Isis e Libia
3:30 pm, 11 Agosto 16 calendario

Sirte quasi libera dall’Is Polemica sui militari italiani

Di: Redazione Metronews
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LIBIA Sirte è ormai Isis-free. Nelle stesse ora infuria la discussione politica, in Italia, sulla presenza di elementi delle forze armate italiane sul suolo libico. “Le nostre forze hanno preso il controllo dei centri di comando dell’organizzazione dello Stato islamico (Is) nel centro di Sirte e la liberazione totale della città è molto vicina”: lo annuncia ad Aki-Adnkronos International il capo del Consiglio presidenziale del governo di consenso nazionale libico, Fayez Serraj. Il premier designato sottolinea come “i nostri ufficiali e soldati hanno realizzato grandi vittorie contro l’Is nella città di Sirte e ora l’organizzazione è assediata in spazi ristretti, ma si è trincerata in luoghi non lontani dai quartieri residenziali. Per questo – precisa – per salvaguardare l’incolumità dei civili e per evitare perdite tra le file delle nostre forze in caso di assalto a queste linee abbiamo deciso di mettere in atto la nostra adesione alla Coalizione internazionale creata per combattere l’Is e abbiamo chiesto un aiuto aereo con operazioni mirate e precise contro quelle linee e per un periodo limitato”. A questo proposito, Serraj assicura che “queste operazioni non andranno oltre la città di Sirte”, affermando che “gli aerei americani hanno effettivamente iniziato i bombardamenti per aprire la strada a un avanzamento delle nostre forze”.
Insomma, un aiuto internazionale “limitato” e circoscritto, quello di cui parla Serraj, facendo quasi eco al ministro degli Esteri, Gentiloni, che in una intervista al Corriere della Sera ha detto: “Sul piano militare stiamo fornendo alle operazioni antiterrorismo un sostegno logistico. Se ci saranno richieste ulteriori di attività di addestramento della guardia presidenziale e di sostegno alla guardia costiera le valuteremo”. Lo stesso Gentiloni ha dichiarato che dopo un anno e mezzo potrebbe presto riaprire l’ambasciata italiana (affidata a Giuseppe Perrone, una scelta assai elogiata dagli americani) a Tripoli.
L’attuale presenza italiana in Libia, confermata anche da Nicola Latorre (Pd), presidente della Commissione Difesa del Senato, contempla decine di militari impegnati in sminamento e addestramento ed è “strettamente legata alla nostra sicurezza”, come dice il senatore, il quale respinge le critiche di chi, come Movimento 5 Stelle e Forza Italia, aveva accusato il governo di aver tenuto all’oscuro il Parlamento. Pierferdinando Casini, presidente della Commissione Affari Esteri del Senato, è ancora più duro: “Chi protesta contro la presenza italiana in Libia deve, sotto il profilo giuridico, aggiornarsi e imparare le regole; sotto il profilo umano, deve un pochino vergognarsi perché non possiamo sempre pensare che siano gli altri a risolverci i problemi, dopo che per mesi abbiamo enunciato una leadership italiana. L’assistenza umanitaria, l’istruzione militare e la concessione delle basi sono il minimo che possiamo fare per adempiere alle nostre responsabilita’”.
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11 Agosto 2016
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