Garante privacy: “Estratto conto non si può pubblicare”
Non è lecito pubblicare un estratto conto sui giornali, anche se nel caso di persone pubbliche la privacy è “attenuata”: si tratta comunque di un dato sensibile. Lo ha detto il presidente dell’autorità Garante della Privacy, Pasquale Stanzione, parlando a Porta a Porta dell’inchiesta Open e della pubblicazione di dati dall’estratto conto di Matteo Renzi.
Estratto conto “è dato sensibile”
E’ lecito a un giornale pubblicare l’estratto conto bancario di Renzi?, ha chiesto Vespa: «C’è una indagine giudiziaria in corso e pare che il senatore Renzi abbia rivolto un ricorso proprio all’Autorità garante, quindi non posso rispondere», è stata al proposito la prima replica di Stanzione. «Ma è lecito pubblicare il mio estratto conto bancario?», ha allora chiesto direttamente il conduttore. «No – è la replica di Stanzione – ma in generale c’è una piccola precisazione da fare: per persone pubbliche c’è una sorta di attenuazione della privacy, non azzeramento ma attenuazione», ma l’estratto conto «no, è un dato sensibiile».
Renzi: “Mi colpisce come sia stato acquisito”
«La cosa che mi colpisce è come sia stato acquisito il mio conto corrente. So di non aver violato nessuna legge e spero che chi ha indagato su di me non abbia violato la legge acquisendo in modo illegittimo il mio conto corrente», ha detto il leader di Italia viva Matteo Renzi a Piazza Pulita in onda su La 7. «Quando nel 2018 dissi che se un politico ha molti soldi sul conto in banca qualcosa non torna mi riferivo a una polemica che c’era sui membri del governo. Ci sono regole diverse per chi sta al governo e per chi sta in Parlamento. Se una persona che ha servito il Paese per anni al governo si è arricchita, vuol dire che non ha fatto il membro del governo. Diverso è per i parlamentari».
“Massacro mediatico”
«L’indagine Open, un processo politico alla politica, che inizierà nelle aule solo nel 2022 ma che è da anni sulle pagine dei giornali. Lo schema è semplice. Fanno una pesca a strascico di centinaia di telefonini, computer, movimenti bancari. Prendono le mie conversazioni degli ultimi dieci anni con gli amici più stretti (ho trovato negli atti giudiziari persino gli sms in cui fisso di andare a messa da un sacerdote amico o domando a degli amici che stanno venendo a cena quali pizze vogliono: raffinata tecnica investigativa, insomma!). E poi rovesciano tutto in 92.000 pagine che vengono consegnate agli indagati a pagamento (io ho speso più di 4.000 solo per avere il dischetto) e gratis a qualche giornalista amico», scrive invece Renzi nella sua e-news.
«I giornalisti, di conseguenza, pubblicano la vita delle persone presa dal buco della serratura per dieci anni – aggiunge il leader di IV – Ho letto nelle carte i miei sms – illegittimamente captati: ero senatore e non ero peraltro nemmeno indagato – mentre cerco di capire insieme a Marco Carrai come aiutare un comune amico che stava morendo di tumore: dove è la rilevanza penale di tutto ciò? Davvero si può violare la Costituzione e la Legge solo per attaccare un avversario politico?”. “Sono entrati nel mio telefonino, nel mio conto corrente, con le foto dentro casa mia, nei miei viaggi in aereo, nelle mie soste all’Autogrill: l’obiettivo non è l’indagine giudiziaria ma il massacro mediatico. Che, non a caso, sta avvenendo. Perchè si parla solo di me e non dei problemi del Paese”, aggiunge.
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