Reddito di cittadinanza
7:41 pm, 31 Luglio 23 calendario

Stop al Reddito di cittadinanza, Comuni nel caos e proteste a Napoli

Di: Redazione Metronews
Lo stop al Reddito di cittadinanza
condividi

Lo stop al Reddito di cittadinanza dal primo agosto, in applicazione della manovra di bilancio 2023 del governo Meloni, sta provocando reazioni a catena. Venerdì scorso l’Inps ha inviato un Sms a 169 mila nuclei familiari avvisandoli che si stava per concludere l’erogazione del sussidio, che per il 2023 era stato decurtato a 7 mesi di durata. Contestualmente alla chiusura dello strumento di accompagnamento al reddito per le fasce sociali più indigenti – partito nel marzo 2019 – il governo ha introdotto una serie di misure alternative: dall’assegno di inclusione ai percorsi di formazione lavoro. Ma su queste non vi è ancora chiarezza. Intanto per alcuni nuclei familiari non attivabili al lavoro presi in carico dai servizi sociali entro il 31 ottobre 2023 – ha precisato l’Inps –  la fruizione del reddito di cittadinanza potrà proseguire, senza il limite delle sette mensilità e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2023.

Stop al Reddito e tanta incertezza

Questa mattina in molti si sono dati appuntamento davanti alla sede dell’Inps di Napoli per chiedere chiarezza su quello che accadrà nei prossimi mesi. A prevalere è l’incertezza sulle prospettive, in particolare sui 350 euro per il supporto alla formazione e al lavoro previsto dal Governo da settembre, sulla cui modalità di erogazione, però, c’è ancora poca chiarezza. Così al direttore della sede Inps di Napoli, Roberto Bafundi, che ha incontrato una delegazione di ex percettori del sussidio, accompagnati da Potere al popolo e Usb, è stato chiesto di dare informazioni certe il prima possibile.

“Una guerra contro i poveri”

«La decisione del governo di sospendere da un giorno all’altro il sostegno alle fasce della popolazione più in difficoltà sta provocando un disastro peraltro annunciato che bastava il buon senso a prevenire». Lo dice il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. «Questa guerra contro i poveri – sottolinea l’ex premier conversando con i giornalisti – anzichè contro la povertà sta provocando un grave danno all’economia del paese. Confesercenti certifica in 1 miliardo di euro all’anno il danno a imprenditori e commercianti; questi erano infatti soldi che entravano direttamente nel circuito dei consumi. Abbiamo invitato il governo a convocare immediatamente un Consiglio dei ministri per provvedere a porre rimedio a questa sciagurata decisione». «Se qualcuno fa questa accusa si rende responsabile di un comportamento ignominioso . Attenzione, prevedere quello che il buon senso suggerisce non significa volerlo provocare e, quindi, non ribaltiamo i ruoli», conclude il presidente del Movimento Cinque Stelle rispondendo a chi lo accusa di fomentare una bomba sociale.

“Si scarica tutto sui Comuni”

«Il governo fa cassa sui più poveri, ha tagliato il reddito di cittadinanza mentre in Parlamento hanno votato un’altra sanatoria fiscale». Lo ha detto il segretario della Cgil, Maurizio Landini. Ricordando che si parla da 7 mesi del taglio del reddito di cittadinanza, Landini incalza: «Stiamo scoprendo che non hanno predisposto nulla, scaricano sui Comuni, raccontano balle». «C’è grande cinismo e brutalità nel sms che è arrivato a 169mila famiglie informandole che non avrebbero più avuto alcun supporto contro la povertà. La povertà non si sceglie, non è una colpa individuale ma il frutto di scelte politiche sbagliate e servono risposte che in questo momento il governo di Giorgia Meloni sta scaricando sui Comuni, peraltro, definanziati». Ha sottolineato la segretaria del Pd, Elly Schlein.

31 Luglio 2023
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo