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12:23 pm, 22 Febbraio 22 calendario

In Compagnia del Lupo si svela l’altra faccia delle fiabe

Di: Patrizia Pertuso
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TV Dopo la parentesi natalizia dedicata a Babbo Natale, da stasera su Sky Arte, alle 21.15 arriva il primo degli otto nuovi episodi de In compagnia del lupo. Il cuore nero delle fiabe condotto da Carlo Lucarelli.

«C’è un motivo per cui continuiamo a raccontarci le favole, anche a distanza di secoli – spiega Lucarelli – Anzi, ce ne sono tanti. Sono costruzioni narrative bellissime, piene di emozioni e colpi di scena. Raccontano lo spirito di un periodo e fatti che ancora ci parlano. Ma soprattutto, per quanto le racconti e le ripeti, non sono mai le stesse. E questo è solo uno dei misteri che abbiamo cercato di svelare con “In Compagnia del Lupo”. Le storie che raccontiamo nella nuova stagione sono ancora più sorprendenti, misteriose e inquietanti».

Già perché non di lieto fine sempre si tratta. Almeno nei fatti di cronaca che spesso soggiacciono a quelle che poi sono diventate favole, racconti “mitizzati” con tanto di morale al seguito da raccontare ai bambini.

I nuovi episodi di In Compagnia del Lupo

Carlo Lucarelli conduce gli spettatori in un mondo che si credeva di conoscere e, svelando lati poco noti di tutte quelle storie che hanno accompagnato gli anni della loro infanzia, li immerge in un’atmosfera magica e inquietante e portandoli a scoprire che c’è qualcosa di più pauroso di ciò che troviamo nelle fiabe: la realtà. E forse no, il cattivo non è solo il lupo.

Nella prima stagione In Compagnia del Lupo si erano fatte incursioni nelle vicende di Cappuccetto Rosso, del Piccolo Principe, di Barbablù, de La Bella e La Bestia, di Peter Pan, del Brutto anatroccolo, delle bambine protagoniste delle fiabe dei fratelli Grimm e di Hansel e Gretel. Stavolta tocca a La Bella Addormentata, alle Streghe, Biancaneve, Baba Jaga, Raperonzolo, Quasimodo, al Pifferaio Magico e a Mulan.

La Bella Addormentata, un sonno lungo 32 anni

La puntata di In Compagnia del Lupo che va in onda stasera su Sky Arte (https://arte.sky.it/) ospita Alessandra Devoto, psicologa, psicoterapeuta, esperta in disturbi del sonno. La vicenda che si scoprirà è quella che riguarda Karolina Olsson, una bambina di 14 anni che vive a Okno, in Svezia, nel 1876. Un giorno mentre passeggia nel bosco vicino casa cade e batte la testa, ma è un incidente lieve e nessuno ci fa caso. Quattro giorni dopo, il 22 febbraio, dice di avere mal di denti e i suoi genitori, che sono molto superstiziosi, pensano subito ad una stregoneria e la mandano a letto. Karolina si addormenta ma il giorno dopo non si risveglia e nemmeno quello dopo ancora. Prosegue a dormire per settimane e nessuno, nemmeno i medici che la visitano, riescono a svegliarla. La cosa strana è che Karolina non è caduta in coma, ma pare davvero che stia dormendo. E dormirà senza mai svegliarsi per i successivi 32 anni.

Anche nella versione originale della Bella Addormentata il risveglio della principessa, dopo il lungo sonno causato dalla maledizione della strega, è stato brusco e spaventoso. Perché nella versione scritta da Vincenzo Basile la bella principessa non viene risvegliata dal bacio d’amore del principe, ma per tutt’altro motivo.

Le Streghe, donne con grandi conoscenze

Il secondo episodio, sempre in onda questa sera ma alle 21.45, vede come protagoniste donne, vecchie, brutte di aspetto e cattive d’animo: le Streghe sono tra i personaggi più famosi delle fiabe e grazie a loro si spesso “si sviluppa” la narrazione – se non ci fossero e se non rappresentassero il Male, non potrebbe esserci neanche il Bene, quello etico e morale che trova compimento nel lieto fine. Le Streghe sono esseri spesso solitari, sanno volare, sparire e riapparire, e poi sanno incantare e mostrare cose che non ci sono. Sono abilissime a usare le erbe per trasformare qualcuno in un animale o per farlo cadere in un sonno profondo o ancora peggio per ucciderlo. Sono figure misteriose e spaventose che vengono dalla tradizione popolare e da epoche in cui la gente alle streghe ci credeva davvero, ne aveva paura e imputava loro eventi e fenomeni inspiegabili e incontrollabili.

