TERRORE A PARIGI
12:24 pm, 18 Novembre 15 calendario

Ecco chi è la mente degli attentati, il super ricercato

Di: Redazione Metronews
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PARIGI Di lui ama dire che “Allah lo ha scelto per terrorizzare i crociati che fanno la guerra ai musulmani”. Abdelhamid Abaaoud, 28enne di origine marocchina ma nato a Molenbeek, nella ‘banlieue’ di Bruxelles, è considerato la mente degli attacchi di Parigi. Il suo nome ricorre in modo inquietante in quasi tutti i dossier ‘caldi’ della polizia belga ma anche francese, legato a diverse cellule jihadiste.   A partire da Verviers, nel Belgio orientale, dove a gennaio, pochi giorni dopo la strage di Charlie Hebdo, vengono uccisi due terroristi, Khalid Ben Larbi e Soufiane Amghar, e sventato un attacco contro la polizia. Sua, con ogni probabilità, anche la ‘regia’ dell’attacco fallito contro la chiesa di Saint-Cyr-Sainte-Julitte a Villejuif, nella Val-de-Marne, ad aprile. Ancora il suo nome viene associato  all’attentato, ad agosto, a bordo del treno Thalys dove il marocchino Ayoub El-Khazzani è bloccato dall’intervento eroico di tre passeggeri americani. E Abaaoud sembra vicino anche all’attentatore del museo ebraico di Bruxelles, Mehdi Nemmouche, che nel maggio 2014 uccide quattro persone.     
   Lo scorso luglio il 28enne estremista è stato condannato in contumacia a venti anni di prigione a Bruxelles perchè considerato a capo di un network di reclutamento di jihadisti per la Siria. Dopo gli attacchi di Parigi, gli inquirenti ricollegano Abaooud a Salah Abdeslam, il terrorista super-ricercato il cui fratello Ibrahim si è fatto esplodere al Comptoire Voltaire. Tutti provengono da Molenbeek, il quartiere di Bruxelles divenuto triste fucina di jihadisti ‘europei’.  Qui Abbaoud, nome de guerres Abou Omar Soussi oppure Abou Omar al-Baljiki (il ‘belga’), nasce nel 1987. Ed ha la fortuna di frequentare una scuola considerata prestigiosa, il College St. Pierre nei quartieri alti di Uccle, dove però già si comporta da ‘bullo’, come racconta qualche suo ex compagno di classe. Di lui si perdono quindi le tracce finchè la sua faccia giovane e barbuta diventa un’icona dei combattenti del ‘califfato’ nel cuore del Vecchio Continente.    Il suo arrivo in Siria sembra risalire a due anni fa mentre è del 2014 il video Isis in cui compare a bordo di un’auto mentre trascina dei corpi mutilati. A febbraio di quest’anno l’uomo concede un’intervista al magazine in inglese, Dabiq, considerato emanazione dello Stato Islamico, dove si vanta di aver beffato la polizia belga. “Il mio nome e la mia foto erano su tutti i giornali ma stavo a casa loro, progettavo operazioni contro di loro e me ne sono andato sano e salvo quando è stato necessario”, afferma. “Allah ha reso ciechi gli infedeli. Sono stato persino bloccato da un poliziotto che mi ha studiato per vedere se assomigliavo alla faccia nella fotografia, ma mi ha lasciato andare perchè non ha visto alcuna somiglianza!”, prosegue il terrorista che fornisce anche alcuni dettagli sul raid di Verviers del 15 gennaio, dopo il quale – appunto – fugge in Siria. Intanto il padre, Omar Abaaoud, che è emigrato in Belgio 40 anni prima, lo scomunica: “Abdelhamid ha portato la vergogna sulla nostra famiglia. Le nostre vite sono distrutte, non lo voglio vedere mai piu'”.  L’uomo non perdona al figlio anche un altra colpa: l’aver trascinato il giovane fratellino Younes in Siria con lui. Il ragazzino ha soli 13 anni e viene descritto da alcuni giornali come “il più giovane jihadista del mondo”. AGI   

18 Novembre 2015
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