Ogm
8:00 pm, 13 Settembre 17 calendario

Ogm vietati solo se fanno male

Di: Redazione Metronews
condividi

Bruxelles. Gli Stati dell’Ue non possono adottare misure di emergenza concernenti alimenti e mangimi geneticamente modificati senza che sia evidente l’esistenza di un grave rischio per la salute o per l’ambiente. Lo ha indicato la Corte di Giustizia europea in una sentenza emessa ieri riguardante il caso di un coltivatore italiano, Giorgio Fidenato, penalmente perseguito perché, nel 2014, aveva coltivato mais MON 810 in violazione del decreto dell’Italia del 2013 che lo vietava. La Corte ricorda anche che in quell’occasione l’Italia aveva chiesto alla Commissione di adottare misure di emergenza alla luce di alcuni nuovi studi scientifici realizzati da due istituti di ricerca italiani. «Sulla base di un parere scientifico emesso dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), la Commissione ha concluso che non vi erano nuove prove scientifiche a supporto delle misure di emergenza richieste che fossero capaci di invalidare le proprie precedenti conclusioni sulla sicurezza del mais MON 810. Nonostante ciò, nel 2013 il governo italiano ha adottato un decreto che vietava la coltivazione del MON 810 nel territorio italiano». Quel decreto, afferma in sostanza la Corte, non era legittimo perché il “principio di precauzione” deve basarsi sulla certezza dell’esistenza del rischio, altrimenti non permette di eludere o di modificare le disposizioni previste per gli alimenti geneticamente modificati, già oggetto di una valutazione scientifica completa prima di essere immessi in commercio. Ricordiamo che, con una direttiva approvata nel 2015, i Paesi membri possono vietare la semina di Ogm anche se autorizzati a livello Ue. L’Italia è tra i 17 Stati membri che hanno scelto questa possibilità. La sentenza di ieri sembra però rimettere in discussione questo principio.
Perché sì
«Una vittoria di Pirro». Michele Morgante, Professore Ordinario di Genetica all’Università di Udine e presidente della Società italiana di genetica agraria, commenta così la sentenza europea. «Aspettiamo di leggere le motivazioni, ma è certamente più una vittoria morale per Giorgio Fidenato: la sentenza si riferisce al 2013 e la direttiva 2015/412 dà comunque la possibilità agli Stati membri di mettere al bando gli ogm…». 
Secondo il professore, comunque, l’introduzione di mais ogm nel nostro Paese avrebbe solo «un impatto positivo. Pensiamo per esempio al problema delle micotossine che infettano il mais». 
«Tra innovazione tradizione – spiega l’esperto – non esiste contraddizione. L’utilizzo di nuove tecnologie può infatti aiutare a rendere l’agricoltura più sostenibile». 
D’altra parte, «i rischi per la saute e l’ambiente non esistono. Non c’è alcuna evidenza scientifica a riguardo». 
Perché no
«Per l’Italia gli organismi geneticamente modificati in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico del Made in Italy». È Roberto Moncalvo, imprenditore e presidente della Coldiretti, a commentare la sentenza Ue. «L’agricoltura italiana – prosegue  – è diventata la più green d’Europa con il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario per prodotti a denominazione di origine Dop/Igp che salvaguardano tradizione e biodiversità, ma anche con la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma e con la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati, come avviene peraltro in 23 Paesi sui 28 dell’Unione Europea». Proprio Coldiretti ieri ha divulgato i risultati di un sondaggio secondo cui quasi 8 cittadini su 10 (76%) si oppongono oggi al biotech nei campi che in Italia sono vietati in forma strutturale dalla nuova normativa.  
Metro
 
 

13 Settembre 2017
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo