Orange is the new black
12:01 am, 8 Giugno 16 calendario

Il sistema carcerario Usa fa schifo. Parola di Big Boo

Di: Redazione Metronews
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SERIE Ha la maglietta con il volto di David Bowie, i capelli “gellatissimi” e la risata prorompente: Lea DeLaria, attrice 58enne che ha raggiunto il successo con il ruolo della massiccia e opportunista Big Boo di “Orange Is the New Black”, serie prepotentemente al femminile dove commedia e dramma hanno un confine labile. La quarta stagione del pluripremiato show ambientata in prigione torna su Netflix il 17 giugno diventando sempre più corale.
Cosa può aspettarsi Big Boo dalla quarta stagione?
Dopo essersi fatta quasi tutte le donne della prigione, finalmente andrà con un uomo. Ovviamente sto scherzando, dovrete scoprire da soli quale sarà il suo destino!
C’è un altro personaggio di cui le interessano le sorti?
A differenza di altre serie, dove agli attori viene fatta leggere solo la propria parte, a noi vengono passati tutti i copioni perché è difficile districare le varie linee narrative. So già cosa succede a tutte le altre e una cosa la posso anticipare: la quarta stagione sarà molto più dark, quasi straziante.
Orange le ha fatto cambiare idea sul sistema giudiziario americano?
No, pensavo già prima che facesse schifo. È sempre stato profondamente ingiusto, razzista e lo specchio di un’America che ha ancora troppi problemi sociali. Oggi, grazie alla serie mi rendo conto che lo sia molto di più di quanto pensassi. Esiste solo per far fare soldi al governo.
Si considera un’attivista?
Mi considero e sono un’attivista queer, e so quanto mezzi come la tv e le serie possano influenzare l’opinione pubblica. Ho partecipato all’episodio di “Friends” dove si celebrava il matrimonio lesbico e lo considero un momento storico per la comunità LGBT e l’apertura nei tuoi confronti.
In rete gira un video dove  mette in riga un predicatore.
Ero in metro, me ne stavo andando al lavoro quando questo ha cominciato a citare la Bibbia. Continuava a ripetere che le donne dovevano servire l’uomo perché lo diceva Dio, ma me ne sono rimasta zitta. Poi ha usato la parola “omo” infierendo contro la comunità LGBT e non ci ho visto più. Io più che in Dio credo nelle persone, ma certi casi te la rendono davvero difficile.
LORENZA NEGRI

8 Giugno 2016
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