Quella è la loro origine, il loro potere oscuro: la loro conoscenza del mondo naturale le rendeva pericolose, perché non controllabili, ma spesso quello che succedeva non era affatto colpa loro. Esattamente come nella vicenda che dal 1902, per tre anni, coinvolse la popolazione della piccola isola di Alicudi: cominciò ad avvistare “donne che volavano”, che si trasformavano in corvi, oppure uomini in barca che tagliavano le trombe marine, ombre avvolte nella nebbia o animali che poi svanivano nel nulla. Furono tre anni di allucinazioni collettive e tutti iniziarono a dire che era tutta colpa delle streghe. Ma era davvero così? Ad accompagnare lo spettatore alla scoperta di questi esseri ci pensa la filosofa Maura Gancitano.

In Compagnia del Lupo racconta le quattro vite di Biancaneve

Il primo marzo alle 21.15 assieme all’antropologo Duccio Canestrini In Compagnia del Lupo indagherà sulla storia di Biancaneve per arrivare a scoprire che quella donna visse addirittura quattro volte. La prima volta è nata nel 1533 in Germania, si chiamava Margaretha von Waldeck e all’età di 16 anni la matrigna la costrinse all’esilio a Bruxelles. Qui conobbe un principe, Filippo II di Spagna: i due si innamorano, ma la loro relazione fu osteggiata da entrambe le famiglie. A soli 21 anni Margaretha morì, avvelenata.

La seconda vita di Biancaneve, invece, iniziò il 15 giugno 1725 in Baviera con Maria Sophia Margaretha Catherina von Erthal, una “giovane dalla insolita bellezza” e “caritatevole verso i poveri e le sofferenze”. Anche in questa storia c’è una matrigna cattiva che costringe la ragazza a scappare dal castello e a vagabondare per i boschi della zona, e ci sono anche i nanetti, sfruttati nelle miniere della zona e che, pare, aiutarono la giovane Margaretha. Le altre due volte sono quelle della fantasia, che ha reso la fiaba di Biancaneve una delle storie più raccontate di tutti i tempi.

La Baba Jaga, il mistero di una donna

Per l’8 marzo arriverà invece la Baba Jaga con lo scrittore Paolo Nori. È la notte del 29 luglio 2015 a San Pietroburgo. Una figura misteriosa esce dalla porta principale di un palazzo e trascina un grande sacco nero per la strada deserta della città, lo abbandona in un angolo e rientra in casa. Ripete questa operazione per sette volte: esce con un grande sacco, lo trascina per un po’ e poi lo abbandona. L’ultima volta al posto del sacco stringe nelle mani una grossa pentola con il coperchio. Quella strana figura è una donna di 68 anni, ha i capelli rossicci e grosse borse sotto agli occhi; fino a quel momento i suoi vicini la conoscono come una persona gentile e disponibile, ma da quella notte tutti in Russia la chiameranno con un nome che fa paura, “Baba Jaga”. Ma chi è la Baba Jaga? E cosa ha fatto quella donna?

Raperonzolo, rinchiusa perché voleva essere libera

A raccontare la storia di Raperonzolo insieme a Carlo Lucarelli ci sarà la scrittrice Michela Murgia, il 15 marzo. Si tratta di una giovane ragazza, molto bella, che vive rinchiusa in una torre altissima che ha solo tre finestre. In origine le finestre erano solo due, ma è la ragazza a chiedere che ne venga aperta una terza, in onore della Santa Trinità. La giovane è stata rinchiusa dal padre che vuole tenerla lontana dai corteggiatori. Sembra la storia di Rapunzel, la fiaba dei fratelli Grimm resa famosa dal film Disney, ma non è così. È una storia vera accaduta moltissimi secoli fa, e la giovane rinchiusa nella torre dal padre è solo una delle tantissime donne che per i motivi più svariati vengono rinchiuse o, addirittura, murate vive. Sono storie vere o storie nate dalla fantasia, come, ad esempio, la fiaba La vergine Malvina dei fratelli Grimm in cui una principessa che rifiuta di sposare l’uomo scelto per lei viene rinchiusa dal padre in una torre senza finestre per sette anni, o L’uccel belverde di Italo Calvino che narra la vicenda di una regina che viene murata dal collo in giù dalle sorelle invidiose del re. Sono tante le storie di donne torturate, rinchiuse e uccise, nelle fiabe e nella realtà, donne che si sono ribellate, che volevano essere libere, e che proprio per questo sono state punite.

