Libia
7:59 pm, 14 Settembre 15 calendario

Libia, passi avanti reali ma ancora tante incognite

Di: Redazione Metronews
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Roma Passi piccoli, ma veri. Gabriele Iacovino, responsabile degli analisti del Ce.S.I., spiega progressi, lacune e incognite del possibile accordo in Libia.
Stavolta è una cosa seria?
Siamo di fronte a passi in avanti rispetto agli accordi di maggio e di luglio. La novità che fa ben sperare è che sia stato riconosciuto un ruolo anche al governo di Tripoli e non solo a quello internazionalmente riconosciuto di Tobruk. 
Ci sarà un governo di unità nazionale per la pace?
Questo è il percorso. Ma non mancano problemi. In particolare bisogna vedere quanto realmente le parti in causa vorranno implementare l’accordo, o se tornato a casa propria ognuno continuerà ad agire per conto suo. E poi quanto i due governi siano in grado di imporre le loro scelte politiche alla miriade di tribù e milizie.
Si rischia un accordo vuoto?
Ci troviamo di fronte ad almeno due grandissimi interrogativi. Primo, quanto siano davvero rappresentativi del Paese reale i due Parlamenti, e quindi quanto le loro scelte politiche saranno seguite sul terreno dalle realtà che operano sotto il loro ombrello. E poi l’accordo riguarda il mondo della costa, Tripolitania e Cirenaica, ma ci stiamo dimenticando del Fezzan, che è sempre più importante porta di collegamento per il Sahel e i suoi traffici. 
Quali vantaggi potrebbe portare l’accordo?
Riunire le due principali realtà inciderà anche sulla possibilità di agire nei confronti delle altre, come quelle che si richiamano all’Isis. E soprattutto creerebbe un soggetto istituzionale unico con cui dialogare e senza il quale non si può ipotizzare nulla, neanche una politica di aiuti o sui migranti. 
Cosa cambia per l’Italia?
Gli interessi prioritari dell’Italia sono in Libia molto più che altrove, una Libia stabile è importante per motivi geografici, economici e di sicurezza.
OSVALDO BALDACCI

14 Settembre 2015
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