caro benzina
12:27 pm, 6 Settembre 23 calendario

La benzina sfonda ancora il tetto dei 2 euro al litro. “Il Governo intervenga sulle accise”

Di: Redazione Metronews
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Prezzi in rialzo per i carburanti con il diesel servito che è arrivato a 2 euro al litro.

Staffettaonline sottolinea che ieri il Brent, il greggio di riferimento per i compratori europei, ha chiuso sopra i 90 dollari al barile per la prima volta da metà novembre del 2022. A spingere la quotazione è stata la decisione di Russia e Arabia Saudita di prolungare fino a fine anno i tagli alla produzione di petrolio introdotti in giugno per sostenere il prezzo. Il riverbero si è visto anche sulle quotazioni dei prodotti raffinati, salite ieri con forza per la quarta giornata consecutiva.

Prezzi in rialzo per i carburanti con il gasolio servito che è arrivato a 2 euro al litro

Quanto ai prezzi dei carburanti alla pompa, si vedono questa mattina sulle medie nazionali gli effetti del rialzo deciso ieri da Eni (con il gasolio in modalità “servito” che tocca i due euro al litro). L’aumento della quotazione del barile suggerisce, continua Staffettaonline, di fare due conti sulla possibilità che scatti il taglio delle accise, secondo il meccanismo introdotto nel 2007 e da ultimo modificato con il Decreto Trasparenza dello scorso gennaio – quello che ha introdotto anche l’obbligo del cartello con il prezzo medio regionale.

Il prezzo del Brent è aumentato di circa il 20% rispetto al livello di giugno. Per far scattare l’accisa mobile (o sterilizzazione dell’Iva) è necessario che la quotazione del Brent in euro aumenti, sulla media del precedente bimestre, rispetto al valore di riferimento indicato nel Def. Il valore del Brent per il 2023, come indicato nella nota di aggiornamento del Def, è di poco meno di 90 euro al barile. Nel bimestre luglio-agosto, la media delle quotazioni del Brent è stata di 82,7 dollari al barile, pari a poco più di 75 euro. Non ci sono dunque le condizioni per far scattare il taglio dell’accisa.

Queste sono le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero delle Imprese e del made in Italy ed elaborati dalla Staffetta, rilevati alle 8 di ieri mattina su circa 18mila impianti: benzina self service a 1,959 euro/litro (+1 millesimo, compagnie 1,965, pompe bianche 1,947), diesel self service a 1,864 euro/litro (+2, compagnie 1,869, pompe bianche 1,852).

Benzina servito a 2,094 euro/litro (+2, compagnie 2,137, pompe bianche 2,008), diesel servito a 2,000 euro/litro (+1, compagnie 2,043, pompe bianche 1,914). Gpl servito a 0,703 euro/litro (+2, compagnie 0,712, pompe bianche 0,691), metano servito a 1,396 euro/kg (-1, compagnie 1,405, pompe bianche 1,388), Gnl 1,250 euro/kg (+9, compagnie 1,252 euro/kg, pompe bianche 1,248 euro/kg). Questi sono i prezzi sulle autostrade: benzina self service 2,028 euro/litro (servito 2,276), gasolio self service 1,946 euro/litro (servito 2,203), Gpl 0,843 euro/litro, metano 1,528 euro/kg, Gnl 1,249 euro/kg. 

I consumatori: “Tassazione eccessiva, il Governo intervenga sulle accise”

“Confrontando i dati di agosto 2023 con quelli di agosto 2022 si rilevano prezzi in valore assoluto più bassi di quelli dell’anno precedente, in particolare per la benzina che nell’estate del 2022 registrava margini della distribuzione più alti di quasi 10 centesimi al litro”. Lo ha affermato il Garante dei Prezzi Benedetto Mineo, sull’andamento dei prezzi dei carburanti, durante un’audizione alla commissione Attività produttive della Camera. “Considerato che tali margini sono al netto delle tasse – ha rimarcato – il confronto pone in evidenza una differenza che non risulta influenzata dalla variazione dell’imposizione fiscale”.