Quasimodo, lo scalpellino di Notre-Dame

Tutti conoscono il “gobbo di Notre-Dame”. Ma pochi sanno qual è il fatto di cronaca sul quale la favola si è sviluppata. Nel 2010 nell’archivio della Tate Gallery di Londra viene ritrovato ed esaminato il diario di uno scalpellino inglese, Henry Sibson. L’uomo ha lavorato a Parigi durante il periodo dei primi restauri di Notre-Dame e nel diario racconta di aver conosciuto uno degli uomini più gentili mai incontrati, gli scalpellini che lavorano a Notre-Dame gli hanno dato un soprannome, Le Bossu, Il Gobbo. Nei pressi di Notre-Dame, proprio in quegli anni, vive anche Victor Hugo, l’autore di Notre-Dame de Paris, il romanzo che ha per protagonista Quasimodo. È facile pensare che anche Hugo lo abbia conosciuto, e che sia stato proprio lui ad ispirargli il personaggio del suo romanzo.

Quello che è più difficile capire è come un romanzo così tragico possa essere diventato una delle storie più famose realizzate da Walt Disney. Il romanzo e il film sono completamente diversi. C’è una cosa, però, che hanno in comune: entrambi parlano di cosa significhi essere un mostro, un reietto, qualcuno a cui dare la colpa di tutto il male del mondo. Hugo lo fa con la potenza della sua penna fino a toccare le profondità dell’animo umano. Disney lo fa con delicatezza, addolcendo (o mistificando?) tutti gli aspetti più crudeli ed inquietanti della storia originale. L’ospite di questa puntata, in onda il 22 marzo sarà lo scrittore e architetto Gianni Biondillo.

Il Pifferaio Magico e la scomparsa di 130 bimbi

Il penultimo appuntamento con In Compagnia del Lupo andrà in onda il 29 marzo alle 21.15 e si occuperà del Pifferaio Magico ospitando la scrittrice Simona Vinci. Dietro questa fiaba c’è un evento drammatico che lasciò un segno così forte tanto da diventare leggenda: la sparizione di 130 bambini sul finire del Duecento. In alcuni documenti del XIV e del XVII secolo conservati ad Hamelin si parla di una vetrata del Trecento in una delle chiese cittadine, andata distrutta. In questa vetrata era raffigurato un uomo che suonava il piffero e dietro di lui una lunga fila di bambini che lo seguivano. E poi affissa al muro di una casa c’è una scritta risalente al 1600 circa su cui si legge: “Anno 1284, nel giorno di San Giovanni e Paolo, il 26 giugno, un pifferaio con abiti variopinti adescò 130 bambini nati ad Hamelin che furono persi al calvario del Koppen”. Di quei bimbi non se ne seppe più nulla così come non si riuscì mai a identificare l’autore o gli autori di quella drammatica sparizione. Questo alone di mistero diede origine ad una leggenda ripresa dai fratelli Grimm secondo i quali esisteva un Pifferaio magico che aveva liberato la città di Hamelin dai ratti, ma poi aveva rapito tutti i bambini perché non era stato pagato. Un modo per elaborare un “lutto”, per offrire uno scampolo di realtà ad una sparizione che è sempre rimasta avvolta dal segreto.

Mulan, un’altra donna alla ricerca della libertà

L’ultima puntata, quella del 5 aprile, sarà dedicata a Mulan. È una giovane donna come tante, ha la pelle delicata e profondi occhi a mandorla decisi e coraggiosi. Quando il suo paese, la Cina, viene attaccato dalle tribù nomadi non ci pensa due volte, si taglia i suoi lunghi capelli neri, si veste da uomo e parte per la guerra al posto del vecchio padre malato. Il suo nome è Mulan, ed è un’eroina leggendaria, protagonista di un antico poema cinese del VI secolo, ma anche di un film di animazione della Disney che racconta le sue gesta. Questa è la storia originale e anche quella della favola Disney, ma esiste anche un’altra versione della vicenda che sarà raccontata da Carlo Lucarelli e dall’ospite di puntata, la scrittrice Vichi De Marchi. Verso la fine del Seicento, più di mille anni dopo il primo poema su questa giovane donna, durante l’epoca della dinastia Ming, un autore cinese ne riscrive la storia e questa volta il suo coraggio e le sue vittorie non sono sufficienti a renderla una donna libera.

I podcast di In Compagnia del Lupo

Ancora una volta la serie sarà accompagnata dalla pubblicazione di podcast realizzati in collaborazione con Carlo Lucarelli e ricchi di contenuti originali, disponibili ogni martedì sul sito di Sky Arte e sulle principali piattaforme gratuite di streaming. Le otto puntate, accompagnate dalle immancabili illustrazioni noir, sono state girate in luoghi d’eccezione tra cui il Castello Bonoris di Montichiari (BS) e la Biblioteca Universitaria di Bologna.

PATRIZIA PERTUSO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

22 Febbraio 2022
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