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12:06 pm, 13 Settembre 23 calendario
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La Bce contro la tassa sugli extraprofitti prevista da Meloni: “Danneggia la fiducia”. Attesa per i tassi, analisti divisi tra rialzo e pausa

Di: Redazione Metronews
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La Banca Centrale Europea contro la tassa sugli extraprofitti delle banche varata dal governo italiano.

In una lettera a firma della presidente Christine Lagarde, l’istituto centrale di Francoforte ha scritto che “l’imposta straordinaria potrebbe rendere più costosa l’attrazione di nuovo capitale azionario e di finanziamenti all’ingrosso per le banche, in quanto gli investitori nazionali ed esteri potrebbero avere meno propensione a investire negli istituti di credito italiani che hanno una prospettiva più incerta“.

Ha quindi aggiunto: “Inoltre, l’introduzione indebita di un’imposta retroattiva ad hoc aumenta l’incertezza politica riguardo al quadro fiscale, danneggiando la fiducia degli investitori e incidendo potenzialmente anche sul costo del finanziamento per le società non finanziarie. Inoltre, la natura retroattiva può alimentare la percezione di un quadro fiscale incerto e dar luogo a vasti contenziosi, creando problemi di incertezza giuridica”.

Bce: no a utilizzo tassa per risanare il bilancio

Nella lettera si legge ancora: “Il Decreto Legge prevede che l’imposta straordinaria abbia carattere una tantum. A questo proposito, la Bce ha precedentemente raccomandato che sia necessaria una chiara separazione tra la natura straordinaria dei proventi e delle risorse di bilancio generali di un governo per evitare che vengano utilizzati per finalità generali di risanamento del bilancio“.

Rischio per enti più piccoli

A rischiare in conseguenza della tassa sugli extraprofitti, precisa la Bce, sarebbero le banche di dimensioni più piccole: “La Bce ritiene che l’imposta straordinaria si applicherebbe, in pratica, sia agli enti creditizi significativi vigilati direttamente dalla Bce sia agli enti creditizi meno significativi vigilati direttamente dalle autorità nazionali competenti sotto la supervisione della Bce nel quadro del Meccanismo di Vigilanza Unico. Sul punto la Bce sottolinea che l’imposta straordinaria colpirà in particolare gli istituti meno significativi, che tendono a concentrarsi maggiormente sull’attività creditizia, mentre le istituzioni significative tendono ad avere una quota maggiore di reddito basato sulle commissioni”.

L’Italia non ha chiarito la ratio della norma

La Banca Centrale Europea, infine, ha chiesto all’Italia anche chiarimenti sulle motivazioni della norma. Il decreto, ha scritto, “non è accompagnato da alcuna nota illustrativa che ne illustri la ratio. Inoltre, la documentazione tecnica presentata al Senato italiano sul decreto legge contiene una sintesi delle principali disposizioni legislative ma nessuna spiegazione della ratio alla base del decreto legge”.

Bce, attesa sui tassi: analisti divisi tra rialzo e pausa

Riflettori accessi su Francoforte dove domani la Bce è chiamata a decidere se aumentare nuovamente i tassi o optare per una pausa nella politica monetaria. Una scelta difficile che vede particolarmente divisi gli analisti. “Nella riunione di domani – sottolinea François Rimeu, senior strategist di La Française Am in vista della prossima riunione Bce – ci aspettiamo che il Consiglio Direttivo lascerà invariati i tassi di interesse sui depositi al 3,75% e il tasso Refi al 4,25% dato il rallentamento della crescita e un leggero rallentamento anche dell’inflazione sottostante. Si tratta di una scelta difficile, se si considerano i prezzi di mercato, gli attuali livelli di inflazione e l’aumento del prezzo del petrolio”. “Ci aspettiamo che la Bce – aggiunge – mantenga un orientamento complessivamente restrittivo nonostante la pausa. Durante la conferenza stampa, la presidente Christine Lagarde si cercherà di evitare una comunicazione troppo ‘dovish’, indicando chiaramente che è possibile un ulteriore inasprimento. Il prossimo incontro potrebbe portare a un modesto irrigidimento della curva dei rendimenti”.

“Sospettiamo che i membri del Consiglio direttivo della Bce, che sono più critici – spiega Martin van Vliet, Global Macro Strategist di Robeco – vogliano spingere per un rialzo al 4%, per assicurarsi rispetto a uno scenario in cui l’inflazione rimanga più persistente del previsto. Se la Bce opta per una pausa, ci aspettiamo un messaggio molto aggressivo, compresa la minaccia che i tagli dei tassi non sono all’orizzonte. Nei prossimi mesi ci aspettiamo anche che si faccia sempre più riferimento all’idea che mantenere i tassi fermi in presenza di un’inflazione attesa (già) in calo implichi un inasprimento della politica monetaria”.

13 Settembre 2023
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