L’Aquila, balconi bluff indagate 37 persone

L’AQUILA Sono 37 le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla Procura dell’Aquila dopo il crollo di un balcone di un alloggio della palazzina antisismica della “new town” di Cese di Preturo, una delle 19 del progetto “C.a.s.e.” realizzato per volere del governo Berlusconi dopo il terremoto per dare un tetto a oltre 16 mila aquilani alloggiati in circa 4.500 appartamenti. Le accuse a vario titolo sono di crollo colposo, truffa in pubbliche forniture e una serie di falsi. Le indagini sono scattate il 2 settembre 2014 quando un balcone si è staccato «per difetti di costruzione e utilizzo di materiale scadente» cadendo su quello sotto.
Sotto sequestro 800 balconi
Ora dopo un anno di indagini e perizie – che hanno portato al sequestro di 800 balconi in 494 appartamenti (su un totale di 4.500) nelle varie “new town” – è stato notificato agli interessati l’avviso di conclusione indagini. Tra le 37 persone che lo hanno ricevuto ci sono anche Mauro Dolce e Gian Michele Calvi, già membri della Commissione grandi rischi. Intanto un’altra inchiesta ha preso di mira la presunta truffa nei puntellamenti di alcuni edifici aquilani.
Sotto accusa è finita la ditta Gingoli, perquisita ieri dai carabinieri, che sta effettuando degli interventi per conto del consorzio “Quattro Cantoni” per un importo di circa 23 milioni.
Inchiesta anche sui puntellamenti
La nuova inchiesta conta al momento sei indagati, compresi un’avvocata (accusata dell’ipotesi di reato di truffa aggravata in concorso e continuata), i vertici della società Gingoli di Teramo e alcuni cittadini proprietari degli immobili da ristrutturare. L’indagine è una costola dell’operazione “Redde Rationem” relativa a presunte tangenti legate ai lavori di puntellamento. In questo filone d’inchiesta erano finite ai domiciliari 5 persone, un’altra ha avuto l’obbligo di dimora mentre 13 sono stati gli avvisi di garanzia.
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