inflazione
11:56 am, 30 Novembre 23 calendario

Inflazione ancora in frenata a novembre: il calo si deve ai prezzi degli energetici. Occupazione in salita a ottobre

Di: Redazione Metronews
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Continua a frenare l’inflazione: secondo le stime preliminari dell’Istat, a novembre l’indice registra una diminuzione dello 0,4% su base mensile e un aumento di 0,8% su base annua, da +1,7% del mese precedente.

Inflazione in diminuzione

Il rialzo su base tendenziale in questa misura non si registrava dal marzo 2021, ossia prima dell’invasione ucraina. L’ulteriore calo del tasso di inflazione su base congiunturale, spiega ancora l’Istat, risente del favorevole andamento dei prezzi dei Beni energetici, ai servizi (ricreativi, culturali e per la cura della persona e di trasporto) e alla nuova decelerazione del ritmo di crescita dei prezzi dei beni alimentari (+6,1%), in particolare della componente lavorata, che esercita un freno alla crescita su base annua dei prezzi del carrello della spesa (+5,8%).

L’Istat spiega che la decelerazione del tasso di inflazione si deve prevalentemente ai prezzi degli energetici, sia non regolamentati (da -17,7% a -22,5%) sia regolamentati (da -31,7% a -36,0%), e, in misura minore, al rallentamento degli Alimentari lavorati (da +7,3% a +6,3%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,5% a +4,6%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +4,0% a +3,5%). Tali effetti risultano solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi degli Alimentari non lavorati (da +4,9% a +5,8%). L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi continua anch’essa a rallentare (da +4,2% a +3,6%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +4,2%, registrato a ottobre, a +3,7%).
Dopo essersi annullata a ottobre, la dinamica tendenziale dei prezzi dei beni scende su valori negativi (a -1,3%), mentre quella dei servizi rimane su valori positivi, sebbene in ulteriore rallentamento (da +4,1% a +3,7%), determinando un ampliamento del differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni (+5,0 punti percentuali, dai +4,1 di ottobre).
Continuano a rallentare in termini tendenziali i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +6,1% a +5,8%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +5,6% a +4,8%).
La diminuzione congiunturale dell’indice generale si deve principalmente ai prezzi degli Energetici non regolamentati (-3,8%), di quelli regolamentati (-2,4%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,3%) e dei Servizi relativi ai trasporti (-0,7%); tali effetti sono stati solo in parte compensati dall’incremento dei prezzi degli Alimentari non lavorati (+0,9%) e lavorati (+0,6%).

Occupazione in salita

A ottobre l’occupazione continua a crescere: rispetto al mese precedente, l’aumento riguarda i soli dipendenti permanenti, che superano i 15 milioni 700 mila. In particolare, a ottobre su base annua si registrano quasi mezzo milione di posti fissi ossia dipendenti permanenti in più. Confrontando il trimestre agosto-ottobre 2023 con quello precedente (maggio-luglio), si riscontra invece un aumento del livello di occupazione pari allo 0,4%, per un totale di 104mila occupati.
Il numero degli occupati si attesta a 23milioni 694mila e registra, rispetto a ottobre 2022, un aumento di 455 mila dipendenti permanenti e di 66 mila autonomi; il numero dei dipendenti a termine risulta invece inferiore di 64 mila unità.
Su base mensile, il tasso di occupazione e quello di disoccupazione salgono rispettivamente al 61,8% e al 7,8%, mentre scende al 32,9% il tasso di inattività. In un mese i nuovi occupati sono stati 27 mila. 

30 Novembre 2023
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