Isis e Libia
3:50 pm, 10 Agosto 16 calendario

La morsa Usa su Sirte “Libia, soldati italiani in campo”

Di: Redazione Metronews
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LIBIA  Gli Usa continuano a bombardare Sirte per spianare il terreno all’offensiva delle milizie libiche fedeli al governo  del premier designato Fayez al Sarraj che stanno cercando di riprendere il controllo del mega palazzo delle conferenze Ouagadougou, base dell’Isis nella roccaforte jihadista.  Sono stati 28 i raid compiuti dai caccia americani nella roccaforte dell’Isis in Libia, in otto giorni: una media di oltre 3  bombardamenti al giorno dal primo all’8 agosto. E’ l’ultimo aggiornamento dell’operazione Odyssey Lightning pubblicato dal comando militare Usa per l’Africa (Africom), secondo cui raid sono effettuati da AV-8B Harrierdecollati dalla nave d’assalto anfibia Uss Wasp nel MarMediterraneo. L’Isis ha rivendicato l’abbattimento di un aereo delle forze libiche “regolari”, forse un vecchio Mig russo, con il quale si erano persi i contatti.
Intanto, però, esplode il “caso” delle forze militari italiane che sarebbero impegnate sul campo. Hanno cominciato a diffondere la notizia sia l’Huffington Post che “Repubblica” nel numero in edicola di mercoledì 10, secondo cui “gli uomini dell’Esercito sono stati schierati prima a Tripoli per creare un nucleo di sicurezza per gli agenti dell’Aise, i servizi segreti, durante le missioni più delicate. Poi le forze speciali sarebbero passate da Benina, la base aerea del generale Haftar nell’Est del paese. E infine sono arrivati a Misurata”. I reparti speciali italiani, nello specifico, sono in Libia con compiti di addestramento difensivo delle forze libiche di Al Serraj, notizia che però il Governo non conferma, limitandosi a dire, secondo quanto riferisce ancora “Repubblica”, che la presenza di forze italiane è stata solo “richiesta”. Insomma, l’impressione che se ne ricava è che non si voglia ammettere che l’Italia è “in guerra”.
Si susseguono le voci, le notizie, le smentite. “Non ritengo opportuno commentare notizie stampa inesatte” ha detto all’Agi il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, in merito all’indiscrezione secondo cui il Copasir stesso sarebbe stato informato gia’ la settimana scorsa con un documento del governo della presenza di forze speciali italiane in Libia. L’agenzia Lapresse, citando “fonti bene informate”, scrive che  “sono tra cinquanta e cento le unità delle forze speciali italiane impegnate in Libia, tra carabinieri, paracadustisti del Col Moschin e incursori dell’aeronautica”, mentre l’Adnkronos conferma, basandosi su proprie fonti, che i militari italiani impegnati sono “solo una decina”, non coinvolti “in nessuna missione specifica sul territorio e assolutamente non prenderebbero parte ad alcun tipo di combattimento”.
Eppure, intervistato dal “Corriere della Sera”, il leader libico Fayez al-Serraj assicura di non aver bisogno di truppe straniere sul terreno, ma ricorda che “l’Isis e’ un’organizzazione pericolosissima” e che potrebbe infiltrare propri miliziani nei barconi che portano i migranti verso le coste italiane”. “L’Isis ci minaccia tutti allo stesso modo”, ha detto il premier, chiedendo al governo italiano  essenzialmente aiuti umanitari, ospedali da campo e attrezzature, ma non truppe. “I nostri uomini possono fre da soli un volta ottenuta la copertura dall’aria: ho chiesto solo l’intervento con attacchi aerei Usa che devono essere molto chirurgici e limitati”. 
Secondo il Washington Post, pero’, uomini delle forze speciali americane stanno gia’ aiutando in maniera diretta e sul terreno, a Sirte, gli alleati libici man mano che si intensifica l’offensiva contro le postazioni jihadiste. Secondo il quotidiano, un piccolo gruppo di forze speciali statunitensi e britanniche lavora insieme con le forze leali al governo provvisorio libico per raccogliere informazioni di intelligence e coordinare gli attacchi aerei statunitensi. Personale statunitense e britannico e’ stato visto a Sirte in diverse occasioni; e gli americani hanno stabilito un centro operativo alle porte di Sirte. La presenza di forze speciali Sas (Special Air Service) contro l’Isis era gia’ nota: l’esercito di Sua Maesta’ starebbero peraltro cambiando le sorti del conflitto utilizzando un nuovo prototipo di arma noto come “il punitore”, un lanciagranate statunitense XM25 dotato di telemetro laserche consente di sparare granate da 25 millimetri cheesplodono a mezz’aria o in prossimita’ del bersaglio, fino aun chilometro di distanza.
L’Italia, insieme a Germania, Usa, Francia, Regno Unito e Spagna, e’ preoccupata per la situazione in cui si trova il terminal petrolifero di Zuetina, sotto attacco di fazioni rivali che ne minacciano l’attivita’; e ha chiesto insieme agli altri 5 Paesi firmatari della dichiarazione congiunta, che il controllo di tutte le installazioni petrolifere libiche ritorni in mano al governo di unita’ nazionale, “senza condizioni, riserve, ne’ rinvii”.
METRO

10 Agosto 2016
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