Floyd, per il poliziotto accusa di omicidio volontario
Il poliziotto che ha soffocato, premendogli il ginocchio sul collo, l’afroamericano George Floyd a Minneapolis affronterà l’accusa di omicidio volontario mentre i suoi tre colleghi coinvolti nella tragica morte del 46enne sono stati incriminati per “complicità e aiuto”. Si tratta di una decisione “giustificata dai fatti e dalla legge”, ha spiegato il procuratore generale del Minnesota, Keith Ellison, trovando il favore della famiglia di Floyd e presumibilmente anche delle piazze americane, incendiate da giorni dalla richiesta di giustizia. “Si tratta di un importante passo”, ha twittato la senatrice dem Amy Klobuchar anticipando la notizia. Secondo quanto poi spiegato dallo stesso Ellison, le accuse all’agente Derek Chauvin – subito licenziato con gli altri tre colleghi – sono passate da omicidio di terzo a secondo grado, ovvero volontario anche se “senza il reale intento di provocare la morte” di Floyd.
Agenti. Gli agenti Thomas Lane e Alexander Keung, invece, hanno aiutato Chauvin a bloccare Floyd nel tragico fermo del 25 maggio, mentre l’altro collega Tou Thao è rimasto vicino agli altri. Sono accusati di “aiuto e complicità” – a seconda del grado del loro coinvolgimento – in omicidio di secondo grado e ne è stato ordinato l’arresto, proprio come chiedono da una settimana i manifestanti che stanno protestando, anche in modo violento, in numerose città. Tutti e quattro gli ex agenti rischiano ora fino a un massimo di 40 anni.
Floyd. La famiglia Floyd, in un comunicato diffuso dall’avvocato Ben Crump, ha parlato di “passo significativo verso la giustizia” e si è detta “gratificata” dall'”importante azione” arrivata prima del funerale di George. Il legale ha anche fatto sapere che Ellison potrebbe considerare di portare le accuse nei confronti di Chauvin fino ad omicidio premeditato, “se ci saranno prove a supportarlo”. La famiglia, inoltre, ha chiesto di nuovo ai manifestanti di “far sentire la propria voce ma in modo pacifico”.
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