Lavoro
7:12 pm, 3 Novembre 16 calendario

Ecco i giovani che ce la fanno

Di: Redazione Metronews
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ROMA I giovani non sono tutti “Neet”, definizione di chi non studia e non lavora, anzi: c’è un’ampia fascia di under 30 che si dà da fare, e che affronta la crisi con la creatività, le nuove tecnologie digitali e i servizi. Sono 2,6 milioni i giovani tra i 15 e i 29 anni che lavorano: da soli valgono 46,5 miliardi di euro, il 2,8% del Pil. È quanto emerge da un focus di Censis e Confcooperative. Che fotografa il fenomeno contrapposto ai “Neet”, definiti gli “Eet” (Employed-Educated and Trained), i giovani che ce la fanno. Oggi i titolari d’impresa giovani sono 175.000, di cui il 24,7% presente nel Nord-Ovest, il 15,7% nel Nord-Est, il 18,5% nelle regioni centrali, mentre nel Mezzogiorno la quota raggiunge il record del 41,1%.
Servizi informatici e ristorazione
La dinamica positiva vede crescere del 53,4% il numero dei giovani titolari d’impresa nei servizi d’informazione e altri servizi informatici, del 51,5% nei servizi per edifici e paesaggio, del 25,3% nei servizi di ristorazione. Nelle attività legate alla gestione di alloggi per vacanze e altre strutture per soggiorni brevi l’incremento è del 55,6%. Raddoppiano, inoltre, i giovani imprenditori nelle attività di supporto per le funzioni d’ufficio e i servizi alle imprese (+113,3%).
C’è anche l’altra faccia
Considerando solo i settori in cui si manifesta una dinamica positiva, tra il 2009 e il 2016 i titolari d’impresa giovani aumentano del 32%, passando da 27.335 a 36.079. L’altra faccia della medaglia sono per l’appunto i “Neet”: i giovani nella fascia d’età 15-29 anni che non studiano e non lavorano sono 2.349.000. L’aumento rispetto al 2007, quando erano 1.788.000, è stato rilevante: +31,4%. Il picco più elevato è stato raggiunto nel 2014 con 2.413.000. Il mancato inserimento dei “Neet” nel mercato del lavoro si traduce per l’Italia, secondo quanto certifica il rapporto curato da Censis e Confcooperative, in un costo per perdita di produttività di circa 21 miliardi di euro, pari all’1,3% del Pil.
Un lavoro difficile
Nel 2007 si contavano 3.758.000 occupati nella fascia 15-29 anni. Nove anni dopo – sottolineano Censis e Confcooperative – sono diminuiti a 2,6 milioni, con una perdita di 1,1 milioni (-30%). Una riduzione notevole, anche scontando la diminuzione della popolazione giovane (-2,6% nel periodo 2007-2015). Intanto si è anche modificata la struttura dell’occupazione giovanile in base al titolo di studio, con una forte penalizzazione della componente meno istruita. Nel 2007 il 31% degli occupati giovani possedeva un titolo di studio fino alla licenza media. Questa percentuale oggi è scesa al 22,5%. Gli occupati con il diploma passano dal 56,9% al 60,4%, ma più consistente è l’ampliamento della base occupazionale con la laurea, che cresce negli otto anni di 4,7 punti percentuali.
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3 Novembre 2016
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