Israele
12:55 pm, 21 Aprile 24 calendario

Israele avverte: “Fermate l’Iran, può colpire città come Roma”

Di: Redazione Metronews
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Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz posta sui social una foto del Colosseo sul quale stanno per abbattersi sei missili. Israele avverte così il mondo delle possibili conseguenze se l’Iran non verrà fermato.

Il ministro degli esteri israeliano posta una foto del Colosseo su X

L’immagine è stata postata su X dal ministro degli Esteri israeliano che scrive: “Il recente attacco dell’Iran a Israele è solo un’anteprima di quello che le città di tutto il mondo possono aspettarsi se il regime iraniano non verrà fermato. Il mondo deve designare le Guardie rivoluzionarie iraniane come un’organizzazione terroristica e sanzionare il programma iraniano di missili balistici, prima che sia troppo tardi”.

Dopo il Colosseo, nuovo post con la Tour Eiffel

«Fermare l’Iran ora, prima che sia troppo tardi». E’ il secondo messaggio rilanciato su X da Israel Katz che stavolta sceglie Parigi e la Tour Eiffel. Nel post, il capo della diplomazia dello Stato ebraico ha richiamato il segretario di Stato americano Antony Blinken, e gli omologhi di Francia, Italia, Germania e Regno Unito.

Khamenei: “Con attacco a Israele dimostrata la nostra potenza”

L’Iran ha dato dimostrazione della sua potenza con l’attacco di rappresaglia sferrato contro Israele. A dichiararlo è stato oggi il leader supremo religioso iraniano Ali Khamenei. Secondo quanto riportano i media del paese, Khamenei ha ringraziato le forze armate per l’operazione del 13 aprile contro Israele. La guida suprema iraniana ha quindi esortato a “perseguire incessantemente l’innovazione militare e a imparare le tattiche del nemico” e ha minimizzato l’importanza del numero di missili lanciati o che hanno colpito il bersaglio nell’attacco a Israele. La maggior parte dei missili lanciati dall’Iran è stata intercettata dai sistemi di difesa aerea israeliani, con l’aiuto di Stati Uniti e Regno Unito.

Israele convoca ambasciatori dei paesi che hanno votato per riconoscere Palestina

Israele ha convocato oggi gli ambasciatori di sei paesi che hanno votato a favore della risoluzione delle Nazioni Unite per il pieno riconoscimento di uno stato palestinese. Giappone, Francia, Corea del sud, Malta, Slovenia ed Ecuador hanno sostenuto il testo sul quale gli Stati Uniti giovedì hanno posto il veto.

Il portavoce del ministero degli Esteri, Oren Marmorstein, ha annunciato che i loro ambasciatori riceveranno una «forte protesta» oggi. Il messaggio privo di ambiguità che verrà consegnato, ha anticipato, è che «un gesto politico nei confronti del palestinesi e l’appello a riconoscere uno stato palestinese a sei mesi dal massacro del 7 ottobre equivale ad un premio per il terrorismo. Israele non accoglierà la nascita di uno stato terroristico che metterà in pericolo i suoi cittadini». Quei paesi, ha aggiunto, dovrebbero invece concentrarsi sul premere su Hamas affinché rilasci gli ostaggi sequestrati il 7 ottobre.

Una «protesta identica» verrà poi formulata anche nei riguardi di altri paesi che hanno sostenuto l’iniziativa, ha ancora annunciato.

In sede di votazione, Regno Unito e Svizzera si erano astenuti, mentre avevano appoggiato il testo – oltre ai primi sei destinatari della protesta – anche Russia, Cina, Algeria, Sierra Leone, Mozambico e Guyana.

Hamas condanna gli Usa per gli aiuti militari a Israele

Dal canto suo, Hamas ha condannato l’approvazione da parte della Camera dei Rappresentanti Usa di un nuovo pacchetto di aiuti militari a Israele: “Questo sostegno, che viola il diritto internazionale, è una licenza e un via libera al governo estremista sionista per continuare la brutale aggressione contro il nostro popolo”.

