Riforma scolastica Ecco le prime conseguenze
Non ci voleva la palla di vetro per prevedere che la riforma della scuola avrebbe portato il caos, vista l’approssimazione con cui è stata portata avanti e la violenza con cui è stata approvata. Ma neanche Merlino sarebbe riuscito a intuire che i guai sarebbero arrivati con molto anticipo rispetto all’inizio dell’anno scolastico. Da un paio di giorni è uscito il bando delle assunzioni, le famose nonché millantate 100 mila assunzioni del governo Renzi. Succede che il testo del decreto, nella farraginosità del rimando agli articoli interni, prevede nella sostanza la non obbligatorietà della “domanda di assunzione” per chi si trova in Gae (graduatoria a esaurimento, quella che appunto doveva essere esaurita in tempi brevi). Così, potrebbe verificarsi la paradossale situazione di precari che non faranno domanda di assunzione per non rischiare di essere mandati lontano da casa, e che però potrebbero lavorare comunque anche con una supplenza annuale. Rimandando la domanda a tempi migliori (per migliori si intende i tempi in cui non si rischia più l’esilio). Il paradosso è che già molti precari delle Gae si sono uniti e hanno mandato una lettera di diffida alla Ministra, chiedendo di chiarire la spinosa questione.
Ovviamente, la fretta – costante con cui Renzi ha agito dall’inizio per far passare la sua riforma – fa commettere errori madornali. Ma il punto rilevante di questo assaggio di disorganizzazione totale sta nel fatto che anche quei precari che avevano mandato giù il pacchetto totale della buona scuola in vista dell’agognata assunzione si stanno rendendo conto che forse era meglio restare precari stabili per altro poco tempo che insegnanti nomadi per sempre.
E soprattutto stanno vedendo che se prima c’era il disagio delle chiamate dal provveditorato a settembre, calcolando una serie di varianti ormai familiari, adesso quelle varianti sono aumentate a dismisura e soprattutto non sono neanche certe. La riforma più che semplificare il meccanismo dell’assegnazione delle cattedre lo ha complicato. Aveva promesso la stabilizzazione dei precari e ne ha amplificato l’instabilità. Esprimo solidarietà assoluta ai colleghi che passeranno un’estate all’insegna del “che cosa ne sarà di noi?”
TONY SACCUCCI
Insegnante e scrittore
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