima sia in grado di trasportare fino a 40mezzi aerei. I lavori di costruzione della prima portaerei interamente sviluppata in Cina erano cominciati nel 2013: lanciata nell’aprile 2017 con il nome provvisorio di Type 001A, la Shandong si affianca all’altra portaerei in servizio, la Liaoning, usata soprattutto per gli esercizi navali.

Pechino durfissima: “Usa traditori”

La Cina definisce gli Stati Uniti «traditori» sulla questione di Taiwan, e li accusa di una «perfidia» che è «deplorevole» e di essere «il più grande distruttore della pace» nel mondo d’oggi. La durissima accusa arriva dal ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, che oggi ha parlato della questione di Taiwan, a poche ore dal previsto arrivo sull’isola della Pelosi. «Alcune persone negli Stati Uniti hanno sfidato la sovranità della Cina sulla questione di Taiwan, svuotando la politica dell’unica Cina», che lega Pechino e Washington, «e persino causando deliberatamente problemi nello Stretto di Taiwan», ha detto Wang citato in una nota della diplomazia di Pechino. «Il popolo cinese non lo accetterà mai», ha aggiunto Wang. Alcuni politici statunitensi «giocano apertamente con il fuoco» sulla questione di Taiwan, ha concluso il titolare degli Esteri di Pechino, e «non faranno una bella fine».

Nancy Pelosi
Il mini striscione di Nancy Pelosi nel 1991

Lo striscione di Pelosi a Tiananmen

“Per quelli che sono morti per la democrazia in Cina”. Questa la scritta, in inglese e cinese, del piccolo striscione nero che Nancy Pelosi e due altri colleghi del Congresso srotolarono in Piazza Tiananmen nel 1991, due anni dopo il massacro con cui il regime represse le proteste per la democrazia.
La polizia intervenne subito per bloccare i tre politici americani, che erano riusciti a seminare la scorta della loro visita ufficiale andando nella piazza senza l’autorizzazione degli ospiti cinesi, come mostra un vecchio servizio televisivo che Pelosi ha pubblicato su Twitter nel 2019 ricordando il suo gesto “per onorare il coraggio, il sacrificio degli studenti, dei lavoratori, dei cittadini che si sono battuti la la dignità ed i diritti umani che tutti popoli meritano”.
Il video mostra gli agenti che fermano giornalisti che seguivano Pelosi e gli altri e che scortano i deputati via dalla piazza. Il ministero degli Esteri cinese reagì con durezza all’azione di Pelosi bollandola come “una farsa premeditata”. La vicenda è stata ricordata in questi giorni proprio da uno dei giornalisti fermati, Mike Chinoy, ora capo dell’ufficio di Pechino della Cnn, che su Twitter ha pubblicato una foto che mostra mentre viene arrestato con il cameraman.
Ed in un articolo per Foreign Policy, Chinoy è critico nei confronti della democratica, affermando che per colpa sua fu lui ad essere fermato e tenuto in stato di arresto per diverse ore dal momento che non era possibile arrestare l’esponente politica americana. “E’ stata la mia prima esperienza con la passione di Pelosi per i grandi gesti per infastidire la Cina, senza tener conto delle conseguenze”, ha concluso.

 

2 Agosto 2022
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