Accusata di istigazione al terrorismo una sorella del leader di Hamas

Una sorella del leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, è stata incriminata con l’accusa di istigazione al terrorismo secondo quanto riportato dal Times of Israel. L’atto d’accusa contro Sabah al-Salem Haniyeh, 57 anni, residente nella città meridionale di Tel Sheva, si basa su due messaggi WhatsApp inviati a decine di suoi contatti, tra cui lo stesso Haniyeh, in cui “loda, incoraggia e sostiene” le azioni di Hamas del 7 ottobre.

Il 10 ottobre, la donna ha inviato un messaggio a due gruppi WhatsApp, uno dei quali aveva 116 membri e l’altro con nove membri, dicendo loro di far girare una preghiera che avrebbe aiutato a “distruggere il nemico”.

Per questo messaggio e per un altro inviato il 9 ottobre sono stati formulati due capi d’accusa per identificazione con un’organizzazione terroristica, che comporta una condanna a tre anni di carcere, e tre capi d’accusa per incitamento al terrorismo che comporta una pena detentiva di cinque anni. L’atto d’accusa è depositato presso la Corte del Magistrato di Beersheba.

Scoperta nuova fossa comune nel cortile di un ospedale di Khan Younis

Le autorità della Striscia di Gaza hanno scoperto una nuova fossa comune nel cortile di un ospedale di Khan Younis. I 60 corpi recuperati portano a quasi 34.100 il bilancio delle vittime palestinesi dall’inizio dell’offensiva dell’esercito israeliano, poco più di sei mesi fa.

Da venerdì scorso, nell’ospedale Nasser sono stati ritrovati 210 corpi, mentre nella zona ci sono ancora circa 2.000 dispersi, ha detto all’EFE un portavoce della protezione civile dell’enclave.

Gli israeliani si sono ritirato da Khan Yunis il 7 aprile dopo aver raso al  suolo due ospedali

L’esercito israeliano si è ritirato da Khan Yunis nelle prime ore del 7 aprile, dopo quattro mesi di combattimenti e bombardamenti. I due principali ospedali della zona, Amal e Nasser, sono stati rasi al suolo e sono completamente inattivi dopo aver subìto un assedio da parte delle truppe israeliane, che hanno attaccato entrambi i centri per il sospetto che nascondessero miliziani di Hamas e della Jihad islamica.

Secondo Hamas, la scoperta della fossa comune presso l’ospedale Naser «riafferma la portata dei crimini e delle atrocità commesse dall’esercito di occupazione sionista».

L’episodio ricorda quanto accaduto all’ospedale Al Shifa, il più importante e situato nel nord dell’enclave, completamente fuori servizio dopo un assedio israeliano durato due settimane a fine marzo. Dopo la partenza delle truppe israeliane dall’ospedale il 1 aprile, le autorità di Gaza scoprirono una fossa comune con una dozzina di corpi sepolti, tra cui pazienti, donne e anziani. In totale, nei giorni successivi, furono recuperati circa 400 corpi dentro e intorno all’ospedale.

Diffuse le immagini del raid israeliano di venerdì a Isfahan

Intanto l’Iran International, tv iraniana con sede a Londra, ha diffuso immagini satellitari di quello che sostiene essere il sito colpito nell’attacco israeliano avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì presso l’ottava base aerea di Shekari a Isfahan.

Le analisi delle immagini satellitari – che mostrano il sito prima e dopo il raid – “confermano le notizie secondo cui la parte centrale di un sistema di difesa aerea S-300 alla base aerea di Isfahan è stato colpito in un presunto attacco israeliano”.

Ancora non c’è stata alcuna conferma ufficiale da parte israeliana, ma fonti americane hanno detto che si è trattato di un attacco missilistico. L’Iran sostiene che l’attacco ha coinvolto droni che sono stati neutralizzati dalle difese aeree. Anche se non è chiaro ancora quale arma sia stata utilizzata, le immagini satellitari del prima e del dopo, pubblicate da Iran International, sembrano mostrare che il danno è stato molto preciso.

21 Aprile 2024
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