Centrodestra spaccato sui rapporti con il M5S

ROMA Vertice del centrodestra con giallo ad Arcore. Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni si sono riuniti per un’oretta e alla fine – in una nota ufficiale – hanno comunicato «gli elementi dai quali non intendono prescindere: un presidente del Consiglio espressione dei partiti di centrodestra, l’unità della coazione e il rispetto dei principali punti del programma sottoscritto prima del voto». Una mezza porta chiusa al M5S, con la rivendicazione del premier, anche se non con il nome di Salvini. Finito il vertice, però, «fonti della coalizione» hanno fatto sapere che i tre leader del centrodestra avevano anche concordato di proporre a Mattarella la formazione di un governo a guida centrodestra «che si presenti in Parlamento a chiedere i voti necessari alla fiducia su una base programmatica definita». Uno vero schiaffo in faccia al M5S, con la rimessa in gioco di un possibile appoggio esterno Pd.
«Il dialogo continua»
Ma a questo punto è arrivata la precisazione di Salvini, che ha smentito l’ultima aggiunta alle conclusioni del vertice: «Si parte dal centrodestra – ha detto il leader leghista – ma continua il dialogo a partire dal M5S. L’unica cosa che escludo è di fare un governo insieme al Pd». La Lega è contraria all’ipotesi di un governo che vada alla “conta” in Parlamento. «Se mi vogliono tirare dentro un governo che dura qualche mese e parla solo di legge elettorale – ha aggiunto Salvini – dico “no grazie” e preferisco tornare a votare».
Di Maio: «Quando decide ci chiami»
Dal fronte Cinque Stelle, Luigi Di Maio sfida Salvini: «Quando decide ci faccia uno squillo». Intanto incontra Grillo e Davide Casaleggio. «Se la Lega è interessata al cambiamento vengano al tavolo – ha detto Di Maio – discutiamo le proposte per gli italiani e mettiamoci al lavoro per il Paese». Ma poi si rivolge anche al Pd: «Abbiamo registrato le parole del segretario reggente Martina che penso siano un passo avanti e aspettiamo evoluzioni interne».
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