Giappone
12:30 pm, 23 Agosto 23 calendario
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Fukushima: ultimi preparativi prima del rilascio delle acque radioattive nell’oceano

Di: Redazione Metronews
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La Tokyo Electric Power (Tepco), l’operatore della centrale nucleare di Fukushima Daiichi, danneggiata dallo tsunami nel 2011, nel nord-est del Giappone, ha dichiarato di aver avviato i preparativi finali per il rilascio nell’Oceano Pacifico dell’acqua stoccata nel sito, procedura che sarà avviata da domani.

Fukushima e le acque radioattive


In una nota, la Tepco ha spiegato di aver trasferito circa un metro cubo di quest’acqua, preventivamente filtrata per rimuovere tutte le sostanze radioattive tranne il trizio, e di averla poi diluita con 1.200 metri cubi di acqua di mare.

La concentrazione di trizio in questo campione sarà misurata per confermare che è inferiore al livello di radioattività previsto di 1.500 becquerel (Bq) per litro, il massimo stabilito per lo scarico nell’Oceano Pacifico. Questo livello è 40 volte inferiore allo standard nazionale giapponese, che è in linea con lo standard internazionale in materia (60.000 Bq/litro), ed è anche circa sette volte inferiore al limite massimo fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per l’acqua potabile (10.000 Bq/litro). Secondo gli esperti, solo dosi molto concentrate di trizio sono dannose per la salute.
Il Giappone prevede di scaricare in mare più di 1,3 milioni di metri cubi di acqua dalla centrale di Fukushima Daiichi, provenienti dall’acqua piovana, dalle acque sotterranee e dalle iniezioni necessarie per raffreddare i nuclei dei reattori che si sono fusi dopo lo tsunami del marzo 2011 che ha devastato la costa nord-orientale del Paese.
Questo processo durerà quasi tre decenni e il contenuto di acqua “triziata” negli scarichi giornalieri in mare non supererà i 500 metri cubi.

La reazione della Cina

Il piano giapponese è stato convalidato dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), che supervisionerà anche le operazioni. Ma questo non è bastato a rassicurare soprattutto la Cina, molto critica nei confronti del piano e che da luglio applica alcune restrizioni alle importazioni di prodotti alimentari dal Giappone. E Hong Kong ha seguito l’esempio con restrizioni analoghe.

La Cina ha promesso di adottare “misure necessarie” per salvaguardare la sicurezza alimentare e l’ambiente marino dopo che il Giappone ha deciso di scaricare le acque reflue nucleari trattate dal sito di Fukushima nell’Oceano Pacifico.

«Questo atto trasferisce palesemente il rischio di inquinamento nucleare ai Paesi vicini, compresa la Cina e la comunità internazionale», ha dichiarato il vice ministro degli Esteri cinese Sun Weidong in un comunicato. «È estremamente egoista e irresponsabile. La Cina esprime seria preoccupazione e forte opposizione».

Le proteste alle Fiji

Gruppi ambientalisti si raduneranno venerdì alle Fiji per protestare contro la decisione del Giappone di rilasciare in mare l’acqua di raffreddamento trattata della distrutta centrale nucleare di Fukushima. Ieri il primo ministro giapponese Fumio Kishida ha confermato che il paese inizierà a scaricare le acque nel Pacifico a partire da giovedì.
L’autorità di regolamentazione nucleare del Giappone aveva recentemente dato il via libera al rilascio. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), lo scarico dell’acqua non rappresenta alcun pericolo per l’uomo o per l’ambiente.
Un’associazione per la difesa dell’ambiente e dei diritti umani ha lanciato un appello alle proteste “per invocare un intervento internazionale” per fermare lo sversamento: “Chiediamo a tutti coloro che sono preoccupati per il futuro del Pacifico, per le nostre generazioni a venire, per gli ecosistemi delle nostre isole e per le fonti di sostentamento di farsi avanti”.

23 Agosto 2023
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