“Per il Garante va tutto bene sul fronte dei prezzi alla pompa, tuttavia la sua relazione non chiarisce un mistero tutto italiano: perché i listini di benzina e gasolio si impennano puntualmente in occasione di ogni esodo degli italiani, indipendentemente dall’andamento del petrolio, toccando come avvenuto pochi giorni fa punte di 2,8 euro in autostrada, ossia dove i cittadini in viaggio hanno necessità di effettuare rifornimenti”, dichiara il presidente del Codacons Carlo Rienzi commentando la relazione alla Camera del Garante per la sorveglianza dei prezzi Benedetto Mineo. “Mister Prezzi, nel suo confronto con gli altri paesi Ue, sembra scoprire l’acqua calda, ossia che al netto delle tasse il prezzo industriale in Italia è più basso rispetto a Francia, Spagna e Germania“, prosegue Rienzi. “Esattamente ciò che ripetiamo da più di 10 anni, chiedendo di ridurre il peso eccessivo delle tasse su benzina e gasolio e che, utilizzando gli automobilisti come bancomat, garantiscono allo Stato miliardi di euro annui di entrate”.
“Crediamo sarebbe meglio che la funzione di Garante dei prezzi venisse svolta in Italia a turno dalle associazioni dei consumatori del Cncu, figure indipendenti dal governo e dalla politica che da anni affrontano tematiche come quella del caro-benzina e conoscono in modo approfondito le criticità che assillano gli utenti”, conclude il presidente del Codacons.

I dati emersi dal monitoraggio condotto dal Garante per la sorveglianza dei prezzi confermano in pieno come il problema dei carburanti in Italia sia la tassazione eccessiva che pesa su benzina e gasolio, afferma Assoutenti, che ribadisce la sua richiesta al governo di intervenire sulle accise. Da maggio ad oggi, in base all’analisi dell’associazione, il prezzo della benzina alla pompa è salito del +8,1%, il gasolio addirittura del +12,4%, con un pieno di benzina che costa oggi agli automobilisti 7,4 euro in più (+177,6 euro all’anno a famiglia ipotizzando due pieni al mese), mentre per un pieno di gasolio la maggiore spesa raggiunge quota 10,3 euro (+247,2 euro all’anno a famiglia).

“L’analisi di mister Prezzi evidenzia in modo palese come al netto delle tasse il prezzo industriale in Italia sia più basso di quello di Francia, Spagna e Germania”, spiega il presidente di Assoutenti Furio Truzzi. “Peccato però che applicando Iva e accise i listini alla pompa in Italia schizzino in alto. Oggi su ogni litro di benzina gli italiani pagano il 55,3% di tasse, e il 51,3% sul gasolio. Ricordiamo come la tassazione abnorme sui carburanti in Italia danneggi due volte le famiglie: la prima attraverso un incremento dei costi di rifornimenti, la seconda attraverso un aumento dei prezzi al dettaglio dei prodotti trasportati. Basti pensare che i listini della verdura fresca hanno subito un rincaro medio annuo del +20% ad agosto. Non convince tuttavia la tesi del garante in merito all’allineamento dei prezzi benzina-petrolio in Italia, in quanto la speculazione potrebbe annidarsi a livello europeo e internazionale, derivante anche dai conflitti in atto. Più di una volta nell’ultimo anno, i listini alla pompa sono saliti pur in presenza di un calo del petrolio, e specie in concomitanza con i periodi di partenza degli italiani, a dimostrazione dell’esistenza di fenomeni speculativi che il Garante farebbe bene ad approfondire”.
“Di fronte a questi dati chiediamo al governo di utilizzare l’extra-gettito sui carburanti per intervenire sulle accise su benzina e gasolio, perché anche un taglio di appena 10 centesimi di euro determinerebbe, considerata anche l’Iva, un risparmio diretto di oltre 6 euro a pieno, più di 146 euro all’anno ad automobile, e farebbe scendere i prezzi dei prodotti trasportati”, conclude Truzzi.

6 Settembre 2023
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