Caso Orlandi, trovate ossa in un edificio del Vaticano
La Procura di Roma sta indagando per omicidio dopo il ritrovamento, avvenuto nella giornata di ieri, di alcune ossa, delle quali ancora non si conosce l’epoca, in un edificio di via Po, un locale annesso alla Nunziatura Apostolica in Italia, di proprietà del Vaticano.
Lavori. “Durante alcuni lavori di ristrutturazione sono stati rinvenuti alcuni frammenti ossei umani”, avverte la Sala Stampa della Santa Sede. “Il Corpo della Gendarmeria – sottolinea la nota vaticana – è prontamente intervenuto sul posto, informando i Superiori della Santa Sede che hanno immediatamente informato le Autorità italiane per le opportune indagini e la necessaria collaborazione nella vicenda”. Allo stato attuale, conclude la nota, “il Procuratore Capo di Roma, Giuseppe Pignatone, ha delegato la Polizia Scientifica e la Squadra Mobile della Questura di Roma al fine di stabilirne l’età, il sesso e la datazione della morte”.
Accertamenti. I magistrati di piazzale Clodio dunque hanno avviato una serie di accertamenti tecnici per cercare di capire a chi appartengano questi resti e, in particolare, se possano avere una compatibilità con il Dna di Emanuela Orlandi o Mirella Gregori, le due ragazze scomparse a Roma nel lontano 1983. Il lavoro di accertamento, che si sta svolgendo in collaborazione tra Vaticano e magistratura italiana, è concentrato su parti del cranio, come i denti.
La scomparsa. La scomparsa di Emanuela Orlandi, cittadina vaticana figlia di un commesso della Prefettura della casa pontificia, allora quindicenne, avvenne nella capitale il 22 giugno, dopo che Emanuela si recò a lezione di musica attorno alle 4 del pomeriggio in un edificio di piazza Sant’Apollinare a Roma, a poca distanza dal Senato, dove seguiva corsi di pianoforte. Di Mirella Gregori invece non si seppe misteriosamente più nulla dal 7 maggio 1983, circa un mese prima di Emanuela.
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