Camilla Laureti (Pd): «Per realizzare un’Europa più equa e forte»
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In vista dell’appuntamento con le Elezioni europee dell’8 e 9 giugno, Metro ha posto alcune domande a candidate e candidati di diversi schieramenti.
Camilla Laureti è candidata per la lista del Partito Democratico nella Circoscrizione Centro.
Che ruolo può e deve avere l’Europa del futuro?
«Sicuramente noi, democratici e progressisti, vogliamo un ruolo più forte dell’Europa come protagonista dei diritti sociali, della sostenibilità, dell’economia, della pace. Perché rafforzare l’Europa significa rafforzare l’Italia. Pensiamo alle sfide del presente, come i conflitti, il cambiamento climatico, l’autonomia energetica, le migrazioni, i nuovi lavori: è mai possibile pensare di farcela da soli? No. Le destre, e penso ai loro manifesti elettorali, vogliono più Italia e meno Europa. Una prospettiva miope che non fa bene alla crescita del nostro Paese, che lo indebolisce. Significa guardare nello specchietto retrovisore della storia».
La crisi climatica è stringente, come concretizzare il “Green Deal Europeo”?
«Il Green Deal è una necessità storica per salvare il Pianeta e la nostra vita. Chi nega il cambiamento climatico compie un atto di irresponsabilità gravissima. Il Green Deal significa investimenti, con l’obiettivo di essere leader nelle produzioni verdi e di efficientare le nostre città e i nostri territori, e significa pensare in maniera sostenibile. La “rivoluzione verde” deve, però, essere giusta sul piano sociale: quindi va sostenuta con un grande investimento di risorse, come stanno facendo altre grandi potenze come gli Usa e la Cina. Non possiamo lasciare sole le famiglie e le imprese, soprattutto le persone più fragili sul piano sociale. Dobbiamo triplicare il Fondo sociale per il clima. Oggi in Italia, faccio un esempio, ci sono 2 milioni di famiglie in povertà energetica: noi dobbiamo pensare soprattutto a loro».
A livello internazionale la Ue sembra aver perso autorevolezza e agisce divisa. Come rimediare?
«Servono una politica estera e di difesa realmente comuni. In questo presente sconvolto dalle guerre, va rilanciata la prospettiva della pace. E la difficoltà dell’Europa ad imporsi come forza diplomatica dipende anche da questa mancanza di una politica estera e di difesa comuni. E’ questa, insieme alla transizione ecologica giusta, una delle maggiori sfide della prossima legislatura europea».
I fondatori dell’europeismo sono stati italiani, come rilanciare oggi questo sogno?
«Come diceva Altiero Spinelli, “l’Europa non cade dal cielo”. È un impegno di tutte e tutti noi, ogni giorno. E, quindi, innanzitutto si deve partecipare alle elezioni di giugno, scrivendo come cittadine e cittadini una pagina di grande partecipazione democratica. E si deve votare con attenzione, perchè queste elezioni sono le più importanti di sempre per il futuro europeo. Non si può cedere alle sirene di chi racconta che il nemico è l’Europa, di chi agita la paura e fomenta l’odio verso le altre culture, di chi nega il dramma del cambiamento climatico, di chi rifiuta di riconoscere più diritti ai lavoratori e alle persone».
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