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1:18 pm, 9 Novembre 21 calendario

Focolaio di aviaria a Ostia, scattano misure di emergenza

Di: Redazione Metronews
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Focolaio di influenza aviaria in un allevamento di volatili a Ostia Antica: scattano le misure di sicurezza con controlli a tappeto e zone di protezione e di sorveglianza. Lo annuncia l’Assessorato alla Sanità della Regione Lazio. «A seguito dei regolari controlli relativamente all’insorgenza di una mortalità anomala nell’ambito di un allevamento avicolo non commerciale è stato rilevato un caso di virus di influenza aviaria in campioni di volatili. Il rapporto del centro di referenza nazionale dell’Istituto Zooprofilattico conferma l’insorgenza di un focolaio di influenza aviaria di sottotipo H5 HPAI nell’allevamento avicolo rurale non commerciale sito nel Comune di Roma, Asl Roma 3, località Ostia Antica».

Aviaria a Ostia, misure straordinarie

E’ stata disposta una ordinanza dal Presidente della Regione Lazio su proposta dell’Assessore alla Sanità per adottare misure straordinarie: «Istituzione di una zona di protezione con raggio di 3 Km dall’allevamento sede di focolaio di influenza e una zona di sorveglianza con un raggio di 10 Km. Tutti gli allevamenti dovranno essere verificati. Sono state distinte le misure da applicare nelle zone di protezione (3 km) e nelle zone di sorveglianza (10km). Non sono ammessi senza l’autorizzazione del veterinario l’ingresso e l’uscita da un’azienda di pollame, altri volatili in cattività o altri mammiferi domestici. Chiunque entri o esca da un allevamento deve rispettare opportune misure di biosicurezza, tutte le carcasse dei volatili morti sono distrutte immediatamente, i veicoli e le attrezzature utilizzate per trasportare pollame sono sottoposti senza indugio a procedure di disinfestazione, così come tutti i veicoli utilizzate dal personale o da altre persone. Sono vietati il trasporto di carne di pollame, la movimentazione e il trasporto tra aziende, su strada, e l’introduzione e l’immissione di selvaggina. Sono vietate fiere di pollame e altri volatili. Tutte le misure restano in vigore per almeno 21 giorni dopo l’esecuzione della disinfestazione del focolaio». L’ordinanza è immediatamente esecutiva e viene notificata al sindaco di Roma Capitale e al Sindaco di Fiumicino, nonchè alle stazioni di Carabinieri e alle altre Forze di Polizia. I contravventori saranno puniti ai sensi dell’art 163 del regolamento di polizia veterinaria e denunciati alla autorità giudiziarie. E’ stato dato mandato alla Asl Roma 3, con il supporto dell’Istituto Zooprofilattico, di verificare l’immediata attuazione delle disposizioni e i relativi controlli.

«Aviaria letale solo se trasmessa da uomo a uomo» 

Lo stesso governatore del Lazio Zingaretti ha spiegato che il ceppo rilevato a Ostia Antica è potenzialmente pericoloso, ma in Italia fino ad oggi non ci sono mai stati passaggi interumani, da uomo a uomo. «Il virus si è trasmesso alle persone sempre per contatto diretto con l’animale malato. Essendo patogeni estremamente letali per l’essere umano, evidentemente bisogna fare di tutto per scongiurare che avvenga questa ulteriore acquisizione da parte del virus, cioè questa capacità di trasmissione da uomo a uomo», ha precisato Massimo Andreoni, primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit).
«Abbiamo già avuto negli ultimi anni la circolazione di ceppi aviari fra gli uccelli, che ha creato anche delle epidemie tra questi animali. Eccezionalmente, il più delle volte nel Sudest asiatico, abbiamo avuto anche casi umani di aviaria. In queste zone ci sono stati anche piccoli focolai ma hanno sempre avuto numeri contenuti, non essendoci il passaggio da uomo a uomo infatti il rischio è ridotto nella trasmissione. In ogni caso, di infezioni umane ce ne sono state diverse centinaia in tutto il mondo in più anni, non poche se le guardiamo complessivamente. Le indagini epidemiologiche che vengono fatte normalmente sugli uccelli trovati morti e sugli uccelli selvatici e di allevamento, sono fondamentali, perché permettono di controllare la circolazione di questi virus tra la popolazione aviaria e allertare tempestivamente su eventuali casi che possono determinarsi negli esseri umani», ha aggiunto Andreoni.

«Sui focolai influiscono i cambiamenti climatici»

Guido Grilli, docente di Patologia aviare alla Facoltà di Veterinaria dell’università degli Studi di Milano, precisa: «Oggi abbiamo visto questo piccolo focolaio che si è verificato nel Lazio, ma in realtà ce ne sono 19 molto più grossi in Veneto. nel Nord Italia abbiamo tutte queste zone umide ed è un contesto problematico. Sicuramente il cambiamento climatico ha un impatto. Se si va adesso nelle nostre campagne nel Lodigiano, si possono vedere anche diverse popolazioni stanziali di ibis sacri, che sono una specie africana e si chiama così perché era sacra per gli egizi». Secondo l’esperto il riscaldamento globale, che interessa naturalmente anche io nostro Paese, induce le specie avicole migratorie a rimanere più a lungo nella Penisola, aumentando la possibilità che nascano focolai di influenza aviaria. «Se si sente più spesso parlare di casi simili è perché ormai da 20 anni siamo molto più attenti quando osserviamo delle mortalità anomale fra gli uccelli. Il ministero e l’Ue hanno emanato indicazioni più precise. Siamo più o meno stabili nella frequenza del fenomeno, ma più efficienti nel rilevarlo, vengono fatti subito i rilievi e si apre subito il focolaio in caso di positività e purtroppo per gli animali da allevamento è previsto il sequestro e l’abbattimento. Noi abbiamo misure di biosicurezza molto attente, ma un virus influenzale si muove con l’aria e noi non possiamo chiudere gli animali in una camera stagna. E c’è un altro aspetto che viene poco considerato, soprattutto dai movimenti animalisti che vogliono gli allevamenti all’aperto: l’Italia è lunga e gi uccelli migratori che vanno a svernare in Africa, che sono qualche milione, passano da noi. Si fermano in Pianura padana perché ci sono i grossi laghi e poi, se il tempo peggiora qui da noi, scendono verso l’Africa».
9 Novembre 2021
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