Censura
1:07 pm, 5 Ottobre 21 calendario
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“La scuola cattolica” vietato ai minori di 18 anni

Di: Redazione Metronews
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La Scuola Cattolica censurato. Il film di Stefano Mordini, La Scuola Cattolica, tratto dal libro di Edoardo Albinati, nelle sale da giovedì 7 ottobre, è stato vietato ai minori di diciotto anni.

Il regista Stefano Mordini 

«Non riesco a trovare delle ragioni valide per questa censura e se mi sforzo di trovarle, mi inquietano» dice Stefano Mordini. «Nella motivazione della censura si lamenta che le vittime e i carnefici siano equiparati. Con particolare riferimento a una lezione di un prof di religione. Ma questo è il contrario di quel che racconta il film. E cioè che, provenendo dalla stessa cultura, è sempre possibile compiere una scelta e non deviare verso il male. Una delle due vittime, all’epoca, era minorenne – continua – e il nostro è un film di adolescenti interpretato da adolescenti. Assurdo che oggi si vieti ai ragazzi anche solo di vedere, attraverso un libero mezzo di espressione, quel che due ragazze come loro anni fa hanno subito. Questo atto censorio priva una generazione di una possibile presa di coscienza che potrebbe essere utile per difendersi da quella violenza spesso protagonista nella nostra cronaca. Questo perché alcune delle ragioni di quella tragedia sono purtroppo ancora attuali».

La Scuola Cattolica e la storia

La censura viene operata su un film che racconta una storia vera, una storia di omicidio e di stupro. Quella di una grave violenza perpetrata ai danni di due donne, Rosaria Lopez e Donatella Colasanti. Un crimine che sconvolse l’intero Paese, ancora vivo nella coscienza collettiva: il delitto del Circeo.
Un divieto, che viene imposto per un film che ripercorre i fatti che hanno segnato la storia dell’ordinamento giuridico italiano, aprendo nel 1975 un dibattito che si sarebbe concluso nel 1996. Anno in cui per la legge italiana la violenza sessuale passò dall’essere considerata un reato contro la morale a un crimine contro la persona.

Presentato a Venezia 78

Fuori concorso a Venezia, il film viene classificato come vietato ai minori di 14 anni. La Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche motiva la decisione così. «Il Film presenta una narrazione che ha come suo punto centrale la sostanziale equiparazione di vittima e carnefice. I protagonisti della vicenda finiscono per apparire tutti incapaci di comprendere la situazione in cui si trovano coinvolti. Questa lettura che appare dalle immagini, assai violente negli ultimi 20′, è preceduta da una scena. Qui un professore, soffermandosi su un dipinto del Cristo flagellato, fornisce con i ragazzi, tra i quali gli omicidi del Circeo, un’interpretazione in cui Gesù Cristo e i flagellanti sono messi sullo stesso piano. La Commissione a maggioranza ritiene che il film non sia adatto ai minori di 18 anni».

Libertà di espressione

Le motivazioni del divieto imposto vertono attorno a elementi tematici del film o a valutazioni di tipo artistico-espressivo. Limitando di fatto la stessa libertà artistica e di espressione degli autori. Questo sebbene il DPR 11/11/1963 n. 2029 all’articolo 9 elenchi in modo chiaro gli elementi scenico/narrativi che possono determinare l’applicazione del divieto ai minori. E tra questi non è inclusa la tematica di un film (anche quando incentrata su valutazioni teologiche o filosofiche).

Franceschini dixit

Una decisione in contrapposizione con quanto affermato ad aprile dal Ministro Franceschini. Alla firma del decreto che istituì la nuova Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche. Ecco le sue parole: «Abolita la censura cinematografica, definitivamente superato quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di intervenire sulla libertà degli artisti».

5 Ottobre 2021
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