Lavoro
7:22 pm, 29 Giugno 15 calendario

Tra aprile e giugno 83 mila posti in più

Di: Redazione Metronews
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ROMA Non si vedeva da 36 mesi un saldo positivo tanto consistente nelle “previsioni di assunzione” del settore privato: sono 83 mila i posti di lavoro aggiuntivi che le imprese dell’industria e dei servizi intendono creare tra aprile e giugno 2015: 82 mila dei quali destinati a lavoratori alle dipendenze. Secondo i dati del Sistema informativo “Excelsior” di Unioncamere e ministero del Lavoro relativi al secondo trimestre 2015, l’effetto Jobs Act si fa sentire nei programmi occupazionali delle imprese, corroborato però dal vento di ripresa nel sistema produttivo: le assunzioni previste a tempo indeterminato (68.400) toccano il massimo storico dal gennaio 2012, andando a rappresentare il 24%, mentre i saldi positivi attesi entro giugno si estendono a tutti i settori pur concentrandosi sul turismo (alloggio e ristorazione), per la vicina stagione estiva.
Bene anche al Sud e al Centro
Buone notizie anche a livello territoriale: pur perdurando nel Nord Ovest l’impulso positivo di Expo già registrato nel precedente trimestre (in queste Regioni i nuovi posti che le imprese intendono creare entro giugno saranno 13 mila), è nelle altre zone che i saldi positivi subiscono una sensibile impennata, superando le 25 mila unità nel Nord Est e nel Mezzogiorno e sfiorando le 19 mila al Centro. Il saldo positivo di 83 mila unità, spiega Unioncamere, deriva dalla differenza tra le 282 mila entrate e le 199 mila uscite attese. Le assunzioni a tempo indeterminato sono quasi l’80% in più di un anno fa e riprende vigore anche l’occupazione creata dalle imprese di minori dimensioni.
Camusso: ripresa di riflesso
«Questa degli 83 mila posti l’ho già sentita». Così il segretario della Cgil, Susanna Camusso, ha commentato i dati Unioncamere. «Un po’ di sostituzioni o di assunzioni – ha aggiunto la leader sindacale – sono determinate dai finanziamenti, dalla contribuzione che c’è nella legge di stabilità». Per Susanna Camusso «siamo ben lontani dall’aggredire la disoccupazione, che è il tema che continua ad essere quello che non c’è: una politica industriale e degli investimenti». Secondo il segretario Cgil «tutto ciò che abbiamo di ripresa è un riflesso di quanto si sta muovendo a livello internazionale. Credo che un Paese non se lo possa permettere, non può immaginarsi che l’uscita dalla crisi non sia legata a scelte da fare».
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29 Giugno 2015
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