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8:45 pm, 25 Marzo 15 calendario

Terrorismo, una guerra senza più privacy

Di: Redazione Metronews
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ROMA Garante della privacy, esperti, e anche hacker in allarme: nella legge di conversione del decreto antiterrorismo sono stati inseriti martedì sera degli emendamenti potenzialmente lesivi della privacy dei cittadini. In sostanza le compagnie telefoniche potranno conservare i dati sul traffico (“data retention”) per un tempo raddoppiato rispetto a quello attuale. Sarà come subire una perquisizione a norma di legge nel proprio computer e nelle mail.
Scenario cambiato
Il testo base approvato a febbraio considerava una serie di aumenti di pena per l’addestramento ad attività con finalità di terrorismo. Ma con gli emendamenti approvati in Commissione Giustizia e Difesa della Camera lo scenario è cambiato. «È consentita l’intercettazione del flusso di comunicazioni», «anche attraverso l’impiego di strumenti o di programmi informatici per l’acquisizione da remoto delle comunicazioni e dei dati presenti in un sistema informatico». È quanto prevede l’articolo più contestato. La perquisizione è ammessa per i reati «commessi mediante l’impiego di tecnologie informatiche o telematiche».
Garante in allarme
Contro le nuove norme è sceso in campo anche Antonello Soro, Garante della privacy: «Queste norme vanno ad alterare l’equilibrio tra privacy e sicurezza». E, nel caso dei “data retention” vanno contro la sentenza della Corte di giustizia dell’aprile scorso: «La sentenza ha infatti annullato la direttiva sulla “data retention” in ragione della natura indiscriminata della misura (applicabile a ciascun cittadino, senza distinzione tra i vari reati). In quella sede, la Corte ha ribadito la centralità del principio di stretta proporzionalità tra privacy e sicurezza». Un principio che ora rischierebbe di saltare.
Perquisiti i pc
In sostanza «da domani per qualsiasi reato commesso a mezzo del computer sarà consentito violare da remoto in modo occulto il domicilio informatico dei cittadini», scrive Stefano Quintarelli, Scelta Civica, ed ex dg dell’Area Digital del Gruppo24ore. «L’uso di captatori informatici come Trojan è una delle operazioni più invasive che lo Stato possa fare – prosegue – quella metodologia è contestualmente una ispezione, una perquisizione, una intercettazione di comunicazioni, una acquisizione occulta di documenti e dati personali». Oggi si decide: Forza Italia, minoranza Pd e M5S promettono battaglia.
STEFANIA DIVERTITO
 

25 Marzo 2015
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