Italia attiva l’Avvocatura contro Pfizer per i ritardi

ROMA Pfizer tarda ancora le consegne delle dosi di vaccino anticoronavirus e il governo italiano attiva l’Avvocatura Generale dello Stato per valutare quali azioni legali intraprendere contro l’azienda farmaceutica. Il foro competente è Bruxelles perchè in Belgio ha sede l’azienda farmaceutica Pfizer.Sono arrivate ieri  in Italia le ultime dosi di vaccini del carico settimanale di Pfizer, circa 330mila. Complessivamente questo lotto, come già annunciato, è privo del 29% delle dosi previste da contratto. Anche la prossima settimana, con l’arrivo del nuovo carico, è previsto sul lotto specifico un altro ammanco che dovrebbe essere però inferiore al 29%.
 L’azione legale  partirà nei prossimi giorni ma l’Avvocatura è stata coinvolta dopo la riunione Stato – Regioni di martedì sera, cui hanno preso parte Arcuri, il ministro della Salute, Roberto Speranza, il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, e i governatori delle Regioni.  
Distribuzione da rivedere
Rivedere la distribuzione dei vaccini, rimodulando le consegne in modo che nessuna regione resti senza dosi e possa procedere con i richiami. A meno di 20 giorni dall’inizio della campagna vaccinale, il governo è già costretto a rimettere mano al piano presentato a dicembre in Parlamento dal ministro della Salute Roberto Speranza per rispondere ai ritardi nelle consegne decisi unilateralmente da Pfizer. Il ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia chiede alle Regioni «un accordo di solidarietà per garantire i richiami a tutti». La decisione di rivedere il piano è diventata necessaria visto che la casa farmaceutica americana non ha dato alcuna garanzia  che dalla settimana prossima si tornerà alla normalità, limitandosi a promettere in un comunicato stampa che si riprenderà con il «calendario iniziale di distribuzione all’Ue a partire dalla settimana del 25 gennaio».   Un nuovo intoppo  rischierebbe  di far slittare la campagna vaccinale di diverse settimane ma anche di creare più di qualche problema nella somministrazione della seconda dosa, prevista 21 giorni dopo la prima.