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1:21 pm, 27 Settembre 21 calendario

Clima: i bambini nati nel 2020 soffriranno 7 volte di più

Di: Redazione Metronews
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Gli effetti del clima sui bambini nati nel 2020? Saranno esposti alle ondate di calore eccessivo in media 7 volte di più rispetto ai loro nonni, con punte di 18 volte in più se si considera, ad esempio, il solo Afghanistan. I neonati di oggi saranno anche colpiti 2,6 volte in più dalla siccità, 2,8 volte in più dalle inondazioni dei fiumi, quasi 3 volte in più dalla perdita dei raccolti agricoli, con punte di 10 volte in più come in Mali, e dal doppio degli incendi devastanti. Questo l’allarme lanciato da Save the Children, alla vigilia del meeting internazionale Pre-Cop26 ospitato dall’Italia a Milano dal 30 settembre al 2 ottobre in preparazione del summit Onu sulla crisi climatica Cop26 che si terrà in Scozia il prossimo novembre.

Lo faremo perché è difficile
L’editoriale di Stefano Pacifici

I bambini e il clima

Il rapporto diffuso oggi da Save the Children, sviluppato con la partecipazione e le testimonianze di un gruppo di bambini tra i 12 e i 17 anni provenienti da Albania, Bangladesh, Cile, El Salvador, Guatemala, Kosovo, Norvegia, Somalia, Sri Lanka, Stati Uniti e Zambia, delinea le proporzioni devastanti dell’impatto della crisi del clima sui bambini se non ci sarà un’azione immediata: l’organizzazione sottolinea infatti che gli impegni presi finora per la riduzione delle emissioni nel quadro dell’Accordo di Parigi determinerebbero un aumento della temperatura globale da 2,6 a 3,1 gradi Celsius al di sopra dei livelli preindustriali, con un impatto inaccettabile sui bambini. Come evidenziato nel rapporto, però, è ancora possibile invertire questo andamento: se si riuscirà invece a limitare l’aumento della temperatura a 1,5 gradi come sancito dall’obiettivo dell’Accordo di Parigi, l’esposizione aggiuntiva dei neonati attuali alle ondate di calore eccessivo diminuirà del 45%, del 39% per la siccità, del 38% per le inondazioni dei fiumi, del 28% per la perdita dei raccolti e del 10% per la devastazione degli incendi.

Effetti di clima ed eventi estremi

I dati mettono in evidenza l’aumento netto dell’esposizione a una serie di eventi estremi legati al clima dei bambini nati nel 2020 rispetto a quelli nati nel 1960. Come sottolinea il rapporto, anche se l’86% delle emissioni globali di CO2 è responsabilità dei paesi più ricchi, i bambini che vivono in quelli a basso e medio reddito e nelle comunità più svantaggiate saranno colpiti prima e più pesantemente, perché sono già i più esposti alle malattie trasmesse dall’acqua, alla fame e alla malnutrizione, e vivono in alcuni casi in abitazioni precarie o più fragili e vulnerabili in caso di inondazioni, cicloni e altri eventi climatici estremi. Per i bambini più vulnerabili, osserva Save the Children, gli impatti del cambiamento climatico possono interrompere l’accesso all’assistenza sanitaria e all’istruzione, come nel caso delle bambine penalizzate dalle disuguaglianze di genere, delle popolazioni sfollate o rifugiate, dei bambini disabili e delle popolazioni indigene.

L’esempio del Pakistan

In Pakistan, ad esempio, dopo le inondazioni del 2010 aggravate dal cambiamento climatico, il 24% delle bambine al sesto anno di studi ha abbandonato la scuola rispetto al 6% dei bambini, e se è improbabile che i bambini del Nord America e dell’Europa Occidentale soffrano di un aumento nella perdita dei raccolti, quelli dell’Africa subsahariana dovranno affrontare 2,6 volte più perdite nei raccolti rispetto ai loro coetanei, e i bambini del Medio Oriente e del Nord Africa fino a 4,4 volte di più. Alcuni di questi bambini corrono il rischio di subire questi disastri simultaneamente o in rapida successione, con l’effetto indiretto di rimanere intrappolati in un circuito di povertà a lungo termine e di annullare decenni di progressi nella lotta contro la fame e contro le sue conseguenze come l’arresto della crescita che compromette la loro salute.

27 Settembre 2021
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