Scuola
6:07 pm, 15 Settembre 16 calendario

Fondi per l’istruzione l’Italia resta ultima

Di: Redazione Metronews
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ROMA È impietosa la fotografia dell’Ocse sull’istruzione italiana. La spesa pubblica delle istituzioni italiane per l’educazione è scesa del 14% tra il 2008 e il 2013. Lo evidenzia l’Ocse nel rapporto “Education at a glance 2016”, che monitora il sistema educativo dei principali Paesi industrializzati. Nello studio si sottolinea come i tagli alla spesa non abbiano superato nello stesso periodo negli altri servizi pubblici il 2%. Dunque «non solo una riduzione totale della spesa pubblica in termini reali, ma anche un cambiamento nella distribuzione della spesa su altre priorità».
Insegnanti “vecchi”
L’Italia nel 2013 ha speso per l’istruzione il 4% del Pil contro una media Ocse del 5,2%. Gli insegnanti italiani sono i più vecchi tra i Paesi Ocse e c’è una delle percentuali più basse per quanto riguarda gli insegnanti di genere maschile. Sei-sette insegnanti su 10 sono over 50. Otto insegnanti su 10 sono donne. Quanto agli stipendi dei docenti, sono calati in Italia del 7% in termini reali tra il 2010 e il 2014 e il salario di quelli con quindici anni di anzianità vale «solo il 93% di quanto valeva nel 2000». Si tratta, afferma l’Ocse, della principale ragione per cui è calata la spesa per studente del 5% nell’ambito dell’educazione secondaria.
Università Cenerentola
Gli investimenti dell’Italia in campo educativo sono particolarmente bassi nell’università, pari al 71% della media Ocse. E il rapporto critica il nostro Paese anche perché ancora una «porzione trascurabile» di universitari nel 2014 seguono corsi di orientamento alla professione. Una seconda “maglia nera” arriva all’Italia per i giovani che non studiano, non lavorano e non fanno formazione. Nell’ultimo decennio la percentuale di Neet tra i 20 e 24 anni è aumentata in Italia del 10%, più che in ogni altro Paese Ocse. L’Italia ha una percentuale vicina al 35% di Neet contro una media Ocse del 15%. Dietro l’Italia ci sono Turchia, Grecia, Spagna, Messico. Il Paese più virtuoso è l’Islanda con una percentuale di Neet tra i 20 e i 24 anni di poco superiore al 5%. Seguono Olanda, Germania, Lussemburgo, Giappone e Norvegia.
La replica della ministra
«I dati Ocse offrono spunti di rifilessione, ma questo Governo ha finalmente invertito la rotta – è il commento della ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini – con la riforma Buona Scuola abbiamo previsto un investimento di 3 miliardi in più all’anno per l’istruzione. Abbiamo assunto 90.000 docenti nel 2015».
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15 Settembre 2016
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