Venezia 80
12:01 am, 7 Settembre 23 calendario
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Matteo Garrone a Venezia: «Racconto storie, non parlo di politica»

Di: Orietta Cicchinelli
Matteo Garrone
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«Io, capitano mette in luce delle ingiustizie e racconta questa odissea dei due personaggi. Purtroppo di mestiere faccio il regista e racconto le storie. Di quelle posso parlare perché le ho vissute attraverso gli sguardi dei ragazzi che lavorano con me. Non ho approfondito l’aspetto politico legato all’Unione europea o parlare di quello che potrebbero fare o meno. Non parlo do cose che non conosco in maniera approfondita». Così Matteo Garrone a proposito del suo film (che richiama “un po’ Pinocchio, un po’ Gomorra” come dice il regista) in Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Un apologo su due migranti senegalesi che attraversano l’Africa, con i suoi pericoli, per inseguire il sogno chiamato Europa. Il film sarà da oggi in 200 sale, con la colonna sonora firmata da Andrea Farri.

Matteo Garrone e il suo “Io, capitano”

«L’dea di partenza è di raccontare una sorta di controcampo rispetto a quel che siamo abituati a vedere. Da decenni vediamo barconi che arrivano, a volte li salvano a volte no. Siamo abituati a pensare a queste persone come dei numeri e si perde di vista che dietro ci sono persone, famiglie. Volevo mettere la macchina da presa dal lato opposto: dall’Africa verso l’Europa. Volevo dare forma visiva a quella parte di viaggio che di solito in occidente non ha una parte visiva, dal deserto ai campi di detenzione in Libia fino al viaggio sul barcone – spiega Garrone –. C’è una forma di immigrazione di cui si parla meno, quella dei giovani che scappano da una povertà, spesso dignitosa, alla ricerca di un sogno. È un tema che mette in luce una profonda ingiustizia che si muove su un piano più alto: molti di loro non sanno perché molti coetanei possono andare in vacanza nel loro Paese mentre loro non possono andare in Europa se non attraverso un viaggio epico, una sorta di odissea. Volevo raccontare l’avventura – continua – quella parte di viaggio che non conosciamo».

L’appello della madrina Caterina Murino

E nella giornata di Garrone, si leva la voce di Caterina Murino. «Non voglio essere polemica, ma vi prego: date i premi ai grandi del cinema quando sono ancora vivi, e non quando non ci sono più». È l’appello della madrina della Mostra, in occasione della presentazione del francobollo dedicato alla Lollobrigida.

In Concorso ieri anche il film della regista Ava DuVernay che torna con una pellicola contro il razzismo e le violenze nei confronti dei neri. Il suo “Origin” mette al centro la vita e l’opera di Isabel Wilkerson, prima scrittrice afroamericana a vincere il Pulitzer, mentre indaga sulla genesi dell’ingiustizia e svela una verità che ci riguarda tutti.

«Origin è stato un viaggio stupendo e complicato, che ha rivelato la sua bellezza sia nei momenti felici sia in quelli difficili – spiega la regista – il film ha cambiato il mio modo di pensare al lavoro e alla vita, all’amore e all’esistenza. Collaborare con un’attrice talentuosa e appassionata come Aunjanue Ellis-Taylor è stato un regalo indescrivibile».

7 Settembre 2023
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