Woody Allen
10:00 am, 10 Maggio 21 calendario

Woody Allen da Fazio: «La tv? Non la guardo»

Di: Redazione Metronews
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TELEVISIONE  «La televisione ha fatto grandi passi da quando girai “Io e Annie”, la situazione della televisione non era proprio ottima in quel periodo, addirittura anche il nostro governo diceva che la tv pubblica era “una desolazione”. Poi negli anni a venire la televisione,  negli Stati Uniti d’America è cresciuta moltissimo, è migliorata. Io non la guardo, ma non per motivi specifici: di solito esco la sera a cena e quando ritorno a casa è tardi quindi magari guardo un po’ di sport, qualche inning di baseball, magari la finale del campionato di basket o il telegiornale e poi vado a dormire. Purtroppo non sto alzato molto la sera perché mi si stancano gli occhi». Così Woody Allen, ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa su Rai3.
  
Sull’ultimo film Rifkin’s Festival: «Mi sono divertito tantissimo nel fare questo film. Ho lavorato in collaborazione con Vittorio Storaro, meraviglioso direttore della fotografia, e ci siamo divertiti tantissimo nel ricreare alcune situazioni stilistiche e scene che risalgono alle opere dei grandi Maestri europei. Il film è una serie di omaggi, è dedicato proprio ai grandi cineasti europei, che hanno avuto un’influenza incredibile sul meglio della cinematografia americana….. Non faccio mai nessuna prova, né prima né dopo, neanche a livello di suono. Voglio che tutto sia spontaneo, “in diretta”, e se qualcosa non va bene, o magari si sente il suono di un clacson, il motore di un aereo che passa mentre giriamo la scena li lascio, perché do molto valore alla spontaneità del momento invece di cercare di essere perfezionista e poi perdere qualcosa».
 
Non sono un intellettuale. Mi hanno anche buttato fuori da scuola : «Non lo sono per niente, anzi. Tutti mi prendono per un intellettuale perché porto questi occhiali. E proprio perché li porto la gente in genere pensa che io mi sia fatto fuori gli occhi a furia di leggere. In realtà non mi sono consumato la vista leggendo, semplicemente l’ho fatto guardando le partite di baseball, di basket, andando al cinema, non sono un intellettuale, e non lo sono mai stato. Anzi, mi hanno buttato fuori da scuola, marinavo sempre e prendevo brutti voti, non mi interessava tanto, e non ho mai letto tanto. Diciamo che probabilmente so abbastanza cose intellettuali per riuscire a portare fuori una signora intellettuale che mi piace ecco, questo è l’unico motivo per cui ho imparato qualcosa nella vita. Per poter uscire a cena con le donne che mi sembravano affascinanti»
«Mi hanno buttato fuori per due motivi: perché ho sempre avuto bruttissimi voti e perché non mi presentavo quasi mai a scuola. Andavo a scuola poi quando mi avvicinavo mi chiedevo sempre “Vado o non vado?”, ma andandoci in metropolitana, si chiudevano le porte del treno e quindi non potevo più uscire dal treno e quindi non potevo più  andare a scuola! Quindi continuavo il viaggio e andavo a Manhattan, guardavo i ristoranti, leggevo i giornali, mi aggiravo per le strade di Manhattan che amavo tantissimo, andavo al cinema. In quel periodo c’erano tanti cinema a Manhattan.  Alla fine a scuola si sono resi conto che c’era sempre una sedia vuota in classe e si sono chiesti chi mancasse e quando hanno controllato si sono resi conto che ero io a mancare, mi hanno chiamato e mi hanno detto “venga a scuola” poi mi hanno detto “non vogliamo vederti mai più” e io me ne sono andato»,
 
Non sono mai stato un grande fan della realtà: «Io preferisco qualsiasi cosa alla realtà, non solo il cinema. Non sono mai stato un grande fan della realtà. Ho come la sensazione che la realtà sia un brutto affare, le situazioni reali non sono mai belle e io preferisco molto di più ciò che accade sullo schermo, in un libro se proprio ne devo leggere uno, mi piace vedere cosa succede su uno schermo televisivo o in un parco, dove si balla… cose che non sono reali e che sono decisamente più piacevoli della realtà».
  
Su Federico Fellini: “Quando ho iniziato la mia carriera cinematografica non riuscivo ad apprezzare Fellini, ho sempre pensato “si va bene, è bravo”, ma preferivo Bergman o Truffaut. Con il passare degli anni mi sono reso conto di quanto sorprendente fosse Fellini e che tipo di genio, davvero, lui era.”
 
