Lina Wertmuller
2:13 pm, 9 Dicembre 21 calendario
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Addio a Lina Wertmuller, regina della commedia all’italiana

Di: Redazione Metronews
Lina Wertmuller
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Si è spenta a 93 anni Lina Wertmuller.La regista, grande protagonista del cinema italiano, ha firmato commedie passate alla storia come “Mimì metallurgico ferito nell’onore”, “Pasqualino settebellezze” e “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”. Nel 2019 aveva ricevuto l’Oscar alla carriera. A dare la notizia della morte è stato via social un amico di famiglia.

“Roma le darà l’ultimo saluto allestendo la camera ardente in Campidoglio”, scrive su Twitter il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.

Arcangela Felice Assunta Wertmüller von Elgg Spanol von Braueich, per tutti Lina Wertmuller, era nata a Roma il 14 agosto del 1928 da un avvocato lucano di lontane origini svizzere e da madre romana. È stata la prima donna ad avere una nomination all’Oscar per la miglior regia (una delle tre nomination ricevute per “Pasqualino Settebellezze” nel 1977), statuetta  ricevuta alla carriera nel 2019, per la cerimonia che si è tenuta poi nel 2020.

L’ultimo film di Lina Wertmuller nel 2004

Il suo ultimo film è del 2004, “Peperoni ripieni e pesci in faccia”,  il primo, del 1963, “I basilischi”. Nel mezzo, anche tre candidature all’Oscar per “Pasqualino Settebellezze” nel 1977 (migliore regia, miglior film straniero, migliore sceneggiatura), con una quarta candidatura a Giancarlo Giannini per la sua interpretazione (e lo vincerà) e un Oscar alla carriera nel 2020. Lina Wertmuller, è il regista italiano forse più premiato a livello internazionale, la prima donna in assoluto nella storia a essere candidata all’Oscar come migliore regista.
Nel suo palmares anche nel 2010 un David di Donatello alla carriera, nel 2009 un Globo d’oro alla carriera così come un premio Flaiano nel 2008. Nel 1963, Vela d’argento a Locarno proprio per “I basilischi”.

L’esordio sul grande schermo

L’esordio sul grande schermo arriva come segretaria di edizione in ‘…e Napoli canta!’ di Armando Grottini (1953), poi è aiuto regista e di Federico Fellini in “La dolce vita (1960)” e “8”, prima di affrontare in prima persona tre anni dopo la cinepresa per “I basilischi”, amara e grottesca narrazione della vita di persone del Sud. Nel 1968, con lo pseudonimo Nathan Witch, dirige un western all’italiana, “Il mio corpo per un poker” con Elsa Martinelli. La sua collaborazione con Giancarlo Giannini, spesso in coppia con Mariangela Melato nelle sue pellicole, nasce a fine anni ’60, e con lui gira pellicole entrate nella storia del cinema, come “Mimì metallurgico ferito nell’onore”(1972), “Film d’amore e d’anarchia – ovvero Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza..”(1973), “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”(1974), di cui Hollywood farà un remake con il figlio di Giannini e Madonna, “Pasqualino Settebellezze”(1976), “La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia”(1978) e “Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici”.

L’ironia tra temi scottanti e attualità

Lina Wertmuller riesce a muoversi con ironia tra temi anche scottanti e di attualità. Nel 1983, con “Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada”, affronta con leggerezza quello del terrorismo. Nel 1992 “Io speriamo che me la cavo”con Paolo Villaggio accende i riflettori sul fare scuola al Sud, mentre nel 1996 Lina Wertmuller torna alla satira politica con “Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica” con Tullio Solenghi e Veronica Pivetti. “Ferdinando e Carolina”del 1999 dà vita alla ricostruzione di una epoca storica, mentre “Un complicato intrigo di donne, vicoli e delitti” del 1985, che ripropone la sua amata Napoli, affronta il mondo della droga portando alla luce il fenomeno delle madri dei tossicodipendenti che denunciano (non solo…). Del 1986 è la prima delle sue incursioni nel teatro lirico, firmando “Carmen” di Georges Bizet, che inaugura la stagione lirica 1986-87 del San Carlo di Napoli.

Autrice di sceneggiature teatrali e de “Il giornalino di Gian  Burrasca”

Nel 1997 dirige una “Bohème” all’Opera di Atene. È autrice di diverse sceneggiature e regie teatrali, da ‘Due più due non fa più quattrò (1968) e ‘Fratello sole, sorella lunà (1972), entrambi per la regia di Franco Zeffirelli, a ‘L’esibizionistà (1994), da ‘Gino, Ginetta e gli altrì (1995) a “Lasciami andare madre”, dal libro di Helga Schneider, con Roberto Herlitzka nella parte della vecchia madre. Poliedrica, nel 1994 si cimenta anche nel doppiaggio, dando voce a Nonna Fa nel colossal Disney ‘Mulan’. Il giornalino di Gian Burrasca (1964-1965) è la serie televisiva più nota tra i lavori della regista, mentre “Francesca e Nunziata” del 2001 con Sophia Loren e Claudia Gerini la più nota delle ultime. Anche il film “Peperoni ripieni e pesci in faccia” vede Loren protagonista, ma, nonostante le proteste della regista, venne distribuito in poche sale cinematografiche un paio d’anni dopo la produzione.

9 Dicembre 2021
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