8 marzo
12:37 pm, 8 Marzo 24 calendario

Decine di migliaia al corteo di Roma con la musica della Bertè

Di: Redazione Metronews
decine di migliaia
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A decine di migliaia stanno formando il lungo serpentone del corteo organizzato a Roma per l’8 marzo dall’associazione transfemminista “Non una di meno” contro la «violenza patriarcale», anche per criticare la politica del governo in campo internazionale e rivendicare i diritti al lavoro e alla casa. A fare da colonna sonora è Loredana Bertè con le sue canzoni, dall’ultima, “Pazza”, alla classica “Non sono una signora”. La manifestazione è partita dal Circo Massimo. In molte hanno lo scotch nero sulla bocca «per protestare contro la censura della tv di Stato». Nel corteo anche tante bandiere palestinesi e slogan «Free Palestine».

Decine di migliaia in corteo

«Manifestiamo contro la guerra come manifestazione massima della violenza patriarcale. Scioperiamo contro il genocidio in Palestina e chiediamo l’immediato cessate il fuoco a Gaza – spiegano le organizzatrici – chiediamo la fine dell’occupazione e del sistema di apartheid e dell’occupazione coloniale in Palestina. Oggi siamo al fianco delle donne palestinesi che ci hanno chiesto di scioperare e noi abbiamo accolto il loro appello. Ma ci opponiamo anche alla politica economica di questo governo che favorisce i contratti precari e smantella il welfare aumentando il lavoro gratuito che pesa sulle donne e sui precari. Ci opponiamo al progetto di “dio, patria e famiglia” delle nuove destre e ci opponiamo alle politiche sessiste e razziste di questo governo che discriminano le famiglie arcobaleno e ostacolano l’autodeterminazione delle persone e adolescenti trans».

«Al governo interessa solo la procreazione»

In piazza anche molti ragazzi e studenti. Tra gli striscioni e i cartelli: «Distruggete il patriarcato non il pianeta», «Educate i vostri figli», «Assurdo sentirsi privilegiate ad essere ancora vive», «Insultate stuprate ammazzate ci volete mute ci avrete arrabbiate». Molte anche le scritte contro il governo accusato di essere complice del genocidio in Palestina. Molto rumoroso è il nutrito gruppo di ragazze e ragazzi che si autodefinisce “Donne de borgata” che unisce la protesta contro la violenza sulle donne a quella contro gli sfratti e gli sgomberi e per il lavoro. Critica con il governo Gabriella Marando, attivista di “Non una di meno”, che accusa il governo Meloni di pensare «solo alle donne fertili e cisgender: nei consultori è rimasto soltanto il reparto di ostetricia, ma le donne sono tali anche a ottant’anni e sembra che al governo interessi solo l’aspetto della procreazione mentre c’è anche l’aspetto della salute e dell’educazione sessuale».

8 Marzo 2024
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