elezioni europee 2024
6:01 am, 28 Maggio 24 calendario

Matteo Ricci (Pd): «Volontà e visione per dare un futuro all’Europa»

Di: Lorenzo Grassi
Matteo Ricci
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In vista dell’appuntamento con le Elezioni europee dell’8 e 9 giugno 2024, Metro ha posto alcune domande a candidate e candidati di diversi schieramenti.

Matteo Ricci è candidato per la lista del Partito Democratico.

In molti chiedono una riforma della Ue, c’è però chi la vorrebbe più incisiva (superando l’unanimità) e chi meno (con prevalente autonomia nazionale).

«Va assolutamente superato l’unanimità, cioè il diritto di veto dei singoli paesi. Altrimenti continueremo ad apparire e spesso ad essere una democrazia inefficace e inefficiente. Dalla democrazia europea, dal funzionamento dell’Europa, dipende anche da salvaguardia della democrazia globale, perché non dobbiamo dimenticarci che siamo uno dei pochi posti democratici al mondo. L’Europa mantiene lo status di regione con i più alti risultati al mondo in termini di performance democratica, ma in molti Paesi si sta già registrando un calo. Se vinceranno le destre noi rischiamo di avere ancora di più un’Europa intergovernativa che rischia la frammentazione».

A fronte della stringente crisi climatica, la sfida ecologica del “Green Deal Europeo” è imprescindibile. Ma come affrontarla?

«Il 2023 è stato l’anno più caldo della storia. Cos’altro deve succedere per dimostrarci che il cambiamento climatico è più veloce di quello che ci immaginavamo? La risposta non può essere rallentare la transizione ecologica, ma deve essere quella di accelerarla. Lo scopo primario del patto verde europeo, è quello di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Occorrono quindi politiche capaci di incentivare la transizione ecologica ma occorre anche lo sforzo dei singoli Stati per far partire dal basso una rivoluzione green. Tutela del patrimonio naturale e faunistico e della salute e benessere delle persone accanto all’utilizzo delle nuove tecnologie, che potrebbero portare nuovi lavori e nuovo benessere. Occorrono cambiamenti netti sui nostri stili di vita e dei consumi. Incentivare anche economicamente un’agricoltura sostenibile rispettosa delle risorse naturali, che non utilizza sostanze inquinanti per non alterare l’equilibrio ambientale, contro un agricoltura intensiva che va contro gli obiettivi del Patto verde. Dobbiamo incrementare nuove forme di mobilità sostenibile dove possibile. Ripensare il mondo del lavoro per abbattere gli spostamenti e l’inquinamento; aumentare le aree verdi e i parchi; la tutela delle coste marine; lotta all’abusivismo edilizio e incentivare la riqualificazione del già costruito; e poi c’è il problema dello smaltimento dei rifiuti. Insomma di cose da fare ce ne sono tante, basta la volontà politica e la visione. Altrimenti tra qualche anno non avremo il coraggio di guardare in faccia i nostri figli e i nostri nipoti. Che pianeta gli lasciamo».

Nel delicato scacchiere geopolitico globale la Ue stenta ad avere “una voce sola” e perde peso. Tarda anche la difesa comune europea. Si può rimediare?

«Il momento che stiamo vivendo è drammatico, siamo circondati dalle guerre e il mondo si sta riorganizzando in maniera pericolosa con un’Europa che, in questo momento è completamente impotente rispetto ai cambiamenti globali. Lo scenario che abbiamo davanti è semplice: se alle prossime elezioni europee vincono le destre si rischia la disgregazione. Se invece vinceranno i socialisti e democratici riprenderemo una strada verso un’Europa federale, più forte e soprattutto unita, con un’unica politica estera, di difesa, migratoria, economica. E più saranno forti le forze europeiste, prima riprenderemo un cammino verso un’Europa federale, l’unica possibile per contare».

Che valore può aggiungere l’Italia per rilanciare quel grande sogno europeista di cui è stata pioniera e che oggi sembra essersi affievolito con derive nazionaliste?

«L’Italia di Altiero Spinelli è il cuore dell’Europa, e dovrebbe essere il traino di una visione federalista, cioè di una politica che mette insieme almeno le funzioni principali come la politica estera, quella di difesa, quella energetica, quella migratoria. Se l’Italia non sarà traino di un’Europa federalista rimarrà ai margini, deve essere nel nucleo centrale insieme alla Francia e la Germania, un traino per un salto di qualità e dell’Europa verso gli Stati Uniti d’Europa».

 

 

 

 

 

28 Maggio 2024 ( modificato il 29 Maggio 2024 | 20:47 )
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