Di lei Vittorio Storaro dice che “a volte è un bambino, a volte un giovane, a volte un anziano saggio: «Certamente Sono un vecchio, è incontrovertibile questa cosa. Credo che [Storaro] intenda dire questo: ho 85 anni, che cronologicamente vuol dire essere vecchi, però ho una mentalità fanciullesca e immatura. Praticamente non sono mai cresciuto, non sono mai maturato in un modo importante, sono sempre stato un po’ uno sbandato e un po’ infantile. Però lui lo dice in un modo estremamente gentile, perché è un signore gentile».
  
A proposito della morte: «Mi prendono sempre in giro tutti, mi dicono “tu continui ad andare in farmacia e prendi una marea di pillole” e quindi ho risposto che chissenefrega di quello che mi succede dopo che muoio, a condizione che sia vicino a una farmacia. Allora mi chiedono che tipo di eredità voglio lasciare, altri registi e artisti con cui ho parlato mi dicono che lasciarsi qualcosa alle spalle è molto importante, a me non interessa. Una volta morto chissenefrega di quello che succede, non mi è di nessun conforto che 5 o 50 anni dopo la mia morte ci siano ancora persone che vadano a vedere i miei film. Non vuol dire proprio niente, voglio che i film vengano visti adesso, quando escono, mi fa piacere pensare che gli spettatori si divertano, cerco di fare i migliori film possibile, una volta morto che vadano a vedere i film di qualcun altro che è vivo».
 
Uscirà il film negli USA?: “Ma certo che il film uscirà [negli Stati Uniti]. Il film è uscito per ora in pochissimi posti perché i cinema sono semplicemente chiusi. Negli Stati Uniti i cinema stanno appena iniziando a riaprire, e negli altri Paesi a seconda della situazione dei vaccini o li chiudono o li stanno aprendo in questo momento. All’inizio, appena finito il film, siamo riusciti a farlo uscire in Spagna e mi sarebbe piaciuto che il film avesse avuto un buon successo in Spagna ma una settimana dopo che è uscito hanno chiuso tutti i cinema e quindi più nessuno poteva andare al cinema. Dobbiamo ancora farlo uscire in Francia, in Germania, in molto altri luoghi dove non è ancora possibile e gli Stati Uniti speriamo aprano presto».
 
Chi aggiungerebbe nei gironi infernali del film Harry a pezzi: «Ora che sono un po’ più vecchio il mio elenco sarebbe così lungo che la scena dovrebbe essere 5 volte più lunga rispetto a quella che ho girato, perchè man mano che si invecchia nella vita si fanno esperienze e ci si rende conto di quanti sono quelli che fanno cose terribili al prossimo, al pianeta, ai loro famigliari, ai loro amici… temo che questo elenco sia un elenco decisamente lungo di criminali. Guardi la situazione in cui si trova il mondo e come la gente tratta il prossimo, il mondo decisamente non bene. Quindi l’elenco si è allungato».
 
Il gioco della Torre: quali sono le 3 cose più importanti della sua vita: «Una cosa importantissima per me è la musica, non credo proprio che sarei riuscito ad apprezzare la mia vita assolutamente senza la musica. Importantissima per me. Il cinema poi, anche questo importantissimo, ha forgiato la mia vita. Avevo un amico che ha avuto la strana idea di citare in giudizio Hollywood perché secondo lui, i film hanno rovinato la vita di tutti e perché hanno ricreato una meravigliosa realtà alternativa, un fantasy world nel quale le persone possono rifugiarsi. Ecco per me questo è stato importantissimo. Il cinema, la musica e anche l’altro sesso: credo che se il mondo fosse fatto solo di maschi sarei depressissimo. Sarebbe un inferno ideale un mondo con solo maschi e senza cinema e musica».
 
Tra la musica e il cinema: «Se proprio dovessi scegliere e però avere molto talento, mi piacerebbe avere talento musicale, mi piacerebbe essere un grande pianista jazz, questa sarebbe davvero la mia prima scelta. Però il cinema potrebbe essere la mia terza scelta, se fossi dotato di talento vorrei essere un grande pianista jazz, seconda scelta un grande ballerino come Fred Astaire e poi, il cinema».
 
Fra il pianista jazz e il sesso opposto: «..è molto difficile pensare di star bene al mondo senza l’altro sesso. Le donne sono un motivo importantissimo di vivere. Nella mia vita le donne sono state importanti, mi hanno influenzato, mi hanno insegnato una serie di cose dal punto di vista artistico, sono riuscite a farmi passare i periodi neri della mia vita, mi hanno sempre confortato e ho sempre considerato un grande regalo semplicemente il parlare con loro, scherzare con loro, anche semplicemente guardarle spesso. Per me sarebbe l’inferno puro se questo mondo fosse fatto da un unico sesso».
 

10 Maggio 2021
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