Anselm
11:24 pm, 29 Aprile 24 calendario
3 minuti di lettura lettura

Wenders: “Anselm Kiefer un grande artista, visionario e libero”

Di: Redazione Metronews
Anselm Wenders
condividi

Wim Wenders presenta il suo ultimo film Anselm che sbarca nelle sale italiane dal 30 aprile 2024.

La poesia, la letteratura, la filosofia, l’arte, la scienza, la mitologia, la religione e a legare il tutto Anselm Kiefer, grande artista tedesco contemporaneo, esploratore di umano e di umanità. È su lui che zooma Wim Wenders nel suo ultimo film, “Anselm”, al cinema in 3D e risoluzione 6K, distribuito da Lucky Red. Ed è un altro ritratto d’artista che apre mondi come già fatto con “Sebastião Salgado” ne “Il sale della Terra”, con Pina Bausch in “Pina” e nell’indimenticabile “Buena Vista Social Club”.

Tra Wenders e Anselm Kiefer

Stavolta Wenders ha seguito Kiefer a lungo, oltre due anni, tra Germania e Francia, tra laboratori e musei, soprattutto dietro le quinte della sua arte e solo trasversalmente della sua vita come è nello stile del regista che una cosa ha sempre detto: «Non ho mai avuto intenzione di filmare una biografia. La vita di un uomo deve rimanere nell’ambito della sfera personale. Il privato è sacro. O meglio sacrosanto. Ma l’opera, l’arte meritano di essere esplorate in un film, sia nell’intento di comprenderle meglio io stesso, sia per renderle visibili agli altri nel tentare di farlo».
Per Anselm il percorso era tortuoso: «La straordinaria mole di lavoro, la complessità dei riferimenti di Anselm nel contesto del mito, della storia, dell’alchimia, dell’astronomia, della musica all’inizio mi sono apparsi quasi insormontabili. Ma filmandoli e visitando i luoghi del percorso di Anselm mi sono schiarito le idee» spiega il grande cineasta.

Seguendo le opere di Kiefer

E, allora, eccolo il film-ritratto per cui, come Wenders racconta: «Abbiamo filmato le più straordinarie opere d’arte, tele, sculture, disegni, edifici e paesaggi. Abbiamo anche inventato scene tra e dalla sua infanzia e ci siamo immersi profondamente nella sua storia personale. Nel farlo, abbiamo sfocato i contorni tra passato e presente. Ci siamo presi questa libertà perché di fronte all’arte devi definire tu stesso la libertà altrimenti non puoi fare parte della trascendenza che si manifesta davanti ai tuoi occhi».

Di più: «Dal momento che gran parte del film è stato realizzato in modo intuitivo e molte scene sono state filmate spontaneamente, mi rendo conto di una cosa: ho sempre voluto girare i miei documentari come fossero coinvolti in una finzione. Di converso, nei miei film di finzione, ho sempre preservato l’aspetto documentario che ogni atto di filmare implica, a prescindere da cosa sta davanti alla macchina da presa. I luoghi e le persone meritano di essere visti “come sono” e “come quello che vogliono essere”, possono essere o avrebbero potuto essere».

Cosa vorrebbe che il pubblico portasse con sé dopo la visione di Anselm?
«Spero che scelga di lasciarsi alle spalle categorie e opinioni, di accantonare ogni preconcetto su quello che l’arte può essere conseguire e che si limiti ad assimilare la straordinaria libertà espressiva di questo grande pensatore, poeta romantico e visionario».

29 Aprile 2024
© RIPRODUZIONE RISERVATA