Lavoro
8:47 pm, 19 Febbraio 15 calendario

Con la crisi i giovani sempre più a spasso

Di: Redazione Metronews
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ROMA Sono circa due milioni e mezzo (26% del totale) i giovani italiani tra 15 e 29 anni che nel 2013 non erano inseriti in un percorso scolastico o formativo e neppure impegnati in un’attività lavorativa. Nel 2013 si è avuto l’incremento più forte degli ultimi anni della percentuale di Neet. Lo rivela il rapporto Istat “Noi Italia”. In Europa solo la Grecia presenta un’incidenza maggiore di Neet (28,9%), mentre Germania e Francia hanno quote più contenute (8,7 e 13,8%). In Italia solo il 6,2% degli adulti è impegnato in attività formative contro una media europea del 10,5%.
Nel 2013 in Italia risultano occupate quasi sei persone su dieci in età 20-64 anni, un tasso di occupazione tra i più bassi in Europa.
Siamo il Paese più penalizzato
Anche secondo il rapporto di Caritas Europa uno dei risvolti più drammatici della crisi economica è «l’esplosione dei Neet», appunto i giovani tra i 15 e i 24 anni che non lavorano e non studiano. Nei 7 Paesi più deboli dell’Unione Europea, questi giovani nullafacenti sono il 18,1% rispetto alla media del 13% nei Paesi Ue. L’Italia è il Paese più penalizzato dal fenomeno della disoccupazione giovanile, che riguarda il 40% dei lavoratori 15-24enni. Con un tasso di disoccupazione generale del 16,9% rispetto alla media Ue del 10,8%, nei 7 Paesi c’è una evidente tendenza ad una precarizzazione del lavoro, ad una diminuzione delle ore lavorate, ad un incremento del tasso di lavoro part-time.
Più occupati a tempo parziale
Nell’Unione a 28 sono più di 25 milioni i cittadini privi di lavoro (8,4 milioni in più rispetto al dato pre-crisi del 2008). Le persone più colpite sono quelle con bassi livelli di istruzione e i giovani. Aumenta anche la disoccupazione di “lungo periodo”. In Italia, nel 2013, il tasso di disoccupazione generale era inferiore alla media dei sette Paesi deboli (12,2%), ma superiore alla media europea. Per l’Istat il tasso di occupazione dei 55-64enni è pari al 42,7% (+2,3% rispetto al 2012), inferiore alla media Ue28 (50,1%). Cresce la quota di occupati a tempo parziale (17,9%) e questo avviene soprattutto a causa dell’incremento del cosiddetto part time involontario.
Aumentano gli sfiduciati
C’è chi un’occupazione la vorrebbe, ma ha smesso di cercarla. Su 3 milioni di italiani che nel 2013 non hanno cercato lavoro, ma avrebbero voluto lavorare, quasi la metà, il 46,4%, è “scoraggiato”: ben 1,5 milioni di persone che un’occupazione neanche la cercano più, convinti che non riuscirebbero a trovarla.
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19 Febbraio 2015
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