Chico Forti torna in Italia
Chico Forti torna in Italia. A dare la notizia che l’imprenditore trentino, da 24 anni in un carcere di Miami, sarà estradato il presidente del Consiglio Meloni con una telefonata allo stesso Forti.
Lo zio di Chico: «La Meloni lo ha chiamato in carcere per dargli la notizia»
«La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha chiamato direttamente Chico in carcere per dargli la notizia – dice Gianni Forti, zio di Chico – Non so esattamente le modalità del suo rientro. Credo che sarà trasferito secondo le regole della Convenzione di Strasburgo».
Nordio: «Lavoreremo perché il rientro avvenga in tempi brevi»
«I miei uffici – dichiara il Guardasigilli Carlo Nordio – lavoreranno per ottemperare, nel più breve tempo possibile, a tutti i passaggi tecnici necessari di competenza del ministero della Giustizia e di cui avevo parlato con l’Attorney general, M.Garland, nella visita a novembre presso il Department of Justice di Washington. Auspichiamo – aggiunge il ministro della Giustizia – che anche tutti gli altri passaggi, che chiamano in causa tra l’altro le autorità giudiziarie, si possano compiere nel più breve tempo possibile per consentire a Forti di continuare a scontare nel suo Paese, vicino ai suoi affetti, la pena».
La procedura per il trasferimento dal carcere in Florida in Italia
Saranno necessarie “settimane” o fino a “un paio di mesi” prima che Forti possa rientrare in Italia. Le procedure per l’estradizione del cittadino italiano, attualmente detenuto in Florida, infatti prevedono diversi passaggi. In primo luogo, dopo aver ricevuto l’ordine dal governatore della Florida Ron DeSantis, Forti sarà trasferito dal carcere statale dove si trova in un penitenziario federale. A quel punto la pratica passerà al dipartimento di Giustizia che trasmetterà al ministero di Giustizia italiano la sentenza tradotta e la documentazione prevista che indicherà la possibilità del trasferimento.
Il Ministero italiano girerà la documentazione all’autorità giudiziaria, che a sua volta dovrà riconoscere la sentenza e metterla in esecuzione. A questo punto verrà organizzato il trasferimento del detenuto in Italia dove dovrà scontare la pena dell’ergastolo, ma verranno rispettati i regolamenti e le norme italiane.
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, aveva parlato più volte del caso Forti con il Segretario di Stato americano Antony Blinken, e il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, aveva avanzato la questione in novembre al Dipartimento di Giustizia, in un incontro con l’Attroney general Merrick Garland. Uno degli ostacoli più difficili, quello dell’ergastolo “without parole” americano, era stato affrontato proprio da Nordio.
Chico Forti è da 24 anni in carcere per aver ucciso Dale Pike nel 1998
L’imprenditore trentino è in carcere in Florida con l’accusa di avere ucciso Dale Pike il 15 febbraio 1998.
Il quartiere Cristo Re di Trento in festa con Una chance per Chico Forte
Nel quartiere di Cristo Re, dove abita lo zio di Forti, è ancora festa. «In questi anni non abbiamo mai mollato – dice Lorenzo Moggio, presidente di Una chance per Chico Forti, il comitato nato a Trento per sostenere la battaglia della famiglia dell’imprenditore in carcere -. Anche nei momenti più difficili, quando sembrava tutto impossibile, ci siamo aggrappati alla speranza e all’impegno pensando che più persone saremmo riusciti a coinvolgere e più possibilità avremmo avuto di riportare Chico a casa, nella sua Trento».
Roberto Salis: «Una buona notizia che fa ben sperare»
Intanto, se gran parte del mondo politico si complimenta per quanto è stato raggiunto, Roberto Salis, padre di Ilaria detenuta da oltre un anno a Budapest, commenta: «E’ una buona notizia che fa ben sperare».
Chi è Chico Forti
Chico Forti,oggi 65enne, è un ex velista e produttore televisivo italiano che nel 2000 è stato condannato per omicidio negli Stati Uniti d’America. Ma da sempre l’italiano si è dichiarato vittima di un errore di persona e in Italia, dopo che molte trasmissioni televisive si sono occupate della sua vicenda, è nato un movimento innocentista a sua difesa, che ha raccolto sia sostenitori che contestatori. Il movimento più volte è arrivato alle porte di Montecitorio per sollevare l’attenzione sul connazionale detenuto negli States.
Chico Forti e Dale Pike
La vicenda giudiziaria
Appena si presentano i poliziotti Forti chiede: «Siete qui perché è morto Dale?», circostanza sospetta perché nessuno sapeva ancora che Dale fosse stato ucciso. Forti dice alla polizia che non aveva incontrato né visto Dale, ma viene smentito dai registri dell’aeroporto. Allora Forti cambia versione e dice che Dale era andato a una festa.
A quel punto la polizia gli mostra i tabulati del suo cellulare che lo localizzano vicino al luogo del delitto. Allora Forti dà la sua terza versione: dice che un suo amico e pregiudicato tedesco Thomas Knott lo ha costretto a prelevare Dale per ucciderlo e che se avesse rifiutato Knott avrebbe ucciso la sua famiglia, ha prelevato Dale all’aeroporto e lo ha consegnato in un parcheggio a un tedesco di nome Hans su una Lexus bianca.
Nel corso di una perquisizione la polizia scopre che Forti era coinvolto in una serie di frodi immobiliari a Miami. La pistola usata per l’omicidio era una calibro 22 e la polizia scopre che Forti aveva comprato una calibro 22 pagando con carta di credito. Interpellato sulla pistola, Forti dice che è stata smarrita e che l’aveva data a Knott per il tiro al piattello. A questo punto l’italiano viene accusato di essere complice nell’omicidio e viene condannato all’ergastolo senza possibilità di condizionale.
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