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10:55 pm, 4 Luglio 17 calendario

“Ecco la ricetta per la felicità”

Di: Redazione Metronews
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Come si fa a trovare la felicità? Una parola. “La felicità si conquista, non si trova perché la si vuole semplicemente. Come ogni conquista, occorre osservare determinate regole, nulla si ottiene senza il minimo impegno e volontà”. Insomma, bisogna un po’ darsi da fare, come spiega Alessandra Hropich, scrittrice impegnata spesso su temi e questioni sociali. Con “Quando il mostro è il proprio padre” (edizioni Bibliotheka, ebook), per esempio, raccontò la cronaca aspra e terribile di una famiglia  distrutta da un marito e genitore aguzzino, sia con la moglie che con le figlie. 
Ma ora, nel suo nuovo libro “La Felicità? Ve la do io!” (Youcanprint, in formato ebook), Hropich esplora un mondo diverso, quello della felicità inseguita da tutti. Un volume che, anche in questo caso, nasce grazie a storie vere, accadute. Storie naturalmente di persone che ci provano, a raggiungere la felicità, ma che magari sbagliano qualche passo, o la “ricetta”. Oppure che vorrebbero, ma forse neanche poi tanto, perché spesso dichiararsi infelici è, in fin dei conti, più semplice. E senz’altro meno faticoso.
– Hropich, chi sono quelli più inclini a definirsi infelici?
Le persone deboli e pigre: tendono a definirsi infelici.
– Perché?
Perché questo le rende più certe, più sollevate da qualsivoglia impegno, anche minimo. Sono le stesse che preferiscono autocommiserarsi, per poter dire che la felicità non esiste e che loro sono sfortunate.
– Le storie raccontate nel libro sono reali. Quale l’ha colpita di più?
Mi ha molto colpita la storia assurda e buffa di un uomo che, per conquistare la felicità accanto ad una donna senza scrupoli, ha sconvolto letteralmente la sua vita. Una storia forte ma comune a molti uomini.
– E’ sicuramente difficile trovare una ricetta buona per tutti per avvicinarsi alla felicità. Ma un minimo comun denominatore esiste? Qual è?
É l’amore, di qualsiasi tipo o per qualsiasi cosa. Anche avere dei progetti, piccoli o grandi. La felicità non è un’entità astratta ma si alimenta di quello che facciamo.
– E comunque, la cosa che serve a prescindere, per sentirsi un po’ meno infelici?
Credere nella possibilità di essere felici. Quello che la società sta perdendo è la speranza verso ogni cosa.
– Bisogna crederci.
Essere felici è un diritto, certo, ma, dall’altra parte, vi è il dovere di crederci.

4 Luglio 2017
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