TERREMOTO
2:25 pm, 30 Agosto 16 calendario

Si discute sulla nomina del commissario per il sisma

Di: Redazione Metronews
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ROMA La nomina del commissario per il terremoto nel Centro Italia fa discutere. Solo ieri il premier Renzi aveva affermato che la scelta ci sarebbe stata in settimana. Ma stamattina era in corso una riunione del Consiglio dei Ministri durante la quale sarebbe potuto già uscire un nome. 
La Lega si è dichiarata disposta a collaborare purché la scelta ricada su Francesco Paolo Tronca e non su Vasco Errani, il nome più accreditato dal Governo, sul quale il Carroccio e il Movimento 5 Stelle  sono critici. Il governatore dell’Emilia Romagna Errani, avendo gestito l’emergenza post-terremoto, sembrava destinato ad assumere l’incarico entro una settimana.
«Con spirito costruttivo e con massimo rispetto per il dolore di centinaia di famiglie che hanno perso i propri cari – spiega il segretario della Lega Matteo Salvini – siamo pronti a sostenere Tronca nel ruolo di commissario per la ricostruzione. Il prefetto ha già dimostrato di essere in grado di gestire con successo situazioni difficili e delicate in numerose città tra cui Milano e Roma. Siamo certi che sarebbe in grado di svolgere un ottimo lavoro anche nelle zone del centro Italia colpite dal terremoto».
Intanto, dal suo blog, Grillo tuona contro l’esecutivo. “Nel momento del panico, delle macerie, si parla di pannicelli caldi come le ‘agevolazioni fiscali’ (ovvero, miseri abbuoni sulle tasse per gente che ha perso tutto), o di ‘sospensione dei mutui’ (che verranno richiesti senza pietà dopo qualche mese o anno, su case ormai ridotte in polvere). Non siamo più ai tempi del Friuli, nel 1976, quando il Paese spese l’equivalente di 18 miliardi di euro per ricostruire case e paesi degli indomiti friulani: oggi si stanziano miseri 50 milioni per una minestra e una tenda, e per il resto si fa capire che è meglio che ci pensiamo da soli, dato che lo Stato non esiste più. O meglio: esiste solo per andare a pietire due soldi di sforamento in Europa, sforamento che ci viene prontamente negato perché le aree colpite non sono industrializzate, non fanno PIL, insomma i borghi del ‘300 non valgono nulla agli occhi dei burocrati europei”. 
Immediata la replica di Emanuele Fiano (Pd) che affida le sue parole a Twitter: “Oggi è giorno di lutto nazionale per tutti meno che per i Cinque stelle: per loro è sempre il giorno dello sciacallo”.
METRO

30 Agosto 2016
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